(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso oggi l'interrogazione a risposta immediata con cui Donatella Porzi (Pd) chiedeva alla Giunta chiarimenti sul mancato utilizzo dei fondi nazionali stanziati per affrontare l’emergenza sanitaria. Illustrando l’atto in Aula, Porzi ha spiegato che sarebbero state varate solo “una delibera e due determine dirigenziali per l’impiego di una sola parte degli oltre 60 milioni di euro stanziati dal Governo per la sanità umbra.
Un ritardo allarmante, confermato dal vicepresidente della Regione, Roberto Morroni, nella scorsa riunione dell’Assemblea legislativa, da parte della Giunta regionale che fatica ad emanare atti di programmazione per una scarsa capacità di visione. È ormai innegabile il grave ritardo con il quale la Regione ha affrontato l’emergenza sanitaria ancora in atto e tali ritardi, unitamente ad una errata (vedi ospedale da campo di Perugia) ed incompleta programmazione della Giunta, ancora oggi, rendono inefficiente la struttura amministrativa regionale generando disservizi che contribuiscono a rallentare la ripresa economica. La Regione non ha attivato le unità mobili territoriali, per le quali ha ricevuto specifiche risorse dal Governo nazionale. Tali unità mobili avrebbero sicuramente svolto un ruolo importantissimo nell’attuale fase di ripartenza delle attività scolastiche in presenza, accelerando significativamente le operazioni di tamponamento e tracciatura dei soggetti positivi”.
“La Regione – ha aggiunto Porzi - è in ritardo nell’azione di programmazione del potenziamento della medicina territoriale, sollecitata anche dai consiglieri di maggioranza. Per questo – puntualizza - vogliamo sapere quali siano stati gli elementi ostativi per i quali una cospicua parte dei 63 milioni di euro erogati dal Governo non sarebbero ancora stati utilizzati per le finalità previste dalla legislazione nazionale. Chiediamo anche di sapere – conclude - se corrisponde al vero che è in atto una interlocuzione con il ministero dell’Economia per ottenere maggiore flessibilità e regole meno rigide, sia per la ripartizione che per la rendicontazione dell’impiego delle risorse finanziarie erogate dal Governo nazionale, anche in parziale difformità dai provvedimenti legislativi di riferimento. Toscana ed Emilia Romagna, come riporta ‘il Messaggero’, hanno impiegato appieno i fondi assegnati, dedicandoli anche al reperimento del personale medico”.
L’assessore Luca Coletto ha risposto che “al tavolo degli adempimenti sono emerse criticità pregresse sulla sanità regionale. Nel periodo 2017/19 è stato garantito il pareggio solo grazie a poste straordinarie. Il totale delle risorse ricevute dal Governo per affrontare l’emergenza sanitaria e non spese verrà determinato in sede di predisposizione dei bilanci di esercizio delle aziende sanitarie, che stanno ancora completando le imputazioni dei costi Covid. Si tratta di una rilevazione complessa che ha portato una proroga del termine per i bilanci di esercizio. Il mancato uso di parte delle risorse è legato alle difficoltà di reperimento di alcune figure mediche necessarie per l’emergenza, che è stato trovato solo nell’ultimo periodo del secondo semestre 2020 e il reale impatto delle spese si avrà nel 2021. I fondi non spesi nel 2020 potranno comunque essere interamente utilizzati nell’anno in corso. L’Umbria ha beneficiato inoltre di 8 milioni di euro del programma operativo regionale, cofinanziati con fondi europei, finalizzati a coprire i costi già affrontati per per l’acquisto di dpi, tamponi e sanificazioni. Nel novembre 2020 il ministro Speranza ha messo a disposizione 500 milioni per smaltire le liste di attesa ma solo per alcune fattispecie e solo entro dicembre 2020. Abbiamo quindi chiesto e ottenuto di poter usufruire di questi fondi per il 2021”.
Donatella Porzi ha replicato di aver chiesto “che la Prima commissione approfondisca questi presunti buchi di bilancio. L’assessore ha evidenziato le responsabilità delle aziende sanitarie, che andranno approfondite. I ritardi che hanno frenato l’utilizzo dei fondi a disposizione mette in evidenza una serie di carenze che hanno segnato la gestione della pandemia. Abbiamo sempre chiesto di procedere con le assunzioni, ma su questo c’è stato un forte ritardo dell’Umbria e questo ha portato alla fuga dei medici verso alle regioni”.