IMG 8805Api Umbria, Associazione per le Imprese dell'Umbria, dopo essersi già espressa sull’argomento nei primi giorni del mese di novembre, torna a sollecitare interventi a favore delle tante aziende colpite dai danni indiretti del terremoto (aziende operanti nel comparto turistico, ma anche nei tanti altri settori ad esso connessi).

 

(UNWEB) Api Umbria, Associazione per le Imprese dell’Umbria, torna a dare voce ad artigiani, commercianti ed operatori del settore turistico e non solo, in relazione ai danni indiretti subiti del terremoto, dopo che si era già espressa sull’argomento nei primi giorni del mese di novembre con comunicati ed articoli a diffusione stampa. Sono tantissimi e sempre di più oggi gli operatori che stanno subendo i danni indiretti del terremoto, con un intero comparto, connesso anche a tanti altri settori, in crisi. Sono necessari interventi urgenti. Api Umbria, Associazione per le Imprese dell’Umbria, è convinta di ben rappresentare le esigenze di tutti, ma in particolar modo dei piccoli imprenditori. Chiediamo formalmente alla Presidente della nostra Regione, ai Sindaci dei Comuni interessati e a tutte le Autorità competenti che si facciano carico presso il Governo Centrale affinché si allarghi il perimetro contenuto nel decreto legge che individua i Comuni maggiormente colpiti e stabilisce quindi le misure urgenti di cui sopra compresa la sospensione di ogni pagamento di tipo fiscale, previdenziale e finanziario.

Riteniamo indispensabile che tutti i comuni interessati, direttamente o indirettamente alle conseguenze negative prodotte dal sisma facciano parte di questo perimetro e possano, inoltre, usufruire dei benefici già previsti dalla Legge Regionale del 12.8.1998 n. 29 che disciplinava le modalità per la concessione delle provvidenze dirette ad agevolare la ripresa produttiva delle aziende che hanno subito una riduzione della propria attività in conseguenza della crisi sismica che colpì nel 1997 l’intera Regione. Ad oggi, poco o nulla è stato fatto. Il nostro territorio regionale ed in particolar modo quello a prevalente vocazione turistica, oltre ad aver subito ingenti danni al patrimonio culturale, ai monumenti storici e a numerosi edifici pubblici e privati sta registrando pesantissimi danni sotto il profilo economico anche laddove le strutture monumentali e ricettive non hanno riportato danni strutturali. Le prime verifiche e le analisi dei dati dipingono un quadro assolutamente problematico, una situazione difficile con implicazioni già molto negative sul comparto sociale, economico e turistico che riguarda un territorio molto più vasto di quello individuato. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che prevede, come recita la denominazione, “nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni e dei territori interessati dagli eventi sismici del 2016”, definendo procedure più snelle per permettere agli amministratori locali di operare in modo più efficiente e dar vita ad interventi più efficaci e rapidi.

Nel decreto è stato ridefinito il perimetro del ‘cratere’ con l’inserimento di altri Comuni nella lista di quelli che hanno diritto agli interventi, in Umbria fino ad oggi sono 14: Arrone, Cascia, Cerreto di Spoleto, Ferentillo, Montefranco, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Polino, Preci, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano e Vallo di Nera. Il provvedimento detta norme volte a consentire interventi accelerati per poter affrontare con efficacia le conseguenze delle scosse di terremoto che si verificarono tra il 26 e il 30 ottobre, tenendo conto dell’approssimarsi della stagione invernale, ormai in corsoe viste le imminenti festività natalizie. L’emergenza principale di cui il decreto legge si occupa è quella di garantire un’adeguata assistenza abitativa alle popolazioni colpite dalle ripetute scosse, la messa in sicurezza del patrimonio storico e artistico, la messa in sicurezza e il ripristino della viabilità e delle infrastrutture. Il decreto prevede inoltre misure urgenti per consentire la prosecuzione delle attività didattiche e sostenere la continuità produttiva delle attività zootecniche.


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