Faroni021120242(UNWEB) Perugia. In pillole nell’intervista alle testate web.

 

Da Formisano a Zauli

Il cambio della guida tecnica è dovuto all’assenza di risultati che non arrivavano anche perché non avevamo visto le cose che volevamo né per gioco, né per punti fatti. Formisano aveva fatto un ottimo lavoro coi giovani, portandone diversi in prima squadra, tuttavia sul campo i risultati non sono arrivati. Probabilmente, se avesse avuto più tempo forse Formisano ce l’avrebbe fatta. Tuttavia, il tempo non c’era e ci siamo risolti ad ingaggiare un tecnico come Zauli, con più esperienza e dalle spalle larghe.

Invertire subito il trend dei risultati. Questo Perugia deve stare più su in classifica.

La situazione in cui è adesso il Perugia non possono aspettare a lungo, occorre una rapida inversione di marcia. Abbiamo bisogno di fare punti il prima possibile. D’altronde, come ha detto anche l’allenatore della Torres, la rosa del Perugia meriterebbe di stare in una posizione più alta. Stiamo lavorando su questo, il cambio di allenatore lo abbiamo fatto anche per dare una spinta, una scossa alla squadra.

La rosa va sfoltita e rafforzata

La rosa non l’abbiamo fatta noi e teniamo conto che molti contratti degli attuali giocatori sono pluriennali e non è facile gestire questa situazione. Chi decide quale rosa sarà funzionale per noi è il direttore sportivo insieme al nuovo allenatore. Attualmente abbiamo in rosa 32 giocatori e consideriamo che la maggior parte allenatori non ne vuole più di 25. Quindi prima di tutto occorre risolvere questo problema e poi rinforzare la squadra. Il mercato di gennaio è un mercato limitato ma cercheremo di lavorare compatibilmente con la nostra situazione per far arrivare i giocatori che il ds e l’allenatore, e non io, riterranno giusto prendere.

Per prima cosa, abbiamo risolto i problemi con i calciatori.

Le difficoltà in cui abbiamo trovato la società per alcuni aspetti sono state peggiori di quelle che ci aspettavamo.Per la prima squadra c’erano necessità di base da risolvere immediatamente, per dar loro quello di cui avevano bisogno e metterli nelle condizioni migliori per giocare, per poter quindi poi esigere da loro i risultati. Il primo obiettivo è stato quello di risolvere questi problemi rapidamente per permettere alla prima prima squadra di concentrarsi sul lavoro del campo.

Il progetto sportivo e imprenditoriale. In primis, il settore giovanile.

Ovviamente, nessuno compre e investe per stare in serie C e senza avere la prospettiva di lunghissimo termine che è la serie A. Questo, però, ha bisogno di un club fondato su solide basi economiche e finanziarie. Quindi, noi dobbiamo accompagnare la crescita sportiva con quella economica. Perché questo è un club che perde ogni anno molti soldi, non solo per i debiti, ma anche per la gestione e quindi gli investimenti devono tener conto sia di queste perdite che dei nuovi progetti. Dunque, l’obiettivo è chiaramente quello di salire di categoria anche tirando su giocatori giovani che siano pronti per poi giocare in prima squadra. A questo fine, come prima mossa abbiamo aumentato quest’anno del 50 per cento e gli anni prossimi del 100% il budget del settore Giovanile.

Il ds e l’allenatore completamente autonomi e responsabili per la gestione sportiva.

Giugliarelli ha totale responsabilità del settore sportivo insieme al tecnico, entrambi conoscono bene calcio italiano. In ultima istanza, la completa responsabilità delle scelte in campo sportivo è di ds e allenatore. Poi io dispongo di altri uno o due consiglieri che conoscono il calcio, con cui parlo e altri ancora posso darmi informazioni. Io, come un qualsiasi “tifoso”, posso poi avere idee e preferenze mie, ma io non andrò mai dal ds e dal tecnico a dirgli chi deve giocare e chi no: sono loro che devono decidere.

