(UNWEB) “Serve una presa in carico decisiva da parte delle Istituzioni, in primis della Regione proprietaria delle concessioni, per la tutela del gruppo ‘Acque minerali d’Italia, che impiega complessivamente 350 persone, di cui 85 nel solo stabilimento di Sangemini. Il gruppo controlla storici marchi come Sangemini, Fabia e Amerino, che rappresentano una fetta importante dell’economia dell’Umbria”. Lo chiedono i consiglieri regionali del Partito democratico Tommaso Bori e Fabio Paparelli, spiegando che “il gruppo ha recentemente chiesto il concordato, che andrà a perfezionarsi da ottobre, mettendo a rischio investimenti ed occupazione, nel silenzio assordante della Regione, che deve, al contrario, metterci la faccia e svolgere un ruolo attivo per il rilancio del sito produttivo di Sangemini”.
Bori e Paparelli, sottolineando “la situazione di stallo e di crisi in un’area che conta vertenze importanti come la Novelli, come la vicenda Treofan o l’incertezza intorno alla vendita dell’Ast”, mettono in evidenza che “la proprietà del gruppo, in un incontro tra sindacati e amministratore delegato, ha confermato il ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali locali e nazionali, impegnandosi anche ad evitare qualsiasi forma di uscita dai circuiti lavorativi, se non in forma volontaria. I lavoratori in capo alla Sangemini e Amerino sono infatti tutti ultra 50enni e la loro fuoriuscita forzata aprirebbe una nuova piaga sociale in un territorio già con difficoltà. La Regione deve dare forma e sostanza agli enunciati dell’assessore Michele Fioroni, che ha parlato di risorse a disposizione per il rilancio di aziende in crisi. D’altronde le centinaia di lavoratori impegnate dal gruppo, per realtà storiche di oltre 140 anni come la Sangemini, meritano risposte e tutele. Utile e urgente è anche la proroga e l’aggiornamento dell’accordo per l’area di crisi complessa ‘Terni – Narni, mettendo a disposizione nuove risorse per le imprese che investono sul territorio’”.
“Occorre, in questo quadro, mettere a disposizione fondi regionali– proseguono Bori e Paparelli – per accompagnare i necessari investimenti strutturali e innovativi, a partire, per la Sangemini, da una nuova linea del vetro. Tutto quello che darà sicurezza e tutela ai lavoratori va sostenuto e difeso, nella consapevolezza che l’azienda lavora attraverso la concessione di un bene pubblico preziosissimo, come l’acqua, che impone alla Regione il dovere di vigilare ed agire”.