DSC 0310L’Arcivescovo: «Dalla Porta Santa usciamo incontro agli uomini e al mondo con i gesti di un amore misericordioso e compassionevole. Per noi figli della Chiesa di Spoleto-Norcia in questo momento storico si concretizza in prossimità e gemellaggio con le comunità delle zone di Norcia e di Cascia colpite dal terremoto, per portare a quella gente consolazione e speranza».

(UNWEB) Spoleto. Con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Renato Boccardo nella Basilica Cattedrale di Spoleto, domenica 13 novembre si è concluso nell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, così come nelle Diocesi di tutto il mondo, tranne Roma (si concluderà domenica 20 novembre), il Giubileo straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco per essere toccati dal Signore Gesù e trasformati dalla sua misericordia. Tantissimi i fedeli accorsi in Duomo da ogni zona della Diocesi, nonostante il freddo pungente e la paura del terremoto che ancora ha le meglio. La liturgia è stata animata dalla corale diocesana, ossia l’insieme di più cori parrocchiali. Quasi al completo il presbiterio diocesano. Giovani, famiglie, anziani, religiosi, religiose, eremiti, membri di associazioni e movimenti, tutti a lodare e rendere grazie a Dio per i doni ricevuti in questo Anno Santo, per la misericordia accolta e donata, per la riscoperta consolante della fedeltà e della tenerezza di Dio nei nostri confronti, al di là di ogni nostro merito. Il primo pensiero dell’Arcivescovo è stato per i «nostri fratelli e le nostre sorelle terremotati». In Duomo c’erano rappresentanti delle parrocchie più colpite dal sima, Norcia, Cascia e Preci. Hanno presieduto l’assemblea liturgica l’antica immagine della SS. ma Icone della Vergine Maria, venerata come Madre di misericordia, e la reliquia del Santo patrono Ponziano, «alla cui intercessione – ha detto mons. Boccardo - ci affidiamo affinché ci ottenga da Dio protezione e difesa in questo tempo segnato dal terremoto e dalla paura». Al momento dell’offertorio, i rappresentanti delle Pievanie recheranno all’altare doni simbolici, destinati a sostenere materialmente gli abitanti delle due Pievanie della Valnerina - di Norcia e di Cascia - che devono affrontare le conseguenze del sisma. È stato un segno della fraternità e condivisione delle comunità parrocchiali della Diocesi con questi fratelli e sorelle.

Il Vangelo del giorno presentava guerre, rivoluzioni, sconvolgimenti, terremoti. «In realtà – ha chiarito l’Arcivescovo nell’omelia - è un annuncio di pace: le sventure ci saranno sempre, perché fanno parte integrante della storia umana, non le ha portate Gesù; ciò che Gesù ha portato è piuttosto la possibilità di vincerle mediante la fede nel suo nome. Non possiamo tuttavia misconoscere che questo ci mette davanti una verità assai austera: “Non resterà pietra su pietra”. In un qualche modo, è la lezione che possiamo trarre dai tragici eventi del terremoto che continua a ferire in modo così violento e devastante le nostre terre e le nostre vite. Di fronte a questi accadimenti misteriosi e tumultuosi, preghiamo perché lo scoraggiamento non abbia il sopravvento, mai. Dio ha forse abbandonato il mondo? Ha ritirato la sua mano di Padre? Ha chiuso le finestre del cielo? Se tendiamo l’orecchio, possiamo percepire una voce che vuole rispondere alle nostre domande. È la voce che scende dalla croce: il Crocifisso ci parla dell’amore di Dio, della sua incrollabile fedeltà all’uomo uscito dalle sue mani creatrici (cf Gen 1, 26-27); ci parla della misericordia che si fa carne perché non muoia la speranza e nasca sempre di nuovo la vita della grazia. Quella voce dice: “Non temete, io sono con voi sempre” (cf Mt 28, 20)».

Mons. Boccardo ha ricordato che durante questo Anno giubilare «abbiamo varcato più volte la Porta Santa per abbandonare la nostra alterigia, il nostro egoismo, l’orgoglio, l’errore, la vendetta, il rancore. Il Giubileo ci ha invitato ad aprire ogni giorno quella porta perché la nostra vita non si stanchi, i nostri minuti non sembrino tutti uguali. Questo speciale Anno – ha proseguito il Presule - ha inteso destare nelle coscienze una attenzione rinnovata alla centralità della misericordia nella vita dei cristiani e nella vita della Chiesa: ad intra, delineando la Chiesa come scuola e palestra della misericordia; e ad extra per la forza di credibilità e di persuasione che il Vangelo e il suo vissuto devono avere sugli altri». L’Arcivescovo ha sottolineato che «di misericordia il mondo di oggi ha un vitale bisogno, giacché il potere del male non è interamente vincibile solo dallo sviluppo scientifico e tecnico. Chiamati a continuare nel mondo la missione di Gesù, dobbiamo apprendere da lui a declinare la misericordia in parole di speranza e di vita e in gesti coinvolgenti, lasciandoci toccare dalle vicende degli uomini e sapendo “toccare” le persone». Ecco allora che la Porta Santa non si chiude. «Essa – ha detto mons. Boccardo - rimane aperta perché i figli della Chiesa, attraversandola in uscita dopo aver attinto alla Parola e ai Sacramenti motivazione, forza e luce, vadano incontro agli uomini loro fratelli e al mondo con i gesti di un amore misericordioso e compassionevole». Per questo motivo, al termine della Messa, Vescovo, preti e fedeli sono usciti dalla Porta Santa per ricevere sul sagrato del Duomo il mandato ad essere testimoni e operatori di misericordia. «Noi – ha affermato l’Arcivescovo - interpreteremo come primo frutto di questo Giubileo la partecipazione convinta e generosa al dolore e alla prova dei fratelli, come se Gesù ci dicesse: “Ero terremotato e mi hai aiutato” (cf Mt 25, 40). Con il coordinamento della Caritas diocesana, vogliamo dunque iniziare un cammino di prossimità e di gemellaggio con le comunità delle zone di Norcia e di Cascia, per portare a quella gente consolazione e speranza».

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