Lamentata la scarsa attenzione di Confartigianato Imprese Provinciale a territori importanti che “pesano”, da soli, per circa la metà degli iscritti dell’Associazione
(ASI) Perugia. Perché la politica regionale non prende posizione a seguito delle criticità, lamentate da più parti, su Confartigianato Imprese della Provincia di Perugia, spaccata ormai da tempo nella sua classe dirigente e sorda alle esigenze dei presidi territoriali più rappresentativi e degli associati che, vista la grave crisi economica e di mercato, hanno ancora più diritto a risposte certe e puntuali sui servizi e a quella rappresentanza sindacale tanto importante in questo particolare momento, nel rispetto di un patto fiduciario originariamente stabilito con l’adesione all’Associazione?.
Perché Confartigianato Nazionale, pur nel rispetto dell’autonomia economica di ogni singola Associazione, informata sugli eventi, rimane ancora timida e non assume quelle sperate ed agognate iniziative verso l’attuale classe dirigente del “Provinciale” atte a fare luce sullo stato in cui versa l’Associazione e le dinamiche in base alle quali tale classe dirigente si muove?.
Sono questi alcuni degli interrogativi espressi dai Direttivi comunali di Corciano, Assisi e Spoleto di Confartigianato Imprese Perugia. Tre ambiti territoriali che, da soli, esprimono circa il 50% dell’ammontare complessivo degli associati dell’intero territorio provinciale. Territori sui quali si è abbattuta la scure di una spending review a macchia di leopardo, che, ipotizzando la chiusura dei tre uffici, ha tenuto indenni realtà ben più onerose e certamente meno produttive. “Territori purtroppo percepiti, anziché da stimolo costruttivo, come “ribelli” – evidenziano i Presidenti Maria Angela Locchi, Giorgio Buini e Graziano Evangelisti – perché hanno sempre cercato di stimolare un confronto dialettico, propositivo, produttivo e trasparente con gli attuali vertici, insieme al ripristino della democrazia interna di rappresentanza, senza la quale non può esistere una Associazione di Categoria”.
In uno scenario ormai orfano delle Province e nella considerazione che il reale core business dell’Associazione è rappresentato dalla vicinanza al mondo delle imprese attraverso gli ambiti territoriali, anche se alcune decisioni strategiche del “Palazzo” lasciano intravedere tutt’altro, i tre rappresentanti territoriali di Corciano, Assisi e Spoleto, giudicano incomprensibile ed inopportuna la decisione dei vertici Confartigianato Imprese Perugia di depauperare alcuni presidi territoriali, mantenendo invece intonsa una sede faraonica, svuotata ormai di quelle professionalità umane ed intellettive che l’avevano, fino a qualche anno fa, segnalata tra le Associazioni di categoria più efficienti, apprezzate e rappresentative.
Oltre a ciò i Presidenti Locchi, Buini ed Evangelisti sottolineano l’inspiegabile immobilismo politico ed il completo abbandono della rappresentanza sindacale da parte degli attuali massimi dirigenti del livello centrale dell’Associazione Provinciale e Regionale, riconducendo le palesi inefficienze e l’abbandono dell’erogazione dei servizi principali (compresa l’informazione di base), al dilagante pressapochismo organizzativo e alle incertezze legate al proprio futuro dei pochi dipendenti sopravvissuti. Ritengono altresì, essendo Confartigianato Imprese Perugia in evidente stato di difficoltà e disagio “politico” ed “economico”, che andrebbero ricercate tutte le opportunità, soprattutto attraverso la Confederazione Nazionale, per un confronto diretto con gli organismi provinciali e regionali, anche attraverso una sensibilizzazione degli associati, detentori prima ancora di una tessera, di un reale sentimento di appartenenza e quindi soggetti da tutelare.
“Tanto per riderci sopra – sottolineano con ironia – si stanno rincorrendo voci su un presunto commissariamento dell’organismo provinciale. Magari, fosse così – proseguono – magari fossero invitati osservatori super partes in grado di raccogliere elementi e di ristabilire il pieno rispetto delle regole”.
I Presidenti, nella consapevolezza di “ dover combattere una guerra donchisciottesca” ribadiscono la necessità di un Piano serio e di vero rilancio dell’Associazione di Perugia che, anche se oggettivamente gravata da una crisi economica esterna, non è stata e non è capace di trovare soluzioni idonee per abbattere i veri costi, dimostratasi poco efficace nel recuperare i crediti vantati nei confronti delle varie Società di sistema e nel tagliare veramente le enormi spese della sede Centrale. Il tutto aggravato dal non rispetto delle più elementari regole di democrazia sancite dallo Statuto, dal Regolamento e dal Codice Etico.
“C’è di più – concludono – è notizia di questi giorni che la Giunta Provinciale dell’Associazione abbia iniziato le procedure per il rinnovo dei Direttivi dei Gruppi di Mestiere, ma ci risulta che nessuno dei Presidenti locali, né tanto meno gli associati iscritti sono a conoscenza di ciò ... se non è lobby questa ....”. Urge pertanto, e Corciano, Assisi e Spoleto si ripromettono di farlo a brevissimo e con grande eco, una manifestazione di piazza, un sit in di protesta davanti alla sede di Confartigianato Imprese Perugia. Soprattutto se la Confederazione Nazionale non interverrà. Non è il Logo che è sbagliato, ma lo sono le persone che attualmente dirigono Confartigianato Imprese Perugia. Il sasso è lanciato, chi ha buon orecchi ........