(UNWEB) Confartigianato Terni afferma la necessità che la nostra comunità interpreti al meglio. Il rilancio post pandemia e l’utilizzo dei fondi del PNRR. Il dibattito cittadino sugli andamenti del commercio e dell’artigianato a Terni spesso si ferma ai dati numerici delle aperture e chiusure delle imprese del centro cittadino, senza affrontare le cause dei fenomeni e le necessità delle imprese
Il Presidente di Confartigianato Terni Mauro Franceschini afferma: “L’attuale difficile situazione delle imprese del commercio e dell’artigianato non si presta ad analisi superficiali. Ci sono cause profonde che vengono da lontano, come la scarsa progettualità da parte pubblica in questi settori vitali per l’economia locale: in effetti a Terni per decenni, e ancora oggi il termine "politiche commerciali" ha significato solo aperture di centri commerciali e nient’altro. Una analisi più puntuale e informata metterebbe in evidenza che la rete commerciale locale ha mostrato negli anni un abbassamento del livello qualitativo medio dei servizi commerciali offerti e della sua capacità attrattiva nei confronti dei territori limitrofi e dimostra oggi una propensione ancora molto bassa ai servizi digitali on line e praticamente assente alla digitalizzazione esperienziale nel negozio fisico.”
“Non è strano - puntualizza Michele Medori Direttore di Confartigianato Terni - che la disponibilità a investire da parte delle imprese commerciali e artigianali sia molto limitata: in queste condizioni dovrebbero rischiare investendo su un centro che ha perso progressivamente identità a causa della insufficienza delle politiche della mobilità e delle politiche commerciali che hanno preordinato negli anni una eccessiva vicinanza dei centri commerciali al centro storico. Inoltre, i centri commerciali a Terni solo marginalmente sono collegati con le grandi vie di comunicazione, e questo denuncia una finalizzazione ai residenti dell’area urbana, e non a creare flussi provenienti da altri territori. A questo va aggiunta la riorganizzazione digitale del mercato mondiale e i ritardi che il nostro territorio sconta nella promozione turistica, come la difficoltà a trasformare i flussi escursionistici in flussi turistici e la troppo bassa permanenza media. Ne risulta un quadro di elevata competizione commerciale puntata esclusivamente sul mercato interno cittadino che, oggi, è in evidente contrazione sia a livello demografico che di consumi.”
Ad un centro di buon livello dal punto di vista urbanistico e della dotazione di parcheggi, corrisponde però la sostanziale assenza di investimenti pubblici e privati nella qualità anche digitale dei servizi (agenda urbana marca il passo, mentre in quanto a dotazioni digitali il più moderno parcheggio interrato a Terni non tiene il confronto con quelli avanzati di altre città europee per fare un esempio). I trasporti pubblici a Terni si caratterizzano per il carosello di autobus di grandi dimensioni per lo più vuoti che grava sui bilanci degli enti locali senza risolvere i problemi dei cittadini. Altre città hanno introdotto con successo nuovi sistemi di mobilità e tecnologie digitali per il controllo dei costi e l’innalzamento dell’utilità e della qualità del servizio.
“Le soluzioni dovrebbero venire dalla progettazione per il PNRR - aggiunge Michele Medori - e invece il lavoro svolto dal Comune di Terni desta qualche preoccupazione, riguardo la sua capacità complessiva di affrontare efficacemente i nodi essenziali: per fare un esempio se si vuole mantenere a Pentima la localizzazione del polo universitario e si vuole al contempo voltare pagina e dare prospettive concrete di sviluppo al polo e all’economia del territorio la soluzione al problema del collegamento con i centro non può limitarsi alla progettazione di una , seppur utile, pista ciclabile.”
Conclude Mauro Franceschini Presidente di Confartigianato Terni: “La situazione delle imprese commerciali e artigianali risente direttamente anche degli altri settori di intervento e quindi sono molti i temi dove sarebbe utile un dibattito profondo e concreto: la necessità di politiche di rilancio delle aree produttive, il quadro scoraggiante delle politiche ambientali, i necessari interventi di miglioramento della vivibilità urbana, politiche di promozione turistica e culturale meno timide e più integrate con le vocazioni territoriali. Ci sembra utile rivolgere un appello affinché l’attenzione non si disperda su visioni parziali o superficiali e si concentri più utilmente sulle progettazioni PNRR, al fine di evitare il rischio che la città approcci il tema del rilancio economico con un profilo eccessivamente basso che si concretizza in progettazioni elaborate nel chiuso del palazzo, non partecipate, magari in alcuni settori del tutto condivisibili, però senza poter verificare sufficienti garanzie di una corretta finalizzazione dei fondi straordinari alle opere di ampio respiro e di grande impatto, che il territorio attende da troppo tempo.”