(UNWEB) L’apertura della Presidente Proietti che, nel confronto con le parti sociali, ha accettato modifiche significative rispetto alla prima bozza del provvedimento – inizialmente ancora più penalizzante – è apprezzabile e apprezzata, ma non modifica il giudizio complessivo sulla manovra fiscale: restano riserve e insoddisfazione per gli inasprimenti fiscali che il Consiglio Regionale ha deliberato.
Prendiamo atto che l’Amministrazione ha ritenuto inevitabile, sulla base di proprie valutazioni, aumentare le entrate dell’Ente regionale. Rileviamo però che la manovra ha un’impostazione eccessivamente semplificata e sembra mirata esclusivamente al gettito. Mentre è largamente condiviso che le politiche fiscali non possano esaurirsi negli obiettivi di gettito, perché è prioritario valutarne l’impatto sul tessuto produttivo e sull’intera economia regionale.
Una maggiore approfondimento sulle ricadute sia in termini di consumi che di occupazione, avrebbe consigliato prudenza, perché in questo modo gli equilibri economici delle piccole e medie imprese umbre rischiano di essere messi sotto pressione da più direzioni.
Da un lato, le PMI dovranno affrontare una riduzione dei ricavi indotta dalla prevedibile contrazione dei consumi per gli incrementi eccessivamente concentrati sulla classe media. È la classe media che presenta un ventaglio differenziato di consumi, che costituisce la base effettiva degli incassi delle PMI umbre e del settore dei servizi in particolare, spina dorsale dell’occupazione regionale. Non sembra essere stato chiaramente spiegato che i redditi lordi complessivamente superiori ai 28.000,00 euro subiranno un peso molto elevato, perché non beneficeranno delle aliquote più basse esclusivamente previste per i redditi inferiori ai 28.000,00 euro. Questo genera un grave impatto del passaggio al terzo scaglione certamente non bilanciato dalla limitata detrazione di soli 150.00 euro. In questo senso sorgono dubbi sulla razionalità (e perfino sulla legittimità stessa) del sistema fiscale risultante; infatti, la progressività delle imposte deve crescere in modo graduale, non a salti, altrimenti si introducono gravi effetti distorsivi nell’economia.
Dall’altro lato, le PMI umbre, che sono già alle prese con un contesto fragile a causa dell’instabilità internazionale, della crisi dei dazi e del rialzo dei costi energetici, sono oggetto dell’aumento dell’IRAP, imposta che notoriamente grava sul lavoro e favorisce licenziamenti e processi di delocalizzazione. Con questa impostazione l’Umbria rischia una fuga di attività produttive verso territori più competitivi.
Infatti, la manovra Proietti va inquadrata anche a livello territoriale e mentre in Umbria si aumenta, di fatto, il costo del lavoro, la Regione Lazio attiva programmi di incentivazione alle assunzioni con contributi mirati e la Regione Abruzzo beneficia del programma nazionale “Decontribuzione Sud”.
Confartigianato Imprese Umbria ribadisce la necessità di un approccio fiscale più equilibrato e contemporaneamente chiede che le riforme per l’efficientamento della spesa regionale, a partire dalla sanità, siano varate nel più breve tempo possibile al fine di poter correggere e superare la manovra fiscale, prima che i suoi effetti negativi nell’economia regionale si sviluppino compiutamente.
Così, in una nota, Confartigianato Imprese Umbria