(UNWEB) “La Giunta istituisca il ‘Tavolo regionale del credito’, quale luogo dedicato alle politiche di concertazione e risoluzione delle principali questioni del sistema umbro. Un Tavolo che dovrà vedere fra i suoi partecipanti la presidente della Giunta o un suo delegato, Gepafin, Sviluppumbria e i rappresentanti degli Istituti di credito presenti in Umbria”. Lo chiede, con una mozione rivolta all’Esecutivo di Palazzo Donini, il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico).
Nell’atto di indirizzo, l’esponente dell’opposizione consiliare evidenzia che “un efficace sistema del credito è di fondamentale importanza per l’economia e lo sviluppo economico regionale anche come leva e moltiplicatore degli investimenti. La riorganizzazione del sistema creditizio regionale è da anni in evoluzione anche in conseguenza delle direttive europee sugli istituti di credito a garanzia del sistema bancario. Inoltre gli interventi straordinari anti crisi messi in campo dalla Regione e dalle sue partecipate necessitano anche di un ruolo pro-attivo degli istituti di credito che dovrebbero sempre più adeguare e potenziare gli strumenti finanziari per il sostegno ai processi di sviluppo dell’economia regionale”.
Fora sottolinea inoltre che “gran parte degli strumenti e delle misure di contrasto alla crisi finanziaria e di sviluppo del sistema economico muovono dalla necessità di una adeguata liquidità aziendale a fronte della quale poi successivamente le imprese potranno contare sui benefici delle misure regionali e nazionali in questione. Anche la riorganizzazione della rete degli sportelli bancari diffusi nei comuni dell’Umbria merita di essere approfondita in una logica partecipata, pur nel rispetto delle autonome scelte industriali. I numeri mostrano con assoluta chiarezza il processo in corso: nel 2021 sono 74 i comuni serviti da sportelli bancari contro gli 82 del 2015; meno di 45 sportelli ogni 100.000 abitanti contro i 57 del 2015; 2.860 dipendenti bancari nel 2021 contro i 3.751 nel 2015. Questa rarefazione territoriale degli sportelli incide anche sugli ATM (bancomat) passati dai 723 del 2015 ai 592 del 2020, a cui si somma la riduzione degli sportelli postali scesi dai 298 del 2010 agli attuali 258. Va ricordato – conclude Andrea Fora - che tutto ciò danneggia le fasce più deboli della popolazione, come gli anziani, che si trovano in difficoltà per gli spostamenti e i molti fra coloro che ancora non hanno una alfabetizzazione digitale sufficiente”.