panoramica consiglio(UMWEB) Perugia. L’Assemblea legislativa ha approvato il pacchetto di modifiche allo Statuto della Regione Umbria predisposte dalla Commissione riforme di Palazzo Cesaroni. La procedura di modifica statutaria prevede ora una seconda votazione, tra non meno di due mesi.

Le modifiche dello Statuto, approvate con 11 voti favorevoli (Pd, Ser, misto Mdp) e 7 astenuti (De Vincenzi-misto Un, Fiorini-Lega, M5S, Morroni-FI, Squarta-FdI, con Ricci-misto Rp/Ic che non ha partecipato al voto), mirano ad attribuire all’Assemblea legislativa un rilievo maggiore rispetto alle funzioni legislative e di indirizzo e controllo, con nuove disposizioni circa le Commissioni di inchiesta e la disciplina dei gruppi consiliari. L’unico emendamento presentato, firmato da Sergio De Vincenzi (misto UN), è stato respinto dall’Aula con 7 sì (De Vincenzi, Fiorini-Lega, M5S, Ricci-misto Rp/Ic, Morroni-FI, Squarta-FdI), 1 no (Solinas-misto Mdp) e 10 astenuti (Pd, SeR).

LE MODIFICHE ALLO STATUTO

Il relatore Silano Rometti (SeR–presidente Commissione riforme statutarie e regolamentari) ha illustrato le nuove previsioni statutarie evidenziando che “la CONFERENZA REGIONALE SULLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA DELLA REGIONE (ex Crel) concorrerà alla CONCERTAZIONE realizzata dall’Esecutivo in quanto i suoi lavori potrebbero essere funzionali alla predisposizione del Defr annuale. Inoltre si stabilisce che l’Assemblea legislativa debba essere informata dall’Esecutivo sia nella fase preliminare all’avvio della concertazione sia relativamente agli esiti della stessa. Per ciò che attiene le FUNZIONI LEGISLATIVE si da la possibilità alle Commissioni di assumere poteri deliberanti in ordine alla partecipazione alla fase ‘ascendente’ della legislazione dell’Unione Europea, in modo tale da poter assicurare tempestività al contributo dell’Assemblea. Stabiliti tempi certi (sei mesi) e procedure da definire nel regolamento interno per la conclusione dell’esame di proposte di legge di iniziativa popolare e di iniziativa del ‘Consiglio delle Autonomie locali’. Rafforzato il ruolo dell’Assemblea nell’espressione dei PARERI OBBLIGATORI SUI REGOLAMENTI predisposti dall’Esecutivo, con la modifica apportata il parere dovrà essere espresso (entro 30 giorni) sullo schema di regolamento e quindi nella fase di formazione di esso. Viene inoltre inserito un comma che specifica come la potestà regolamentare delegata dallo Stato alla Regione spetti all’Assemblea legislativa. Si specificano le competenze e il ruolo dell’UFFICIO DI PRESIDENZA in ordine ai lavori d’Aula e di Commissione che dovranno essere organizzati coordinando le attività dei vari organi. Apportate anche modifiche alla costituzione dei GRUPPI POLITICI: rimosso il requisito del numero di almeno tre consiglieri regionali per la costituzione di un gruppo consiliare, la presenza numerica minima per la costituzione di un gruppo sarà precisata nel regolamento interno; cancellato anche il criterio che legava la costituzione dei gruppi alla presenza di liste regionali. Meglio specificata anche la materia riguardante le COMMISSIONI DI INCHIESTA la cui richiesta di istituzione dovrà comunque essere sottoposta al voto in Aula. Prima era la sola fattispecie della richiesta di un decimo dei consiglieri a dover essere votata in Aula, mentre l’altra (un terzo) si intendeva istituita su deliberazione dell’ufficio di Presidenza. La Commissione cambia denominazione: non più di inchiesta ma di ‘indagine’, dizione più consona alle funzioni e competenze dell’Assemblea. Stabilito infine che non potranno essere deliberate più di due Commissioni che operano contemporaneamente. Alcune delle modifiche apportate adeguano infine lo Statuto alle norme finanziario-contabili vigenti. Per quanto concerne la disciplina dei gruppi e le Commissioni di indagine, le norme entreranno in vigore a partire dalla prossima legislatura”.

