ConsiglioPerugia(UMWEB) Perugia. All’indomani della maxi operazione che ha portato all’arresto 27 persone per ’Ndrangheta, il sindaco di Perugia Andrea Romizi prende parola, anche sollecitato dalla capogruppo del PD Sarah Bistocchi.


Alla presenza di 29 su 33 consiglieri, a tanti cittadini e una nutrita rappresentanza dell’associazione Libera contro le mafie, si presenta un Romizi serio, scuro in volto, amareggiato.
Proprio l’amarezza è il sentimento che esprime il sindaco per essere stato accostato a personaggi della criminalità organizzata. L’unico accostamento, ammette, è avvenuto con il leader di Casapound, Antonio Ribecco, tra l’altro non indagato, per rifiutare una possibile alleanza alle elezioni amministrative di maggio. Romizi ricorda le diverse operazioni fatte per combattere l’infiltrazione della criminalità organizzata, come aver rinnovato il patto della legalità il 20/11/2016 per incrementare la collaborazione tra Prefettura e Comune di Perugia e l’essersi costituito il Comune parte civile nell’operazione “Quarto passo” il 20/9/2016.
A scanso di equivoci, Romizi ha ricordato che nel 2018 ha avuto 1210 appuntamento, ha partecipato a 510 incontri tra cene, pranzi ed eventi e che non può neanche ricordare quali soggetti ha incontrato o con cui ha fatto foto specialmente negli eventi pubblici. Ha ribadito con forza che “Perugia saprà impedire le infiltrazioni” e si appella alla “capacità della società di difendere la terra”, ma esorta “guardia alta”, rifacendosi alla Ministra Lamorgese. Si definisce preoccupato di quello che è avvenuto e che sta avvenendo e per questo bisogna rinnovare la volontà di combattere questo serio pericolo.
Plaude, inoltre, all’iniziativa proposta dal PD di istituire una commissione speciale antimafia.

Il PD per voce di Sarah Bistocchi che il tessuto di Perugia è a rischio e che occorre un “serio senso di responsabilità politica e amministrativa”. Proprio per questo è necessario una commissione speciale antimafia ed esorta il presidente del Consiglio Nilo Arcudi a “fare un passo indietro dalla sua carica come atto a garanzia di tutti”.

Il senso di responsabilità è il let motiv a cui si sono ispirati anche i successivi interventi a cominciare dalla capogruppo del M5S, Francesca Tizi, la quale, dopo aver ricordato le parole di Falcone e Borsellino contro la lotta alla mafia, ha richiamato l’attenzione sul fatto e di aver sollecitato sia il sen. Morra, presidente della Commissione antimafia, e il prefetto per approfondire i fatti accaduti per accertare che non ci sia alcuni tipo di sospetto. Per questo la Tizi esorta la maggioranza a prendersi la responsabilità di agire nel rispetto delle istituzioni.

Prima di passare la parola al dibattito è voluto intervenire lo stesso presidente Nilo Arcudi che si è definito “infamato” per l’accostamento, di non aver mai ricevuto o dato alcun sostegno e di essere “orgoglioso di essere stato anche argine a questo tipo di infiltrazione”. Ricorda di essere stato spaventato da ragazzino dalla ’Ndragheta quando suo padre, amministratore comunale in Calabria, venne minacciato. Ha ringraziato poi i consiglieri di maggioranza e opposizione per l’approccio umano e rispettoso alla questione. Di fronte alla possibilità delle dimissioni, si è riservato di valutare la migliore soluzione insieme al sindaco e alla maggioranza.

Sono intervenuti poi nell’ordine i consiglieri Morbello, Croce, Cagnoli, Renda, Nannarone, Casaioli, Mattioni. Tra questi da segnalare l’intervento della Renda che ha ricordato che da anni l’on. Adriana Galgano aveva sottolineato in Parlamento il problema delle infiltrazioni mafiose in Umbria, battendosi duramente per il rispetto della legalità.

Il consiglio si è svolto con ordine e rispetto dei ruoli e delle istituzioni. I toni sono stati pacati e rispettosi. E’ emerso la volontà collettiva di istituire una commissione speciale antimafia e si vedrà nei prossimi giorni cosa deciderà la maggioranza relativamente alle dimissioni di Nilo Arcudi da presidente del consiglio comunale.


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