Bori(UNWEB) “Una riforma che danneggia i giovani quella proposta dal ministro Brunetta relativamente ai concorsi pubblici”. Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, in merito al decreto legge ‘44/2021’ che prevede “uno sbarramento iniziale per titoli e uno finale per titoli di servizio. Non un errore in sé, ma uno sbaglio se usati come uno sbarramento in partenza”.

“Il sistema pubblico – spiega Bori – deve premiare il merito e permettere a tutti l’uguaglianza alla partenza. La partecipazione ai concorsi pubblici non può essere condizionata ad una preselezione rispetto a titoli ulteriori a quelli necessari in origine per avere accesso alle posizioni. La vera semplificazione - osserva - passa per la digitalizzazione e l’innovazione, non escludendo giovani volenterosi solo perché non hanno potuto partecipare a master costosi”.

“La riforma – prosegue Bori – non è discriminatoria solo per i giovani, ma anche per tutti coloro che si sono ritrovati impossibilitati a formarsi, anche dopo il conseguimento di un titolo di studio. Bene ha fatto quindi la presidenza del Partito democratico ad aver adottato un ordine del giorno per impegnare i parlamentari ad aprire una discussione affinché – conclude - le norme della riforma non siano discriminatorie per nessuno”.


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