(ASI) La partecipazione a Linea Verde su RaiUno, una due giorni di studio su agricoltura e cambiamenti climatici. la presentazione di un libro dal titolo “Perché proprio (b)io?”, summa di una vita. Torre Colombaia a San Biagio della Valle “non è la prima azienda biologica dell’Umbria, ma la prima certificata” scrive il titolare Alfredo Fasola Bologna, aggiungendo che dalla certificazione Aiab ottenuta nel 1986 la sua eco è rimbalzata in Italia ed all’estero, ancor prima che in ambito regionale.
Qualunque aggettivo risulta parziale a definire Torre Colombaia, tanto è monumentale e preziosa, estesa su 160 ettari di area SIC (Sito di Importanza Comunitaria), dei quali 100 costituiti da uno dei rarissimi esempi umbri di bosco planiziale ad alto fusto, tale da garantire quella purificazione di aria ed apporto idrico favorevole alle colture biologiche, diffuse su oltre 30 ettari. Sulla restante superficie, inoltre, un Agriturismo vocato ad accogliere soprattutto gruppi di studio, ricerca e sperimentazione dall’intera penisola ed un Ristorante per cene vegane (dal 1° settembre aperto anche domenica a pranzo - prenotazione 075 8787381). A garantire l’approvvigionamento energetico, i pannelli solari “copriamo anche metà del fabbisogno di San Biagio della Valle” dice Fasoli, ed a farsi carico dell’enorme mole di lavoro, una decina di addetti, ai quali si aggiungono lavoratori stagionali, oltre a volontari e stagisti da tutto il mondo, Canada Connecticut, Siberia come “una studentessa dell’Università di Tomsk dove è attiva una facoltà di Ecologia”. Nel granaio, quasi una cattedrale dall’atmosfera ovattata, dominata dal bianco della tela degli enormi sacchi, le produzioni tipiche, girasole, lino, grano saraceno, kamut, meglio detto Grano del Faraone, grano tenero di diverse varietà. Prodotti trasformati nel molino a pietra in farine e spremuti a freddo per dare oli ricchi di Omega3 e Omega6, destinati alla medicina naturale, specie quella che segue il metodo Kousmine. Proprio il girasole ed il suo olio hanno affascinato Patrizio Roversi, inviato di Linea Verde, autore del servizio in onda domenica 6 settembre (il 13/9 sempre dall’Umbria ci sarà l’Azienda Rinaldi con il pomodoro di Mercatello – ndr). In questa bio-azienda, comunque, dominano la ricerca e sperimentazione, vivificate dal rapporto con il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria – da lì scaturisce la coltivazione di varietà antiche di grano tenero (Biancola, Abbondanza, Gentilrosso) da cui si ottengono le farine di semi antichi – e con l’Università degli Studi – sarà la facoltà di Agraria, a novembre, a curare la presentazione di “Perché proprio (b)io?”, la cui prefazione è firmata da Carlo Petrini fondatore di Slow Food. Una domanda inevitabile per l’autore, già ricercatore e docente universitario, con una solida esperienza maturata negli Usa ed un passato da sindacalista. Lo scrive e, soprattutto, lo spiega con l’efficacia di chi è avvezzo a comunicare, “una scelta prevalentemente ideologica (negli Anni Ottanta aveva abbracciato e militava attivamente nel movimento eco pacifista – ndr) che si rivelò un’intuizione profetica e fortunata, perché l’utopia di chi sognava un mondo meno inquinato, sarebbe divenuta nei successivi decenni una tendenza non più di nicchia del consumo alimentare in Italia ed in Europa”. Il testo va oltre la biografia ed offre spunti per il consumatore consapevole e le aziende bio-agricole – in Umbria superano quota mille – invitate a condividere esperienze. Perché fare rete è un’esigenza ed un obiettivo, ribadisce l’autore/agricoltore/imprenditore.“Oltre a sopravvivere economicamente tra multinazionali che fanno biologico importato nascosto bellamente in etichetta – risponde sollecitato ad immaginare il futuro – ed incrementare il rapporto con i clienti, dai Gruppi di Acquisto Solidale ai privati, costruire una rete di realtà in grado di lottare e favorire una sensibilizzazione sul problema del riscaldamento globale”. Su questo, l’ultima chicca, ad ottobre l’azienda ha in programma un Convegno - in preparazione della COP21, la Conferenza di Parigi 2015 sul clima da cui ci si attende un documento unitario, 18 anni dopo Kyoto - dal titolo “La crisi del clima, effetti nei cieli e sulle terre”. Tra i relatori, Alberto Castagnola, economista esperto di problematiche internazionali e Vincenzo Vizioli, presidente nazionale Aiab.