raccordo perugia danni 3(ASI) Ancora problemi sul raccordo Perugia- Bettolle. A solo un anno dalla conclusione dei lunghi lavori di adeguamento alle più recenti normative di sicurezza, il pesante deterioramento del manto stradale, ed i conseguenti danni alla carreggiata che lo hanno aggravato, hanno nuovamente imposto l’apertura di cantieri straordinari per le riparazioni.

La “porta” di Perugia

RA6: questo il nome tecnico con cui è noto il raccordo autostradale che unisce il capoluogo dell’Umbria con l’autostrada del sole A1 presso Bettolle. Nonostante sul tratto in oggetto esso non sia classificato come autostrada, ma come strada extraurbana principale, o superstrada che dir si voglia, la funzione di questa arteria stradale è chiaramente di portata sia nazionale, che europea, per il collegamento con la E45 che va da Goteborg, in Svezia, fino a Gela in Sicilia. 

Ne fu decisa, a suo tempo, la libera circolazione senza obbligo di ticket autostradale da parte dell’Anas in seguito alla presa d’atto della sua funzione di arteria a carattere cittadino nella zona di Perugia, e alla mancanza, a tutt’oggi, di corsie d’emergenza che l’avrebbero altresì resa simile ad un autostrada per caratteristiche tecniche.

In virtù della natura strategica di questa arteria stradale, e delle criticità date da un progetto non certamente recente, ci si potrebbe aspettare che l’Anas, e tutti gli enti preposti, si siano adoperati, nel corso degli anni, per ridurre al minimo i disagi e mantenere la strada in buone condizioni. A livello burocratico questa parrebbe essere la verità. Purtroppo i fatti parlano una lingua del tutto diversa. Come sanno bene gli abitanti locali, il tratto perugino del raccordo è da anni al centro di continui lavori di rifacimento. Tali lavori, spesso svolti con materiali e modalità giudicate scadenti da recenti inchieste giudiziarie, hanno finito per condizionare pesantemente la vita dei perugini, così come quella di chiunque, per lavoro, per affari o per turismo, abbia deciso di venire nel cuore verde d’Italia.

Lavori “fragili”

Al netto della rete autostradale, l’Italia nella sua interezza è contraddistinta da una rete stradale, principale e secondaria, piuttosto fitta e di vitale importanza per lo sviluppo ed il buon funzionamento del paese. Il territorio nazionale che va dal mare alle alpi, attraversando zone con climi piuttosto problematici per le infrastrutture, non ha certo risparmiato in passato sfide ingegneristiche ai costruttori dell’odierna rete viaria. Ulteriore fattore di criticità estremamente deleterio è il fatto che il 90% delle merci viaggino su gomma, con ovvie ripercussioni negative sull’usura e sul sovraccarico delle strutture  stradali. Ma allora perché in altre parti d’Italia non si hanno gli stessi problemi di disagi e di logoramento precoce che si incontrano sul raccordo Perugia – Bettolle?

Al di la delle verità burocratiche, e di quelle giudiziarie, la prematura usura dei lavori stradali sulla Perugia – Bettolle è ormai una questione annosa che non sembra destinata a risolversi nel breve periodo. Gli ultimi lavori eseguiti circa un anno fa hanno già mostrato tutti i loro evidenti limiti in meno di 8 mesi. Buche, rattoppi e successive nuove lesione al manto stradale degli stessi rattoppi hanno trasformato il raccordo nel tratto perugino in una zona pericolosa per gli automobilisti cotretti a pericolosi slalom tra le buche e ad improvvise frenate spesso causa di incidenti.

Tali lavori, per il cui completamento si era reso necessario più del doppio del tempo stimato in origine, non hanno peraltro portato a benefici significativi su tutto il raccordo Perugia – Bettolle, ma solo sui tratti in galleria del capoluogo umbro. A seguito dei suddetti lavori si era proceduto al rifacimento dei parapetti di sicurezza e dei guard - rail lungo i ponti che collegano il quartiere periferico di Madonna Alta (Perugia) con lo svincolo per Corciano. Sul viadotto “Jenna”, tra gli svincoli di Ferro di Cavallo e Madonna Alta l’asfalto è risultato danneggiato già dopo 8 mesi dalla riapertura a pieno regime del tratto avvenuta a dicembre 2016. Le lesioni, che interessano più di metà del viadotto su ambo le carreggiate, avevano richiesto già la scorsa estate lavori di riparazione straordinari che non avevano però retto se non fino al mese di settembre. A quel punto infatti sono riaffiorate tutte le buche rattoppate in precedenza, e si sono formati pericolosi “scalini” creati dall’asfalto deformato dei rattoppi stessi. Adesso l’Anas, forse anche per la concomitante “Fiera dei Morti” (evento di portata nazionale), ha deciso di procedere a nuovi lavori di rattoppo che hanno nuovamente reso la circolazione sul tratto perugino del raccordo lenta e difficoltosa.

