“In Umbria si tornerà a bruciare rifiuti, sono 15 i siti potenzialmente interessati. Esprimo estrema preoccupazione per il cuore verde d'Italia”. È quanto dichiara il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca.
(UNWEB) “Con una semplice mail – spiega De Luca - gli inceneritori di Terni potranno cominciare a bruciare i rifiuti sotto forma di combustibile, stessa cosa al calcificio di Narni. Alle cementerie di Gubbio e di Spoleto basterà un semplice pratica burocratica per l'aggiornamento autorizzativo. Stessa cosa in altri nove impianti a Marsciano, San Giustino, Torgiano, Perugia, Magione, Città di Castello e Orvieto già autorizzati R1. Sono questi gli effetti devastanti della deregulation prevista dal Decreto Semplificazioni che introduce la possibilità di bruciare rifiuti sotto forma di combustibile solido secondario, esclusivamente con una mera comunicazione o aggiornamento e senza più procedere ad alcuna valutazione dell'impatto ambientale e sanitario sui territori. Queste le clamorose rivelazioni di stamattina in risposta alla mia interrogazione durante il question time”.
“Premesso – continua De Luca - che il Css non costituisce in alcun modo una soluzione per la chiusura del ciclo dei rifiuti in Umbria, alla luce degli stessi dati prodotti da Auri che certificano il prolungamento di soli cinque anni della vita residua delle discariche con questa tecnologia, questo combustibile da rifiuti deve essere prodotto con materiali differenziati. Oltre il danno anche la beffa, i cittadini saranno costretti così a differenziare rifiuti per farli bruciare meglio. L'estrema gravità di questa ‘semplificazione’ è la totale deregulation che cancella con un colpo di spugna l'iter di verifica e di controllo da parte degli Enti che sono posti a tutela della salute pubblica e degli interessi dei cittadini. Organismi che così, di fatto, vengono esautorati ponendo gli interessi di cementieri e inceneritoristi davanti alla tutela dell'interesse pubblico dei cittadini involontariamente esposti. Non è solo un problema del cuore verde d'Italia, ma di tutta la penisola. Il Movimento – conclude - deve mettere in campo ogni mezzo per modificare nella prossima discussione parlamentare questo devastante scenario territoriale”.