presentazione programmazione teatro del pavone 11(UNWEB) Il Comune di Perugia presenta ufficialmente la nuova gestione diretta del Teatro del Pavone, uno dei luoghi più simbolici della vita culturale cittadina, che da ottobre 2025 torna ad essere spazio pubblico, aperto, condiviso e partecipato, con una programmazione ricca e articolata.

Il progetto nasce dalla volontà dell’amministrazione di generare un impatto socio-culturale ampio e significativo sulla città, rispondendo ai bisogni sociali emergenti, promuovendo la partecipazione attiva della cittadinanza e contrastando il disagio giovanile attraverso l’arte, la cultura e la comunità.
Il Teatro del Pavone diventa così uno spazio pubblico aperto, inclusivo e capace di accogliere le molteplici espressioni artistiche e sociali del territorio.
Consapevole della complessità della sfida, l’Amministrazione attiverà un processo di coprogettazione con la cittadinanza, le associazioni e gli operatori culturali, per individuare insieme gli strumenti più efficaci per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tra questi, il contrasto al disagio giovanile attraverso la promozione di iniziative culturali e artistiche che parlino alle nuove generazioni.
Un teatro che unisce la città - Il Teatro del Pavone si propone come laboratorio culturale permanente in cui il Comune di Perugia collabora con festival, rassegne, associazioni, enti e istituzioni per costruire insieme una programmazione che sia espressione della città e per la città.
Il claim “Unisce la città” sintetizza la visione del progetto: un teatro che non è solo contenitore di eventi, ma motore di relazioni, inclusione, creatività e cittadinanza attiva.
Questo cartellone anticipa un processo di coprogettazione culturale che mira a coinvolgere il maggior numero di realtà del territorio. Questo processo, già iniziato per il coordinamento di questi tre mesi, avrà un primo momento di confronto pubblico il 28 ottobre alle 21: gli operatori culturali sono invitati a preparare un intervento sullo stato dell’arte della cultura.
I protagonisti di questi primi tre mesi:
Umbria Jazz - Verrà proiettata la prima documentary series targata Umbria Jazz.
Stagione concertistica Amici della Musica - Recital e musica da camera con artisti di rilievo nazionale e giovani talenti premiati.
Questa è acqua Festival - Due giorni di incontri irripetibili. Un festival che come l’acqua prende la forma del contenitore, le nostre anime si modellano sulle opere che le attraversano.
Strabismi Festival 2025/26 - Rassegna di teatro, danza e musica emergente, con la Direzione Artistica Partecipata che coinvolge giovani tra i 18 e i 30 anni.
Festival Segnali - Conservatorio di Musica di Perugia - Dopo un lungo periodo di assenza torna il Festival di Arti audiovisive e performative a cura del Conservatorio di Musica “F. Morlacchi” di Perugia. Il 9 ottobre al Teatro del Pavone.
Festival “Perugia Serenamente” - Due giorni dedicati alla salute mentale e alla lotta contro la solitudine sociale, con laboratori, spettacoli e incontri.
Festival Internazionale per la Parità di Genere - Unico in Italia, con oltre 70 relatori e 30 eventi su lavoro, stereotipi, violenza di genere e arti performative.
Umbria Danza Festival – Sezione Kids - Spettacoli e progetti coreografici per bambini e ragazzi, con focus su creatività e nuove tecnologie.
Omaggio a Ennio Morricone con Pax Orchestra - Spettacolo teatrale e musicale con narrazioni, video e musiche celebri del Maestro.
Musicittà – Concerto A Gershwin Rhapsody a dicembre.
Eventi speciali e sociali - Ci saranno il tributo a Riccardo Regi, il Perugia Panathlon Day, la celebrazione dei 40 anni del Teatro di Sacco, dei 10 anni del Teatro di Colombella e il musical Paris Rouge.

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Il Teatro del Pavone riparte grazie alle proposte e ai contributi di tutta la città. E’ questo il messaggio lanciato alla presentazione della programmazione nella sala Rossa del Palazzo dei Priori, a cui hanno partecipato la sindaca Vittoria Ferdinandi, il vicesindaco con delega alle politiche culturali Marco Pierini, l’assessore allo spettacolo dal vivo e città storica Fabrizio Croce e Matteo Svolacchia, ufficio diretta collaborazione Assessorato alle Politiche culturali. Presenti numerosi rappresentanti degli enti e delle associazioni che animeranno la stagione al Pavone.

