L’Arcivescovo Boccardo: «È diffusa l’idea che il prete faccia una vita di rinuncia e sacrifici, invece, caro Bartolomeo, è una gioia che si arricchisce ogni giorno di più, poiché vediamo i miracoli che Gesù compie in mezzo al suo popolo per opera nostra»
(UNWEB) Spoleto - Sabato 13 gennaio 2018, vigilia della festa di S. Ponziano, patrono di Spoleto e dell’intera Archidiocesi, nella Basilica Cattedrale mons. Renato Boccardo ha ordinato presbitero il diacono Bartolomeo Gladson Sagayaraj, di origini indiane, che svolge il suo servizio pastorale nelle parrocchie di Trevi, Borgo Trevi, Bovara di Trevi e Santa Maria in Valle di Trevi, coadiuvando i sacerdoti che hanno la responsabilità di quelle comunità (don Jozef Gercàk, mons. Oreste Baraffa e don Kamil Ragan).
Preti, fedeli, genitori. Molti i sacerdoti che hanno concelebrato col Presule, diversi quelli indiani legati in un qualche modo a Bartolomeo e che sono giunti da Roma. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi del Pontificio Seminario di Assisi “Pio XI” (dove Bartolomeo si è formato negli ultimi anni; c’era anche il rettore mons. Carlo Franzoni), da quelli della Diocesi di Spoleto-Norcia in formazione a Roma e da un gruppo di ministranti: tutti coordinati da don Edoardo Rossi, cerimoniere arcivescovile. La liturgia è stata animata dalla Cappella musicale del Duomo diretta da maestro Francesco Corrias, con all’organo il maestro Paolo Sebastiani. Dall’India sono giunti la mamma e il papà di Bartolomeo, felici di “consegnare” alla Chiesa di Spoleto-Norcia quale presbitero il loro unico figlio. Molti i fedeli che riempivano la navata centrale della grande Basilica Cattedrale, in particolare provenienti dalle parrocchie in cui Bartolomeo ha svolto servizio come seminarista e diacono: S. Nicolò, Baiano, Firenzuola, Montemartano, Porzano, zona di Trevi (dove sta attualmente). Bartolomeo ha iniziato i suoi studi in preparazione al sacerdozio in India, tra i Missionari del Preziosissimo Sangue; è poi giunto nella Chiesa di Spoleto-Norcia grazie a don Nelson Abraham, anche lui indiano, attuale parroco di Baiano di Spoleto, Firenzuola di Acquasparta e Porzano di Terni; ha concluso gli studi nel Seminario di Assisi, decidendo di incardinarsi nel clero spoletano-nursino; il 24 giugno 2017 è stato ordinato diacono nella chiesa di S. Giovanni di Baiano di Spoleto.
Omelia Arcivescovo. «Caro Bartolomeo - ha detto l’Arcivescovo nell’omelia, preceduta dagli impegni assunti pubblicamente dall’eletto - nel momento in cui stai per ricevere il sacramento dell’Ordine che ti costituirà come presbitero nella Chiesa di Spoleto-Norcia, non dovrei parlare delle fatiche legate al ministero, perché la partenza è sempre bella, entusiasmante, serena e positiva. Poi, si dice, le cose cambiano, come in tutte le esperienze della vita, che portano con sé luci ed ombre, gioia e dolore, attese e speranze, a volte deluse. Tuttavia - l’abbiamo ascoltato – “siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi” (2 Cor 4, 8-9). Basta il poco che abbiamo per provocare un miracolo. Un miracolo che è opera della disponibilità pur minima di noi poveri uomini e della forza salvifica di Cristo. Può sembrare strano, ma ci vuole e l’uno e l’altro elemento insieme: la debolezza umana, disponibile ad offrire quel poco che ha, e la potenza che viene dall’alto e moltiplica il poco facendolo diventare moltissimo (cf Mt 14, 13-21). In questo prodigio possiamo vedere lo specchio della nostra vita di presbiteri: il Signore ci chiede di dare il massimo di quello che abbiamo, anche se è poco o nulla rispetto a quello che dobbiamo fare per rispondere alle estese esigenze delle persone e comunità cui siamo mandati. Quello che conta è la nostra fede in lui, il nostro amore per lui». Poi, l’Arcivescovo si è soffermato sull’idea diffusa che il prete non sia felice, «perché – ha detto – la sua sarebbe una vita di rinuncia e di sacrifici. Gesù rassicura:“Voi, che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto su questa terra e la vita eterna”(cf Mt 19, 27-29). Ecco quello che deve sempre guidare il prete nella sua missione: essere testimone e comunicatore della gioia che ha ricevuto dal Signore. È una gioia che si arricchisce ogni giorno di più, poiché vediamo i miracoli che Gesù compie in mezzo al suo popolo per opera nostra. Certo è un’opera piccola, debole e umile come un granellino di senapa, ma pur sempre necessaria per volere di Cristo, che si è voluto legare strettamente all’azione del presbitero, annunciare il Vangelo per mezzo della sua bocca, benedire, assolvere, consacrare per mezzo delle sue mani, sostenere chi vacilla o è nella sofferenza e nel bisogno con il cuore di pastore e amico del suo ministro.
Liturgia di ordinazione. Dopo l’omelia sono state intonate le litanie dei Santi, nel mentre l’eletto era prostrato a terra. Poi, Vescovo e presbiteri hanno imposto le mani sul capo dell’ordinando; mons. Boccardo ha recitato la preghiera di Ordinazione; quindi Bartolomeo è stato rivestito (da don Jozef Gercàk, col quale si trova ora a Trevi, e don Canzio Scarabottini parroco di Roccaporena di Cascia, col quale è stato a Baiano) degli abiti sacerdotali e di seguito si è inginocchiato dinanzi al Vescovo per l’unzione crismale. Si è proseguito con la consegna al novello presbitero del pane e del vino e con l’abbraccio di pace con il Vescovo e con i sacerdoti presenti. La Messa a questo punto è continuata normalmente con la liturgia eucaristica.
Doni “speciali” dall’India all’Arcivescovo. Dopo i ringraziamenti di Bartolomeo e la benedizione finale dell’Arcivescovo, i genitori del neo sacerdote sono saliti sul presbiterio e dinanzi all’altare, commossi, hanno manifestato la loro riconoscenza a mons. Boccardo, e tramite lui a tutta la Chiesa di Spoleto-Norcia, con alcuni doni: una sciarpa e una ghirlanda indiana, indossati dal Presule, e alcuni libri sulla Via crucis scritti dal papà di Bartolomeo. La serata si è conclusa con un momento di fraternità alla Terrazza Frau.
Don Bartolomeo celebra la prima Messa dopo l’ordinazione, domenica 14 gennaio 2018 alle 10.30 nel santuario della Madonna delle Lacrime a Trevi.