La situazione finanziaria è anche peggiore di quella che ci era sembrata all’inizio.

La precarietà iniziale che avevo trovato nel Perugia, la confermo e anzi la accentuo. La situazione finanziariamente è anche peggiore e c’è ancora tanto lavoro da fare e tanti più soldi da mettere rispetto a quelli che sto mettendo.

..tuttavia non mi sono pentito e sono felice di essere a Perugia.

Tuttavia, non ci siamo affatto pentiti. A me piacciono le sfide e sono contento di aver preso il Perugia. Non c’è nessun pentimento. Sapevo cosa avrei trovato e fino a che punto posso arrivare, questo fa parte della mia storia di imprenditore, lo sono da quando avevo 18 anni. Dunque, non mi sono pentito, anzi sono molto felice. Unica delusione sono solo alcuni personaggi che davanti ti dicono di amare il club e poi ti tirano le pietre quando volti le spalle. .

L’ambiente è deluso, il nostro progetto di rilancio è a lungo termine.

Perugia è un ambiente difficile ha detto Giugliarelli giorni fa. È vero, perché il Perugia sopporta il peso di un grande club che non merita di essere dove sta. Il perugino, giustamente, vorrebbe che il Grifo stia dove merita, ma la situazione attuale del club purtroppo è assai diversa dalla storia e dai desideri dei tifosi. E capisco la delusione per questa distanza tra ciò che è e ciò che si vorrebbe fosse. Quello sul Perugia è un lavoro a lungo termine, ci sono problemi che non si risolvono in due o quattro mesi per cui, se il prossimo anno saremo in serie b, sarà per puro caso. In una società di calcio, l’aspetto sportivo per crescere ha bisogno che si rafforzi e si consolidi la struttura aziendale del club. È normale che poi tutti, io per primo, vorremmo essere in serie A già domani. Ma bisogna fare i conti con la realtà.

 

La gente mi dice “forza!”,,sento appoggio e affetto.

..Comunque posso dirvi che io non sento affatto la pressione dall’ambiente, ma percepisco solo appoggio e affetto. La gente qui mi dice sempre “FORZA!”, non “buona fortuna”. Vuol dire che la gente conosce la situazione e sa che non sarà facile risollevare il Perugia e portarlo dove merita.

In Argentina si è parlato di me e del Perugia: ora più tifosi biancorossi laggiù.

In Argentina ovviamente si parla dell’acquisto del Perugia da parte mia. Lì sono una persona pubblica, la gente mi conosce, sa cosa ho fatto nella mia vita e carriera. I giornali più importanti ne hanno parlato, poi io ho il mio giro di conoscenze e così ora il Perugia ha qualche tifoso in più in Argentina: quando c’è la partita tutti mi chiedono come è andata, e io devo portare giù magliette del Perugia che mi vengono continuamente chieste.

Contento di essere qui, malgrado la distanza e i fusi orari

Se qualcuno mi ha detto: “chi te l’ha fatto fare?” Certo che si, ma io non mi pento di aver acquistato il Perugia. Le uniche difficoltà sono la famiglia, che quando sto qui posso curare di meno e.. l’andare avanti e indietro, col fuso orario (in Argentina siamo cinque ore indietro) per cui spesso mi devo svegliare prima dell’alba per gestire le cose del Perugia.

Ho voluto un incontro viso a viso con i giornalisti

Ho voluto questo incontro fatto così perché le conferenze stampa con tanti giornalisti non mi piace, non c’è contatto viso a viso, bisogna fare tutto in fretta senza poter parlare con calma.

La Ternana

Vincere il derby è uno dei nostri obiettivi. Anche per questo, abbiamo cambiato il tecnico in prossimità delle tre partite ravvicinate, per consentirgli di avere a disposizione una decina di sedute di allenamento per conoscere la squadra.

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia