foto squadra(ASI) Perugia. Sabato 12 e Domenica 13 dicembre u.s., presso gli impianti sportivi dell’Oratorio Francescano di Santa Maria degli Angeli (Assisi), si è svolto il primo raduno di orientamento sportivo di calcio a cinque, riservato ad adolescenti e giovani ipovedenti e non vedenti dell’area umbra.


L’iniziativa, fortemente sostenuta da un gruppo di genitori e dal Centro Tiflodidattico di Assisi, ha trovato il determinante supporto dell’A.S.D. Liguria Calcio Non Vedenti e la qualificata collaborazione offerta da Giancarlo Di Malta, tecnico di ventennale esperienza nel settore e attuale “mister” della stessa Associazione Sportiva.
L’evento, primo nel suo genere in terra umbra, è stato coronato da pieno successo considerata la consistente ed entusiastica partecipazione di ragazzi che, pur penalizzati da forti limitazioni visive, hanno finalmente potuto coronare il sogno di entrare in campo e calciare il pallone senza temere di essere esclusi a causa della loro disabilità.
Proprio per evidenziare le peculiarità tecniche del gioco e confermare l’assioma “volere è potere” sono intervenuti per l’occasione due giocatori non vedenti di particolare abilità e bravura, Paul Iyobo e Francesco Cavallotto già di livello nazionale nonostante la giovanissima età (hanno rispettivamente 13 e 15 anni!) che, attualmente effettivi del Liguria Calcio, hanno letteralmente estasiato tutti i presenti con le loro prodezze di gioco e, ancor più, con la costante ed incrollabile volontà di avere la meglio sui portieri...unici vedenti in campo!
Questo primo incontro ha dunque tracciato la via per un progetto di creazione di una squadra umbra che, certamente, ha già dimostrato di possedere risorse quantitative e qualitative che fanno ben sperare per il futuro.
Ovviamente, fatto salvo il determinato entusiasmo dei giovanissimi atleti, si tratta ora di costruire una vera e propria rete – organizzativa, strutturale e informativa – che, attraverso l’impegno individuale delle famiglie e l’auspicato supporto dell’UICI, dell’IRIFOR, del Comitato Italiano Paralimpico, della Federazione Italiano Sport Paralimpici Ipovedenti e Ciechi (FISPIC) e delle associazioni sportive sul territorio, possa consentire la concreta e tempestiva realizzazione del progetto stesso.
Al di là di ogni melensa considerazione retorica che spesso caratterizza l’immobilismo buonista di tante istituzioni nei confronti della disabilità, ora si tratta di dare una concreta risposta alle aspettative di questi ragazzi che, lungi dall’essere meramente ed inutilmente compatiti, si attendono che qualcuno comprenda la loro passione sportiva e che consenta loro di praticarla con pari opportunità e senza riserva alcuna.
A pensarci bene non si dovrebbe trattare né di un miracolo e neanche di un favore, in una società evoluta e democratica come la nostra è semplicemente un’espressione di diritto a cui si ha il dovere rispondere e non solo a livello familiare e di volontariato.