Se ne parlerà a Montone il 29 ottobre, in un focus sulle potenzialità per il distretto naturale
(UNWEB) Nove imprese perun progetto incentrato a valorizzare l'economia delle piante officinalitipiche della Valtiberina Umbro Toscana,per affrontare il tema della filiera corta nel settore, partendo dai prodotti tipici dell'area, valutarne opportunità e sbocchi commerciali. Questo l'obiettivo dell'incontro che si terrà domenica 29 ottobre, a Montone, dalle 10.30 alle 12, nella sala dell'hotel Fortebraccio. Un appuntamento al quale prenderanno parte rappresentanti istituzionali e di associazioni e professionisti del settore.
L'eventorientra nel progetto "Fortebraccio rural", finanziato dal PSR 2014-2022 (intervento 16.4.2), di cui fanno parte un raggruppamento temporaneo di imprese, di cui è capofila Agricola San Martino: Agricola Fortebraccio bio di Matei Alexandra Cristina & C., Agricola CLB, Agricola Altomare, Azienda Masci, Agricola Tenuta Montione, agricola Celalba di Rossi Manlio & C., Agricola Celalba di Rossi Manlio & C., Paradiso Bio Assisi Società agricola semplice, Azienda Agricola Podere Seradino.
Il programma.L'incontro si aprirà alle10.30 con i saluti istituzionali del sindaco di Montone, Mirco Rinaldi, e proseguirà con i contributi di:Cristiano Casagrande, direttore Confagricoltura Umbriasu "L'agricoltura nella filiera corta";Andrea Primavera, presidenteFippo ( Federazione italiana dei produttori di piante officinali) su "I prodotti a base di piante officinali nella filiera corta";Paolo Fratini, perito agrariosu "Esempi di filiera corta nell'Alta Valle del Tevere";Franco Sediari, project manager Aggregazioni di impresapresenterà le "Nuove opportunità di mercato". L'incontro sarà moderato da Francesca Tibaldo, agronomo consulente, e si concluderà con una degustazione, gratuita, di prodotti tipici.
Un distretto dalle grandi potenzialità.Uno dei distretti naturali dove la produzione delle piante officinali si è radicata fin dalla metà degli anni '90, è la Valtiberina Umbro Toscana. L'introduzione in questa area del tabacco, come "pianta medicinale", ha fatto sì che le aziende locali siano già predisposte e organizzate per la trasformazione delle erbe officinali. La similitudine, infatti, del sistema di coltivazione e post raccolta, hanno favorito lo sviluppo di colture medicinali vere e proprie che nel territorio raggiungono livelli di qualità molto elevati, come la malva, la passiflora, l'echinacea, il luppolo e molte altre.
Il quadro del settore. Quello delle piante officinali, in Italia è un settore ancora giovane e considerato di nicchia, volto principalmente all'export, ma con i consumi interni sono sempre più in aumento. La filiera ha due mercati di riferimento, il mercato all'ingrosso e al dettaglio. Il primo si caratterizza prevalentemente per l'estensione delle superfici coltivate e la meccanizzazione specializzata, il prodotto che ne deriva è un prodotto greggio ottenuto da una prima trasformazione e destinato alle industrie. Il mercato al dettaglio si distingue non per le elevate superfici o la specializzazione delle macchine ma per le elevate competenze dell'imprenditore che, oltre alla coltivazione e prima trasformazione della materia prima, dovrà aggiungere ulteriore valore al prodotto greggio fino all'ottenimento di un prodotto destinato al consumatore finale. La filiera corta nello specifico, le piante officinali più in generale, hanno un elevato valore aggiunto; a differenza di molta agricoltura dove a contare è la terra (es.: cereali), e a volte la terra e il lavoro (es: frutticoltura), nel comparto delle officinali contano molto di più gli investimenti e il capitale intellettuale.