SET 9340tifosi a modena(ASI) Perugia. Il Perugia è salvo e, a vedere la partita di Modena, deve festeggiare. Perché il tonfo sul campo della terz'ultima della classe ha evidenziato una fragilità disarmante che, se i grifoni fossero stati qualche punto più indietro, avrebbe dovuto destare serie preoccupazioni per il finale di stagione. Squadra sconclusionata, lunga, per niente incisiva dall'inizio alla fine.

Scelte di formazione molto discutibili, a partire da Drole che, come a Brescia, ha evidenziato un'inesperienza che ne avrebbe dovuto sconsigliare l'impiego da titolare in partite così decisive: oltre all'errore sul rigore, ha sbagliato appoggi e movimenti. Ma anche la scelta dì Bisoli di lasciare fuori Ardemagni per dar spazio ad uno spento Bianchi, ha lasciato perplessi. Il Modena per tutto il primo tempo ha dominato sul piano del ritmo e ha sfondato sulle fasce. In mezzo, Della Rocca ha trovato davanti a sé un fastidiosissimo Giorico a impedirgli di suggerire per i compagni avanzati. Aguirre ha cercato di fare il suo e, alla fine, tra gli avanti biancorossi, è stato l'unico a dare un senso al viaggio nel cuore dell'Emilia. Zebli e Prcic, mediani nella formazione di partenza, non hanno dato i rispettivi e abituali apporti di qualità e di geometrie al gioco, perdendo alla distanza il duello coi dirimpettai modenesi. Ma, nell'occasione, neppure la difesa ha dato prova di essere, come invece è, tra le migliori della cadetteria. Ha ballato sui calci piazzati e sui traversoni dalle fasce e non è mai riuscita a prendere le misure a Granoche, autore di una tripletta a dir poco inattesa. Il Perugia, insomma, ha sbagliato totalmente la prestazione e si è smarrito e sfilacciato nelle distanze eccessive tra i reparti, a fronte di un Modena che è invece rimasto sempre corro e compatto. Ma il Perugia ha perso e si è perso soprattutto sul piano della determinazione: squadra molle sui contrasti, senza bava alla bocca e mentalmente incapace di volere e di fare alcunché di quanto preparato, per stessa ammissione di Bisoli. Il quale, per dovere d'ufficio più che per convinzione vera, continua a dire che ci sono ancora cinque partite per tentare il miracolo. Sarà, però forse servirà di più cominciare a fare il consuntivo della stagione. Per capire come mai il Perugia quest'anno ha sempre sbagliato le prove di maturità ed è caduto rovinosamente ogni volta che è stato chiamato a spiccare il volo. Difetti di personalità, mancanze di gioventù forse. Carenze da correggere in prospettiva futura. Perché, se il Perugia ha perso un'occasione d'oro per riavvicinare la zona play off, non è un dramma. Perché, alla fine, ci può stare che una squadra chiuda la stagione senza infamia e senza lode, quando l'organico avrebbe legittimato sicuramente ambizioni ben maggiori. Le attenuanti non mancano, a partire dalla incredibile sequenza di infortuni (sui quali comunque la società dovrà fare una riflessione seria). Non tutte le ciambelle vengono col buco, si sa, nel calcio come nella vita. L'importante è riprovarci, facendo tesoro degli errori, osando scelte nuove dov'è servono, e confermando le cose buone. Ma per queste giocate, la palla, a meno di miracolosi recuperi della squadra, è gia da stasera sui piedi della società.

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia


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