(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria sta discutendo il Defr 2022-24. Di seguito le relazioni di maggioranza e minoranza, rispettivamente Daniele Nicchi (Lega) e Donatella Porzi (Pd), seguite dall’intervento della presidente dell’Esecutivo Donatella Tesei e del portavoce delle opposizioni, Fabio Paparelli (Pd).
RELAZIONE DI MAGGIORANZA E MINORANZA
Illustrando l’atto in Aula il relatore di maggioranza, Daniele Nicchi (Lega-Presidente Prima commissione) ha sottolineato che “questo Defr ha una visione chiara dell’Umbria e del suo futuro, cosa necessaria in un momento così delicato della vita della nostra Regione, che è arrivata già molto debole alla crisi pandemica. Da un momento di grande difficoltà possono nascere importanti opportunità di rilancio e inversione di rotta. L’Umbria ha affrontato la pandemia partendo da una situazione di enorme debolezza. Un recente rapporto Svimez sul reddito pro capite mostra come l’Umbria fra il 2000 e il 2019 abbia perso ben 70 posizioni, più di ogni altra Regione italiana e occupando nella graduatoria più o meno quella che era la posizione della Basilicata venti anni fa. Il 2021 appare come l’anno della ripartenza. È importante riuscire a trasformare questo rimbalzo in una tendenza duratura. Il 2022 dovrà essere l’anno del consolidamento di questa ripresa per farla diventare strutturale. Gli obiettivi strategici del triennio 2022-24 pongono le imprese al centro dell’azione di sostegno, perché sviluppare l’impresa si traduce nella creazione di lavoro, sostegno dei redditi e contrasto alla povertà. Gli interventi saranno sempre più concentrati e meno ripartiti a pioggia, con misure di defiscalizzazione per l’incremento della forza lavoro, in particolare del manifatturiero, il principale motore di sviluppo dell’Umbria. Ci saranno importanti risorse per le infrastrutture con l’avvio o il completamento di progettualità attese da decenni, come ad esempio la Fcu Sansepolcro- Terni, il potenziamento della ferrovia Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona, il completamento della Quadrilatero. Collegamenti ed infrastrutture migliori saranno la base di partenza per rendere il turismo un'industria regionale, in modo stabile e duraturo, proseguendo il notevole lavoro fatto nel 2020 e 2021 che ha già portato risultati tangibili, sulla strada della creazione di un vero e proprio brand Umbria. Il Defr vuole affrontare con decisione i 4 grandi mali dell’Umbria: denatalità, spinta centrifuga dei giovani, scarsa partecipazione femminile al mondo del lavoro e povertà. Chiare anche le linee strategiche sulla sanità che puntano sulla convenzione con l’Università, sul nuovo piano sanitario e sul nuovo modello di welfare. Sulle 16 partecipate, che devono diventare un volano di sviluppo, è stato fatto un grande lavoro con un’importante spending review e risparmio e questi saranno gli anni dell’innovazione, della crescita nei servizi al cittadino e della comunicazione sociale. Il Pnrr per l’Umbria ha già portato degli importanti risultati ma oltre a queste, ingenti risorse arriveranno anche dalla coda dell’attuale programmazione comunitaria, dalla nuova programmazione e dal Psr”.
Per il relatore di minoranza, Donatella PORZI (Pd-vicepresidente della Prima commissione) “il Defr è un documento pieno di principi da cui mancano le azioni concrete. Sulle linee di indirizzo, così vaghe e generiche che potrebbero andare bene per qualsiasi territorio, potremmo anche essere d’accordo. Ma questo Defr è senza progetti reali per uscire dalla crisi. Elementi che ci avrebbero dato le possibilità di ragionare su fatti e politiche da mettere in campo per far ripartire l’Umbria. E le ricette che voi proponete sono le stesse degli ultimi anni, che tanto avete criticato. Avete fatto sostanzialmente un restyling di nostre misure, che voi avete definito come sorpassate. Vi muovete in continuità con il passato, con bandi a cui si è cambiato solo il nome. Ci sono situazioni che non hanno nulla di nuovo. Quando si critica ferocemente tutto quello che si è trovati e poi ci si muove nella stessa lunghezza, non si può non chiedersi dove sia la novità. Sarebbe servito altro. Come sarebbe stata necessaria una maggior riflessione e approfondimento nel trattare i dati Svimez. Certo, da questo rapporto emergere un dato grave e drammatico. Un dato su cui riflettere, che non può essere affrontato con la semplicità di cui abbiamo letto in questi giorni. Alle amministrazioni compete l’obbligo di mantenere in ordine i conti e di rafforzare il legame con i livelli istituzionali superiori, che oggi ci offrono la possibilità di strutturare la nostra economia in maniera forte per garantire alle generazioni future condizioni migliori. Abbiamo risorse mai viste con le quali dovremo provare a uscire da questa situazione di criticità, che va compresa per trovare le migliori soluzioni. Ma se davanti a noi ci sono regioni del sud e dietro alcune del nord che sono da sempre i motori dello sviluppo, qualche domanda ce la dovremmo fare. Anche per questo nel Defr avremmo gradito maggiore attenzione sugli aspetti strutturali e macroeconomici che hanno provocato queste situazioni di diseguaglianza. Nessuno ha mai nascosto le criticità di una regione come la nostra. Malgrado i tanti fondi europei e le politiche di questa regione con i conti in ordine, dobbiamo lavorare per favorire la crescita e lo sviluppo”.