GLI INTERVENTI
Maria Grazia CARBONARI (M5S): “UN MODO DI METTERE UN BAVAGLIO ALLA DEMOCRAZIA - Sulle Commissioni di indagine, abbiamo visto quanto è stato complicato istituire quella su Umbria mobilità, la cui presidenza è stata anche assegnata ad un componente della maggioranza, con una modifica dell’oggetto della Commissione stessa. Quella iniziativa venne quindi annacquata, riducendo anche il tempo di operatività dell’organismo. Mi sono opposta con forza a questa modifica, che indebolisce uno strumento fondamentale di democrazia. La Commissione di indagine dovrebbe essere istituita d’ufficio, senza passaggio in Assemblea e la presidenza dovrebbe essere affidata alla minoranza. Non voterò queste modifiche”.

Claudio RICCI (misto Rp Ic): “NON PARTECIPERÒ AL VOTO, PER RIMARCARE ERRORI NELLA SOPPRESSIONE DEL GRUPPO CONSILIARE - Lo Statuto deve prendere atto dell’evoluzione dell’ordinamento giuridico e deve superare le differenze tra legge elettorale, Statuto stesso e regolamento. La rimozione del numero minimo di 3 consiglieri per costituire un gruppo (anche la questione dovrà poi essere approfondita dal regolamento) è giusta, dato che oggi i consiglieri sono solo 20. C’è poi una situazione del tutto inadeguata e incongruente che ha determinato la soppressione di un gruppo di una lista eletta mentre ci sono altri tre gruppi con un solo consigliere. Voterò contro la proposta di modifica proprio per ribadire l’errore di quella soppressione. Mi auguro che con la XI Legislatura questi problemi vengano risolti”.

L’EMENDAMENTO
Sergio DE VINCENZI (misto Un) ha presentato un emendamento per la modifica dell’articolo 2 dello Statuto che propone di “dare attuazione alla mozione, presentata dal consigliere Ricci, di inserire un riferimento a San Francesco e San Benedetto. Si tratterebbe, con l’occasione, di rinnovare tutto l’articolo relativo a ‘Identità e valori’, inserendo un richiamo alle nostre origini che spieghi anche dove stiamo andando. Avrei voluto sviluppare questo dibattito in Commissione ma la scelta è stata invece di evitare un tema che avrebbe portato divisioni e punti di vista poco condivisi. L’emendamento propone di delineare con maggiore attenzione il continum tra passato e presente, richiamando non solo San Francesco e San Benedetto ma anche il patrimonio di conoscenze che scaturisce dall’Università, la cultura del rispetto dei diritti umani, della pace e della non violenza, della legalità, della cura e della protezione dell’ambiente. Non credo sia opportuno riportare la mia proposta in Commissione, che va discussa e votata oggi in Aula”.

Claudio RICCI (misto Rp Ic): “Le modifiche statutarie sono sempre molto complesse ed è necessario farle con limitatezza di parole, trovando difficili sintesi. Durante i lavori per l’ultima modifica dello Statuto si scelse di inserire la parola ‘santità’ per riassumere concetti più complessi. All’inizio della decima Legislatura, l’Assemblea ha approvato la mia mozione che prevedeva di inserire i riferimenti a San Francesco e San Benedetto, patroni d’Italia e d’Europa. Due elementi valoriali, culturali e antropologici che poi hanno avuto richiami anche nei nomi scelti dagli ultimi due Papi. Meglio rimandare queste riflessioni in Commissione Statuto, per trovare le giuste, poche parole da inserire”.

Silvano ROMETTI (Ser): “La dimensione spirituale e valoriale è già espressa dall’attuale articolo 2, dove viene citato ‘il patrimonio spirituale fondato sulla storia civile e religiosa dell’Umbria’. Chiedo al proponente di riportare in Commissione questa proposta: tra qualche mese andremo alla seconda lettura, durante la quale potremmo affrontare la questione”.

Andrea LIBERATI (M5S): “Tre anni fa l’Assemblea si è già espressa, con 14 voti favorevoli e 4 astenuti. Dato che parliamo di valori universali, sarebbe spiacevole che oggi l’Aula si esprimesse in maniera diversa. È un tema identitario che non può essere liquidato così, bisogna mettere un punto sulla vicenda, riconoscendo il valore universale di Francesco e Benedetto. Sono valori su cui c’è ampia convergenza da parte di tutti. Chiudiamo questa storia, votiamo l’emendamento evitando di sconfessare quanto abbiamo votato qualche anno fa”.


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