La situazione è particolarmente critica nelle ore di punta. In tale circostanza la velocità media di percorrenza del tratto perugino si abbassa fino anche a 8 km/h. Tale situazione ha avuto ovvie ripercussioni anche sul traffico interno della città di Perugia che si è ritrovato saturato da quanti, per evitare le lunghe attese sul raccordo, azzardano di attraversare la città. Le ripercussioni sulla qualità della vita dei cittadini perugini sono state immediate. Aumento delle polveri sottili, traffico e incidenti stanno soffocando il capoluogo umbro. Sulla lunga distanza, appesantimento della circolazione cittadina rischia di rendere necessari lavori e riparazioni del manto stradale coni soldi pubblici degli stessi perugini.

Eppure la questione dei lavori che paralizzano la città di Perugia, e dividono in due l’Umbria, non avrebbe dovuto ripetersi. Nel corso del 2016, il deputato umbro On. Pietro Laffranco aveva più volte sollecitato sia il governo che l’Anas ad approntare efficaci piani per portare a termine i lavori più rapidamente, con maggiore qualità e minore impatto sulla viabilità e sui cittadini. Il lavoro dell’ On. Laffranco che aveva portato la questione della Perugia – Bettolle fino ad almeno due interrogazioni parlamentari e ad un audizione del Sottosegretario De Caro, non aveva peraltro trovato una convincente sponda ne in Anas ne nel governo. Il deputato umbro aveva infatti richiesto che si predisponesse un piano di lavori notturni, o che almeno parte dei suddetti lavori venissero svolti di notte, in concomitanza con i momenti più “tranquilli” della circolazione stradale. La risposta del sottosegretario De Caro, del governo e di Anas era di fatto stata che nessuna delle richieste presentate costituiva carattere di necessità. Pertanto i lavori erano andati avanti tra forti ritardi fino alle riaperture a tratti che nell’autunno del 2016 avevano iniziato a sancire il termine dei lavori  da li a pochi mesi. Nel corso di dette riaperture, alcune delle quali avvenute in pompa magna alla presenza delle istituzioni locali, si era garantito ed elogiato il lavoro svolto.

Punto e a Capo

Dopo meno di 12 mesi la situazione pare tornata ad essere come prima. Se è pur vero che i lavori di ammodernamento delle gallerie e dei viadotti erano necessari ed inderogabili, e che i lavori svolti nei tunnel tra gli svincoli perugini si siano dimostrati, fino ad ora, di buona qualità, è altresì un fatto che in 12 mesi i disagi per i cittadini siano tornati ad essere praticamente gli stessi.

A sostenerlo sono le Associazioni dei Consumatori, che, con una nota stampa congiunta diramata sta mattina da Enzo Benda di Confconsumatori, hanno ufficialmente chiesto maggiori controlli sulla qualità dei lavori svolti e una costante vigilanza sulle ditte appaltatrici.

“Più di un anno dopo la chiusura ad intervalli intermittenti delle corsie” – si legge nella nota – “continuano i lavori sul viadotto Ferro di Cavallo - Madonna Alta del raccordo autostradale Perugia - Bettolle. Proprio un anno fa in concomitanza con le festività di Novembre e Dicembre si presentò questo problema, per mantenere e mettere in sicurezza il viadotto stesso. Ora a distanza di 6 mesi dalla chiusura definitiva del cantiere si ripresenta ad intervalli regolari la problematica della bitumatura della carreggiata con le conseguenti problematiche al traffico cittadino, già di per se caotico nelle ore di punta, tra le zone di Olmo valle-Ferro di Cavallo-Pian di Massiano. Non sappiamo chi siano le ditte appaltatrici dei lavori ma visto che il problema della bitumatura sta diventando un fatto ricorrente chiediamo a chi è preposto al controllo dell'opera se queste imprese rispettino i parametri previsti per eseguire i lavori in maniera regolare. Non è possibile che ad intervalli di poche settimane il problema si ripresenti in tutta la sua gravità e che metta tutta la parte Ovest della città in condizioni di criticità. Si fa notare che proprio in questi giorni sarà presente nella zona di Pian di Massiano un grande appuntamento fieristico, con una conseguente notevole presenza di mezzi e persone, la zona sportiva è già molto frequentata, quindi l'aumento prevedibile di traffico ci fa pensare al peggio. Le Associazioni chiedono quindi alle autorità preposte, di farsi carico del problema e di vigilare sulla tempistica, sugli orari della apertura e chiusura dei cantieri, sulla qualità dei materiali impiegati e su tutto ciò che è di pertinenza per la regolarità degli appalti e relativa sicurezza per chi percorre il viadotto stesso”.

Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia


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