AGB 7263(UNWEB) Perugia. Si è tenuto questa mattina alla Sala dei Notari il consueto appuntamento organizzato dall’Unicef Comitato regionale Umbria per riflettere sui diritti dei bambini nel nostro paese e nel mondo.


All’incontro hanno partecipato, insieme al Presidente del comitato regionale Unicef Paolo Brunetti e al Presidente ad interim Iva Catarinelli, che hanno presentato i dati del rapporto annuale sulla condizione dell’infanzia nel mondo, anche l’Assessore regionale all’Istruzione Antonio Bartolini, l’assessore comunale alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza Diego Dramane Wagué, il rappresentante della Consulta studentesca Giovanni Rende e la consigliera comunale Angela Leonardi.
Alla platea di bambini presenti, l’assessore Bartolini ha ricordato la condizione di tanti loro coetanei colpiti dal terremoto che non hanno più una scuola o i giochi e che vivono lontano dalla propria casa. Li ha invitati quindi a mostrare concretamente la loro solidarietà anche semplicemente donando loro un gioco.
Ha sottolineato, invece, la costante e proficua collaborazione del Comune con l’Unicef l’assessore Waguè, che ha ringraziato gli alunni delle scuole perugine per la disponibilità ad aiutare gli altri dimostrata in più occasioni. Wagué ha, quindi, invitato i ragazzi a fare sempre la propria parte “perché –ha detto- solo tutti insieme si possono superare al meglio le difficoltà e si può costruire insieme un futuro migliore per la città.”
Anche Rende ha, infine, invitato i piccoli partecipanti all’incontro a prendere consapevolezza fin da adesso di come vi siano tanti bambini che non hanno la possibilità di godere dei loro diritti a causa di un sistema che li calpesta ogni giorno, invitandoli a diventare adulti consapevoli e desiderosi di dare il proprio contributo per cambiare questo sistema.
I rappresentanti dell’Unicef per l’Umbria si sono, quindi, concentrati sui dati dello studio mondiale dell’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti dei bambini, che parlano –anche per il nostro paese- di una situazione non certo esaltante.
“Anche in Italia –ha sottolineato Brunetti- l’infanzia non è protetta come dovrebbe. Oltre 1 milione di famiglie vivono in condizione di povertà assoluta con un incremento soprattutto nel mezzogiorno, dove 1 famiglia su 10 versa in tale condizione. Un minore su tre è a rischio di esclusione sociale.”
Per quanto riguarda, invece, la situazione dell’Infanzia a livello mondiale, il rapporto Unicef mette in evidenza come se il mondo non si concentrerà sulla drammatica situazione dei bambini più svantaggiati, entro il 2030 (data conclusiva degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) 69 milioni di bambini sotto i 5 anni moriranno per cause prevalentemente prevenibili, 167 milioni di bambini vivranno in povertà e 750 milioni di donne si saranno sposate da bambine; più di 60 milioni di bambini in età da scuola primaria saranno esclusi dalla scuola.
Secondo il rapporto sono stati fatti importanti progressi nel salvare le vite dei bambini, riportandoli a scuola e aiutando le persone ad uscire dalla povertà. Il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni, dal 1990, è più che dimezzato ed in paesi come Etiopia, Liberia, Malawi e Niger il tasso è sceso di oltre due terzi; in 129 paesi un eguale numero di bambini e bambine frequentano la scuola primaria e, rispetto al 1990, a livello globale, il numero delle persone che vivono in povertà estrema si è ridotto quasi della metà. Dal 1990 Il numero di morti tra le madri è diminuito del 43%; il numero annuale di morti di bambini sotto i 5 anni per polmonite, diarrea, malaria, sepsi, pertosse, tetano, meningite, morbillo e AIDS è diminuito da 5,4 milioni nel 2000 a 2,5 milioni nel 2015. I programmi per le vaccinazioni hanno portato ad una diminuzione di circa l’80% dei decessi per morbillo tra il 2000 e il 2014, prevenendo così la morte di circa 1,7 milioni di bambini.
Secondo il rapporto, questo progresso però non è ancora equo. I bambini più poveri hanno il doppio delle probabilità, rispetto a quelli più ricchi, di morire prima del loro quinto compleanno e di soffrire di malnutrizione cronica.
Sebbene l’istruzione giochi un ruolo fondamentale nel fornire le stesse opportunità a tutti i bambini, dal 2011 il numero di bambini che non frequentano la scuola è aumentato e un numero significativo di coloro che vanno a scuola non apprende. Circa 124 milioni di bambini oggi non frequentano la scuola primaria e la secondaria inferiore, e almeno 2 su 5 che finiscono la scuola primaria non hanno imparato a leggere, scrivere o svolgere semplici operazioni aritmetiche.
La Condizione dell’Infanzia nel Mondo presenta un quadro preoccupante per ciò che il futuro riserva ai bambini più poveri del mondo, a meno che i governi, i donatori, le organizzazioni internazionali e del mondo economico non accelereranno i propri sforzi a favore dei bisogni di questi bambini.
Nel 2014, nei 41 paesi più ricchi, quasi 77 milioni di bambini vivevano in condizioni di povertà monetaria. Prendendo come riferimento i livelli pre-crisi, dopo il 2008 i tassi di povertà infantile sono aumentati in 23 paesi OCSE. In cinque di questi, i tassi di povertà infantile sono saliti di più del 50%. Nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea, la percentuale dei bambini che vive in povertà è superiore a quella degli adulti.
Secondo un recente rapporto, inoltre, le emergenze umanitarie e le crisi protratte hanno interrotto l’istruzione di più di 75 milioni di bambini dai 3 ai 18 anni di età in 35 paesi nel mondo. Di questi, più di 17 milioni sono rifugiati, sfollati o appartenenti a un'altra popolazione a rischio. In particolare, le bambine in contesti colpiti da conflitto, hanno probabilità 2,5 volte superiori di non andare a scuola rispetto alle coetanee in ambienti più pacifici. Nel 2014 in Nigeria, il gruppo armato Boko Haram ha rapito centinaia di donne e ragazze nel corso di pesanti attacchi. Tra il 2012 e il 2014, il gruppo ha ucciso 314 bambini nelle scuole della Nigeria nord-orientale. Dall’inizio della rivolta alla fine del 2015, più di 600 insegnanti hanno perso la vita e più di 1.200 scuole sono state danneggiate o distrutte. Docenti e alunni sono stati attaccati, rapiti e uccisi anche nello Yemen, nella Repubblica araba di Siria e in molti altri paesi. Solo nel 2014, sono avvenuti 163 attacchi contro scuole in Afghanistan, nove istituti nella Repubblica Centrafricana e 67 scuole in Iraq.
Nel corso dell’incontro sono stati anche consegnati gli attestati alle Scuole che hanno partecipato al progetto UNICEF – MIUR “Scuola Amica dei bambini e degli adolescenti”.


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