“Non presentiamo solo i prossimi tre mesi di programmazione – ha detto Marco Pierini introducendo l’incontro -, ma un progetto in divenire che ha un obiettivo diventato anche il claim ‘Unisce Perugia’. Il Teatro del Pavone, dopo i lavori che per lungo tempo lo hanno interessato, è stato inaugurato come spazio fisico e non ancora come spazio culturale. Ci si aspettava che vi fosse un affidamento della gestione e invece abbiamo scelto una gestione diretta, che non è dell’amministrazione ma più propriamente della città. Significa che questo teatro apre le porte alle migliori forze di Perugia e non solo. Il suo cartellone non fa concorrenza a nessuno perché riempie un vuoto dando finalmente una risposta a molte associazioni e festival che avevano bisogno proprio di uno spazio con certe caratteristiche per centralità, numero di posti e acustica. Uno spazio dove si può fare pressoché tutto e che resta aperto alla sperimentazione, così come a ogni tipologia di spettatore”.

“Oggi si inserisce un tassello importante nel mosaico degli spazi culturali della città – è poi intervenuto l’assessore Fabrizio Croce -. Questo teatro, parte della storia di Perugia, con una capienza di circa 400 posti può ospitare eventi performativi e non solo, assolvendo una funzione complementare all’auditorium San Francesco al Prato e ai piccoli teatri di cui disponiamo, quasi tutti di proprietà comunale. Il Teatro del Pavone deve lavorare in rete con altri spazi e svolgere un ruolo di incubatore accogliendo nuove progettualità, una varietà di linguaggi artistici, così come piccoli operatori che vogliono collaborare tra loro. Non a caso è già fissata la data del 28 ottobre: inauguriamo un nuovo metodo di gestione, sperimentato anche per dare vita a questi primi mesi di programmazione, con un momento di dialogo pubblico con le forze della città”.

“Non c’è una vera e propria direzione artistica, ma un coordinamento da cui scaturisce una programmazione sempre aperta a nuovi contributi”, ha precisato Matteo Svolacchia. “L’obiettivo – ha proseguito - è poter essere ‘pescatori di perle’ mettendo insieme e facendo relazionare una varietà di realtà culturali, tutte quelle che vorranno collaborare. Così abbiamo accolto le proposte che ci sono state presentate mettendo anche in dialogo, nel cartellone, operatori finora rimasti distanti. Un’operazione che ci ha consentito di inserire anche iniziative già programmate in altri luoghi non propriamente deputati allo spettacolo. Così ospiteremo eventi di realtà blasonate come Umbria Jazz, Amici della Musica ma anche festival nati in altre città, compagnie emergenti ed eventi speciali, come il ricordo di Riccardo Regi, i 40 anni del Teatro di Sacco e i dieci anni del Teatro di Colombella, per sottolineare anche quanto è stato fatto finora sul territorio. Il 28 ottobre sarà dunque un momento speciale in cui proseguirà la costruzione di questo modello di gestione condivisa”.

La sindaca Ferdinandi ha sottolineato che “restituire alla collettività uno spazio culturale è restituire un punto di luce e anche sicurezza. Corso Vannucci riacquisterà senza dubbio una luce diversa. Oggi riprende un percorso iniziato tanto tempo fa. Ringrazio le amministrazioni e gli uffici tecnici che hanno lavorato per restituirci il luogo fisico. A noi l’arduo compito di restituire ad esso l’anima. Ringrazio, quindi, anche l’Unità operativa Cultura e la dirigente Roberta Migliarini per averci sostenuto in una scelta coraggiosa. Assumere la gestione di un luogo così importante in un tempo in cui nessuno sembra scommettere sulla cultura non era infatti scontato. Questa scelta è coerente con la volontà palesata in campagna elettorale di costruire spazi per valorizzare la vivacità artistica e culturale di cui Perugia è scrigno. Il nostro territorio è pieno di perle e il Teatro del Pavone diventerà un grande ascensore ove far entrare realtà grandi e piccole, un contenitore delle tante identità della città, un luogo che deve essere davvero di tutti perché la cultura è strumento di welfare, di salute e di costruzione delle identità individuali e collettive”.


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