(ASI) PERUGIA – Da quel terribile venerdì 13 novembre 2015, le nostre vite di cittadini europei non sono più le stesse. La paura sta prendendo il sopravvento. Angoscia e spavento non possono però condizionare il nostro vivere, la nostra quotidianità, come il semplice andare a un ristorante, un evento sportivo o entrare in una sala concerti.
A Parigi con gli attacchi feroci del terrorismo sono stati colpiti i luoghi della “normalità” delle nostre città. È stata colpita la qualità e la serenità dello stare insieme, la convivialità, l’ascolto della musica. Quest’ultima in particolare è da sempre la più osteggiata, per la verità anche nel “civile” mondo occidentale, perché “arte della vita”, accessibile a tutti e soprattutto priva delle mediazioni linguistiche, perciò universale. E l’arte, si sa, può cambiare il mondo: sempre in meglio.
Colpire un luogo della musica come il Bataclan è un atto, oltre che vile, anche simbolico, come distruggere il sito archeologico di Palmira, patrimonio dell’umanità. La ferocia dei terroristi si è così scatenata sul giovane pubblico del locale parigino, giovani contro giovani, modelli differenti di vita ma un solo tratto comune, l’età. Una prospettiva di vita immensa per tutti: il futuro.
Comprensibilmente sconvolti, i membri degli Eagles of Death Metal, la band che suonava al momento dell’attacco, hanno anche usato parole come queste da condividere: “Siamo uniti ora da un obiettivo comune, fatto di amore e compassione, per provare ancora un’altra volta che entrambe possono eclissare il male”.
Tanti volti sorridenti e grande energia erano contenuti dentro il Bataclan prima degli spari. Una magia, che chi vive e chi segue la musica conosce bene, spezzata all’improvviso. Perché la musica avvicina le persone, in ogni parte del mondo, e unisce. Per questo è stata colpita.
La Fondazione SergioPerLaMusica si è chiesta quello che può e forse deve fare una realtà come la sua, che si occupa soprattutto di musica. Non si vede altra possibilità che quella di continuare a organizzare e ad andare nella sale dei concerti, per ascoltare la musica insieme, per essere liberi, praticare il rispetto delle culture di tutti.
“Una fondazione per la felicità” è come si autodefinisce la stessa Fondazione. Perché l’obiettivo è sviluppare un progetto culturale e musicale, ereditato dal patrimonio ideale nato dall’esperienza umbra e, come recita lo Statuto, “per perseguire il meglio per la nostra società e ampliare la formazione intellettuale e civile della comunità attraverso occasioni di crescita collettiva”.
La tensione diventa un’abitudine destinata a cambiare la percezione di chi ci passa accanto, di chi incontriamo e di ciò che vediamo. Occorre reagire e per questo la Fondazione ha pensato a un grande concerto per la vita e per la musica per parlare al mondo intero: “Vive la vie, Vive la musique”.
Quello che stiamo vivendo è un momento difficile per il mondo, c’è bisogno di un messaggio di pace, libertà, uguaglianza e rispetto che solo il linguaggio della musica, proprio perché universale, può riuscire ad elevare saltando confini e steccati ideologici.
Chi ama la musica e crede in un mondo pacificato grazie al dialogo, deve battere un colpo. Chi può usare gli strumenti della pace, del dialogo e del rispetto reciproco li usi in modo giusto. Voci e altri mezzi musicali sono potenti, da usare insieme a chi ascolta, per combattere chi pensa che la musica, come la vita stessa possa corrompere l’anima e il corpo.
Per fare questo serve un luogo simbolo, un luogo riconosciuto per la sua carica spirituale e culturale in grado di essere percepito come il luogo del dialogo e del rispetto reciproco: Assisi.
La Fondazione SergioPerLaMusica rivolge quindi a tutti, agli umbri, agli italiani, ai cittadini europei, ai cittadini del mondo, alle organizzazioni politiche e ministeriali, alle associazioni, alle istituzioni (civili, militari e religiose), ai musicisti, e soprattutto ai frati del Sacro Convento di Assisi, sempre sensibili ad iniziative come queste, un appello per costruire insieme una giornata capace di allontanare la paura con forza e coraggio, per guardare al futuro, per andare oltre le differenze umane.
Un momento di riflessione, un confronto interreligioso e interculturale da cui possa uscire un nuovo appello alla costruzione di una civiltà della convivenza: rinnovare insomma l’impegno per una civiltà di pace, fratellanza, tolleranza in cui tutti siano cittadini del mondo, uniti per superare ogni forma di terrorismo, odio, fanatismo e intolleranza.
“Vive la vie, Vive la musique!”
Per info e contatti:
www.fondazionesergioperlamusica.it
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