FOTO 2Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei: «L’Italia e gli italiani fragili, ma sostenuti, puntellati dai nostri parroci e dai nostri sindaci»

(UMWEB) Perugia. «L’Italia è un terreno fragile, come dimostra l’ultimo terremoto che ha colpito quattro regioni centrali dove anche quest’inverno tanta gente ha sofferto, ed anche gli italiani sono molto fragili, come è fragile la bellezza espressa in questa splendida chiesa che da oggi possiamo riammirare, perché la bellezza è una categoria delicata». Lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, al termine della celebrazione eucaristica della riapertura al culto della chiesa “leonina” di San Pietro Apostolo in Chiugiana di Corciano, nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, domenica sera 3 marzo, una delle cinquanta chiese edificate durante il lungo episcopato perugino (1846-1878) del cardinale Giacchino Pecci, il futuro papa Leone XIII.

«Ricordo sempre due realtà che sostengono, puntellano questo terreno fragile e le persone che lo abitano – ha proseguito Bassetti –, che sono i nostri parroci e i nostri sindaci. Essi sono al servizio del bene comune della gente e il bene comune è il bene spirituale e materiale. Il bene è unico, è comune a tutto il popolo di Dio. Ringraziamo il Signore per i nostri parroci e per i nostri sindaci che presidiano il nostro territorio. Diceva il sindaco santo di Firenze, Giorgio La Pira, “noi siamo qui per favorire tutte le attese della povera gente”».

Il presule perugino, che è da quasi due anni alla guida dei Vescovi italiani, nel visitare numerose comunità parrocchiali della Penisola (recentemente è stato in Sicilia, a Pozzallo, paese natale di La Pira), ha avuto parole di apprezzamento e di incoraggiamento per tanti parroci che si prodigano non poco spiritualmente e materialmente per le persone, anche per quelle “lontane” dalla Chiesa a testimonianza di una Chiesa “in uscita” e tra la gente, in un periodo non facile per il Paese. «In Italia – ha detto il presidente della Cei – cambiano i governi, i sindaci, i vescovi, ma rimangono i nostri parroci e così la fede va avanti nel tessuto del popolo di Dio e tutto il popolo è aiutato nelle sue necessità».

Esempio di collaborazione Comune-Parrocchia.

Da una piccola comunità di periferia dell’Archidiocesi perugino-pievese giunge l’esempio di una collaborazione tra l’Istituzione civile e quella religiosa locale, testimoniata anche dalla volontà congiunta (Comune-Parrocchia) di riaprire quanto prima al culto la chiesa (chiusa per cinque anni per lavori di restauro e di consolidamento strutturale delle volte e del tetto). In questo luogo sacro, ha ricordato il parroco mons. Fabio Quaresima, «generazioni di fedeli hanno ricevuto i sacramenti e sono cresciuti nella fede», mentre il sindaco di Corciano Cristian Betti ha parlato di «porto sicuro in cui ci si può recare sempre, quando si sta bene e quando si sta male e in difficoltà. «La comunità di Chiugiana rientra in questo luogo con commozione e emozione. Anch’io – ha commentato il primo cittadino – provo questi sentimenti per aver firmato pochi giorni fa l’ordinanza di riapertura a seguito di quella di chiusura non poco sofferta, perché andava a privare la comunità di un suo spazio meraviglioso e vivo. Oggi vedere in questa chiesa tanta gente con gli occhi lucidi, riempie di orgoglio tutta Corciano perché è qualcosa di speciale, che rivitalizza la comunità nella consapevolezza di consegnare alle future generazioni un bene prezioso, sacro, testimonianza visita della nostra storia e della nostra cultura».

Una Chiesa vicina ai luoghi di vita e di lavoro.

Il cardinale ha apprezzato i lavori eseguiti grazie al contributo del Fondo 8XMille della Chiesa cattolica, del Comune di Corciano, della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio dell’Umbria, di non pochi benefattori e alla tenacia del parroco mons. Quaresima. «Questa chiesa – ha commentato – è stata ben restaurata e dotata di un impianto di illuminazione che crea dei chiaro-oscuri che mettono in evidenza i suoi spazi architettonici caratteristici (in primis le volte, n.d.r.) delle chiese “leonine”. Sono i luoghi di culto voluti da Leone XIII quando era vescovo di Perugia e lo fu per 32 anni prima di diventare Papa, costruiti soprattutto in zone rurali. Il cardinale Pecce ebbe l’intuizione di far edificare questo gioiello prezioso come altri (in tutta la diocesi sono più di cinquanta le chiese cosiddette “leonine”, n.d.r.) affinché la Chiesa fosse vicina ai luoghi di vita e di lavoro della gente, nei centri abitati in espansione demografica e urbana della seconda metà dell‘800».

Attenti ai tanti lupi della società di oggi.

Il cardinale Bassetti, nell’esprimere la sua gioia nel vedere molti fedeli alla messa di riapertura della chiesa di Chiugiana, ha parlato di un’«occasione per farci prendere coscienza che siamo popolo di Dio e che tutti insieme dobbiamo camminare dietro a Gesù, che ci precede nell’indicarci la via della salvezza. Dobbiamo seguire gli insegnamenti di Cristo perché nella società di oggi ci sono tanti lupi che ci girano intorno ed è facile farsi mangiare da loro».

Siamo pietre vive anche se contiamo poco...

Il presule, nell’omelia, ha ricordato che «la Chiesa ha senso se c’è dietro il popolo di Dio, che ha bisogno anche della sua casa. Anche la chiesa, come edificio, acquista tutto il suo valore e significato essendo il luogo sacro dove noi ci riuniamo per ascoltare la Parola di Dio, per ricevere i sacramenti, per pregare, per attingere quella forza per testimoniare la propria fede. I momenti più belli della nostra vita, penso al battesimo, al matrimonio, ma anche i più tristi, come la perdita di una persona cara, si sono tutti conclusi in questa chiesa o in altre». Ricordando quanto ha scritto papa Francesco nell’Evangelii gaudium, il cardinale Bassetti ha detto che «la Chiesa ha il compito di recuperare i suoi figli da condurre a Dio. Questa maternità della Chiesa si esprime proprio fra queste mura e il popolo cristiano che le vive, che ha il senso della fede. La chiesa fatta di pietre è la casa di Dio e del suo popolo in mezzo alle case degli uomini». Citando l’apostolo Pietro a cui è intitolata la chiesa di Chiugiana, il porporato ha detto: «San Pietro ci dice che Gesù è la pietra angolare che regge tutto l’edificio, che è fatto di pietre vive, che siamo noi animati dallo Spirito Santo. Siamo pietre vive anche se contiamo poco, pieni di acciacchi e con pochi quattrini, ma siamo grandi perché figli di Dio, pietre spirituali che formano un edificio, la Chiesa come comunità dei Santi».

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