(UNWEB) Perugia Domani alle 16:30 secondo appuntamento streaming del ciclo di conferenze dedicate al “Divin Pittore”, con un tema piccante, che da sempre divide studiosi e critici d’arte: il confronto tra i due “sposalizi” della Vergine: quello di Pietro Vannucci e quello di Raffaello Sanzio, e la storia che dà origine ai due dipinti.
“Tutto comincia con un anello – anticipa Maria Rita Silvestrelli - il cui valore è senza pari...”
“...Accompagnato da un’insolita nebbia, il 29 luglio del 1473 giunge a Perugia Fra’ Winterio di Magonza - spiega la docente - recando con sé l’Anello sponsale della Vergine Maria per donarlo alla città dei Baglioni, dopo che era stato sottratto a Chiusi. Dopo molto contendere la venerata reliquia viene collocata in Duomo, nella cappella di San Giuseppe e Pietro Vannucci, ‘Il Meglio Maestro d’Italia’, eseguirà la tavola d’altare con lo Sposalizio della Vergine, dove reinventa lo schema della Consegna delle chiavi della cappella Sistina. Un tempio ottagono - dettaglia la prof.ssa Silvestrelli -, che diventa simbolo della chiesa tutta, rialzato da più gradoni, sulla gran piazza bianca e rosa animata da pretendenti delusi, viandanti e soldati. Ed eccoci al punto – sottolinea la docente – : la tela diverrà il modello che verrà seguito da Raffaello Sanzio quando Filippo Albizzini gli commissiona un altro Sposalizio della Vergine, per la cappella di San Giuseppe, nella chiesa di san Francesco a Città di Castello. L’arte del Maestro ventunenne si innalza in quell’opera e segna, con la data MCCCCCIIII, la felice svolta dei suoi percorsi futuri”.
Conclude Silvestrelli: “Confrontare i due dipinti è un esercizio antico, cominciato già da Vasari. Sin da allora, in tale comparazione, il Perugino perde, anche se resta suo il geniale impianto architettonico dell’opera.”
Buon ascolto, dunque.