(UNWEB) L’assessore regionale Roberto Morroni ha illustrato alla Seconda commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Valerio Mancini, il disegno di legge di iniziativa della Giunta che apporta modifiche alle “Norme per la ricerca, la coltivazione e l’utilizzo delle acque minerali, naturali, di sorgente e termali” (legge n. ‘22/2008’).
Una riforma, ha sottolineato Morroni, sollecitata in primo luogo da una segnalazione (maggio 2020) da parte dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato in cui venivano evidenziati alcuni limiti della stessa legge soprattutto in materia di concorrenza, trasparenza e competitività del settore.
“Rispetto al rilascio delle concessioni - ha spiegato Morroni - la legge 22/2008 prevedeva un percorso che garantiva pubblicità, secondo l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, non in linea con i principi di concorrenza alla base dell’ordinamento nazionale ed europeo. Viene quindi prevista, per il rilascio delle concessioni, una procedura di evidenza pubblica coerente con i principi di base dell’ordinamento comunitario e nazionale. L’attenzione che abbiamo voluto evidenziare è legata alle esigenze di sviluppo del territorio in cui insistono le concessioni. Riteniamo centrale questo aspetto poiché il settore delle acque minerali rappresenta una risorsa di ampia rilevanza economica per l’Umbria poiché sono molti i territori interessati da questa attività. È nostro proposito far sì che questa opportunità possa tradursi in occasioni più significative di crescita e di sviluppo per i territori interessati. Altro obiettivo è quello di assicurare la presenza in questo mercato di operatori solidi, affidabili; in possesso di tutti i requisiti necessari ad assicurare un uso efficiente di questa risorsa sotto il profilo economico ma anche delle necessarie ricadute sui territori interessati e sull’intera regione. In questa ottica abbiamo anche previsto la rivisitazione dei canoni con un loro aggiornamento che avverrà annualmente sulla base dell’andamento dell’indice Istat. Attualmente sono in vigore i canoni stabiliti nel 2008 (1 euro a metro cubo), nelle prossime settimane provvederemo ad un aggiornamento che porterà ad 1euro e 20centesimi euro a metro cubo. Questo, oltre a consentire un allineamento ai canoni vigenti in altri territori di molte Regioni, permette di far lievitare le ricadute non solo per le casse della Regione, ma anche per i Comuni interessati per i quali è previsto un introito del 30-40 per cento dei canoni. Tutto ciò non comporterà un appesantimento eccessivo per le aziende che operano nel settore. Altro aspetto che arricchisce il quadro normativo proposto è la richiesta al concessionario, alla fine del periodo di esercizio, della valutazione sullo stato del bacino, per salvaguardare e tutelare la risorsa. Quando si andrà ad una nuova gara, ciò avverrà sulla base dei dati che scaturiranno a seguito dello svolgimento dell’attività del precedente concessionario che si sviluppa su un periodo di 25 anni. Su queste modifiche - ha concluso Morroni - ci siamo confrontati con sindacati, Confindustria e con il Cal e dal confronto è emersa condivisione pressoché unanime rispetto alle finalità, alla struttura dell’articolato”.
Sull’impianto legislativo è emersa una sostanziale condivisione da parte di tutti i componenti della Commissione. Fabio Paparelli (Pd) ha sottolineato, tra l’altro, la necessità di prevedere, al momento del rilascio della concessione e quindi alla stipula della convenzione, una norma, con relativa eventuale sanzione, rispetto al mantenimento degli impegni dell’azienda, sia a livello occupazionale che di investimenti. Sulla stessa linea Daniele Carissimi (Lega) secondo il quale, vista la lunga durata della concessione, va fatto un monitoraggio ‘medio tempore’ degli impegni presi dal concessionario verificando eventuali inadempimenti. Sull’importanza di puntare su operatori solidi e su un monitoraggio costante dell’attività si è espresso Vincenzo Bianconi (Misto) per il quale, il tema va affrontato “in maniera profonda ed innovativa”. Alla riunione ha preso parte anche il consigliere Thomas De Luca (M5S) che ha annunciato due proposte emendative consistenti nell’annullamento degli indennizzi alle aziende in caso di siccità e l’obbligatorietà di inserire il nome ‘Umbria’ e il nome dei Comuni in cui sussistono le sorgenti nel marchio, nella pubblicità del prodotto. Sull’importanza di dare luogo ad una nuova partecipazione dei soggetti interessati si è espresso il consigliere Michele Bettarelli (Pd), unitamente al presidente Mancini e all’intera Commissione.
Sin dalla prossima settimana sono state dunque calendarizzate audizioni con i sindaci dei Comuni interessati dagli impianti, Comunanze agrarie, sindacati, Confindustria ed associazioni dei consumatori.