ARVOPART2Polifonia Sacra tra antico e moderno. Sublime concerto nella Basilica Superiore San Francesco, ad Assisi.

(ASI) Nell ’intramontabilità della Musica ogni alba vede e si risveglia con occhi nuovi: con l’incanto che la storia e il tempo non fanno mai invecchiare ciò che la bellezza produce, crea, immortala.


La settantesima edizione della Sagra Musicale Umbra ha toccato i vertici dello stupore e della meraviglia, con uno straordinario concerto vocale di polifonia sacra che si è tenuto nella Basilica Superiore di Assisi, venerdì 18 settembre 2015, in omaggio agli Ottanta anni del grande compositore estone Arvo Pärt, celebrati l’11 settembre.
Eseguito dal prestigioso gruppo di musica vocale “The Tallis Scholars” , storico complesso fondato nel 1973 dal loro direttore Peter Phillips, l’antico e moderno volto della musica sacra si è fuso inondando di una voce celestiale lo spirito eterno della atemporalità del suono, che nella Basilica Superiore di Assisi ha brillato di eccelsa e struggente intensità, mescolandosi alla preghiera e alla peculiarità della fede. Autori diversi in epoche diverse ma mai diseguali per cantare l’amore di Dio, la misericordia, l’afflato, la benedizione. Autori del passato, mai remoto, che hanno fatto la storia della polifonia sacra per giungere alla dimensione attuale della ricerca e della contemplazione della purezza o ‘purità’ della musica dei nostri giorni, troppo immersa nei propri anestetici sillogismi retorici, diafani, spettrali, balbuzienti. Tutto questo è quello che lo straordinario concerto proposto per questa appassionata edizione della Sagra Musicale Umbra ha voluto significare: autori del Cinquecento quali Taverner, Sheppard, Tallis, Mouton, Aliseda, Allegri, all’unisono, per traversare e attraversare degnamente il ponte storico di secoli di musica, per giungere e ricongiungersi nella visione artistica di uno dei più grandi compositori viventi come Arvo Pärt.
L’affascinante compositore estone è debitore e profondo conoscitore del suono primevo per così dire, appartenente alla monodia gregoriana. Proveniente da anni di studi fecondi della produzione dei primi polifonisti (Leoninus, Perotinus), da quel suo mondo musicale ripulito dall’esteriorità della composizione si entra in una dimensione sonora introspettiva, con quell’effetto oscillatorio che lui stesso definisce “ tintinnabulo”, a mo’ di campana. In effetti le sue composizioni sono l’essenza della semplicità musicale che è difficile da raggiungere, da esplorare...
Il mondo di Arvo Pärt è un mondo musicale dell’Essere, non dell’Esistere, è un mondo che si affaccia dall’interno della dimensione sonora per restarvi alla maniera fluttueggiante dell’oratore, di chi prega per innalzarsi verso una nuova e insondabile spiritualità, pur rimanendo sospeso all’interno di un mondo fatto di battiti regolari, di pulsazioni e agglomerati sonori che rimandano all’emozione pura, all’essenzialità, come appunto la preghiera. Una condizione spirituale di innocenza che si riversa in ogni nota da lui pensata, intimamente, nell’albore della composizione.
Magistrale ed evocativa l’esecuzione vocale del gruppo “The Tallis Scholars” che, in una precisione stilistica, timbrica e tecnica, ha dato al concerto uno spessore artistico di ineguagliabile versatilità. Voci ed armonie per intrecciarsi come i giorni di una stagione divina, per elevarsi ‘altissimamente’ nella bellezza della musica, di quest’arte suprema dello spirito e del pensiero.
L’essenzialità e la preghiera sono l’anima della musica... Grazie ad Arvo Part e agli autori “sacri” della musica dei secoli che ci precedono temporalmente, possiamo ancora dire di sopravvivere, in questo mondo sommerso da suoni inutili, da voci inudibili, da vagiti impronunciabili.
Pena la decadenza della nostra civiltà, grazie alla Musica c’è sempre un’ aurora domattina
in cui è dolce risvegliarsi...

Sarah Minciotti – Agenzia Stampa Italia.

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