Donatella TESEI (presidente della Giunta): “Il nostro Defr è concreto, semplice, chiaro e definisce una linea da seguire. Bisogna lavorare tutti insieme verso l’obiettivo dello sviluppo economico della Regione, creando occupazione di qualità e dando spazio alle donne. La relazione di minoranza è stata dedicata in gran parte a contestare i dati ufficiali sull’economia umbra. Quelli sono i dati che hanno portato l’Umbria ad essere tra le ultime d’Italia e ad essere collocata tra quelle ‘in transizione’. Noi oggi stiamo cercando di invertire la rotta per riportare l’Umbria nel posto in cui si trovava prima. Le conseguenze del Covid avevano fatto stimare una riduzione del Pil del 13 per cento mentre invece il calo è stato contenuto nella media nazionale. Siamo intervenuti per aiutare tutti e sostenere il tessuto economico della regione, permettendo all’Umbria di reggere rispetto ad una situazione molto grave. Nel 2021 ha tenuto il Pil regionale ed anche l’occupazione. Il nostro Defr mette al centro l’impresa e mira a creare lavoro. Nel passato abbiamo beneficiato di ingenti risorse che però non hanno generato i risultati attesi. La rimodulazione dei fondi europei, per la quale siamo stati tra le migliori regioni d’Italia, ci ha permesso di invertire una tendenza nefasta. Nei primi 9 mesi del 2021 si registra un più 21 per cento per l’export, con un dato superiore al centro Italia. Un segnale di inversione importante. I progetti sulle infrastrutture sono fondamentali ed è necessario trovare le risorse e portarli a termine. Tutto questo non è avvenuto negli ultimi 20 anni. Non dite che abbiamo messo in campo i vostri progetti: la Fcu è stata distrutta e non c'erano collegamenti veloci. Sulla ricostruzione sono stati fatti passi in avanti notevoli. Rispetto al Pnrr abbiamo presentato una proposta regionale basata sul piano nazionale del Governo Conte, che poi è stato rielaborato. I nuovi progetti centralizzati hanno visto l’assegnazione di oltre 1 miliardo al nostro territorio. Ma si tratta di un contesto in evoluzione, su cui stiamo lavorando in modo continuativo. Non ci sono risorse assegnate pro quota alle singole regioni. La situazione finanziaria regionale punta sulle risorse comunitarie e su quelle del Pnrr, per proseguire sulla via dello sviluppo. Ci sono dati record sul turismo, frutto di una promozione efficace e chiara, con politiche nuove per questa vera e propria industria. Abbiamo ancora notevoli capacità di crescita. Sulla natalità delle imprese siamo già ai livelli pre-Covid. Dobbiamo trasformare questo rimbalzo in un'inversione di tendenza per recuperare i 20 anni negativi dell’Umbria”.
Fabio PAPARELLI (PD-portavoce minoranze): “Il Defr non è un elenco di cose fatte, come illustrato dalla presidente Tesei, deve invece disegnare una prospettiva, una visione, con atti concreti non con parole. Devo anche dire che non prendiamo lezioni sui bilanci da Lei, presidente. Questo documento ha molte lacune: manca un'analisi dettagliata sugli effetti della pandemia, soprattutto su disagio e povertà, aumento delle disuguaglianze, non ci sono perdenti e vincenti a causa della crisi. Si descrive in maniera superficiale il tema del Pil con l’unico argomento del fallimento delle Giunte precedenti. Sottolineo però che in questo documento noi abbiamo delle stime, non dati ufficiali, numeri che vengono utilizzati a comodo. Sono le stesse stime che fino a qualche mese fa dicevano meno 14, oggi meno 9, domani chissà, vedremo poi i dati reali. La vostra occupazione preferita sembra quella di intestarvi ogni buona notizia e addebitare agli altri quelle cattive. Se abbiamo a cuore l’Umbria servono ragionamenti con una base solida. Nelle crisi c’è un impatto meno forte ma anche una ripresa meno vivace. Bisogna vedere tutti i dati. L’Export va bene, ma andava già bene negli anni scorsi. l’Umbria è sempre stata sopra la media nazionale. E se vogliamo giocare coi numeri osserviamo che tra il 2015 e il 2019 il Pil è cresciuto di 115 punti base in Umbria, cioè siamo cresciuti meno della media nazionale ma non siamo certo arretrati, è una bugia. La propaganda non vi porta grandi risultati. Dovremmo indagare su altri indicatori per capire il crollo del Pil negli anni scorsi. E comunque nel 2020 non è andato su. Avete perso dai 3 ai 5 punti di Pil. Serve prudenza nel fare previsioni sulle stime. Se nel bilancio aveste stimato le entrate in base al calo del Pil non vi dovreste lagnare, ma le entrate maggiori non le troviamo. C'è anche un fatto eclatante: vi contraddite. Nella proposta di Defr trasmessa alla concertazione c’era una tabella sulla ripresa che prevedeva un incremento del Pil più basso rispetto al centro nord, ma questa tabella è stata tolta. Si tratta di un atto grave. Si dice solo che nel 2022 la crescita sarà più debole del 2021, omettendo la cattiva notizia. Ma il punto chiave è che manca la questione cruciale, quella della produttività, vale a dire l’attitudine a conseguire un risultato superiore ai mezzi impiegati, è il principale problema e causa del divario del Pil rispetto a regioni settentrionali, la soluzione è politica, servono più politiche pubbliche per aiutare imprese e famiglie a migliorare la propria redditività, ma questi temi non vengono affrontati, perché non avete un piano concertato con le parti sociali. La rigidità del bilancio rimane invariata, con un tasso di rigidità intorno al 4 per cento e spese per il personale in crescita nel triennio. Non l’annunciata riduzione del numero di direttori, vedi il Cda di Arpal, che costa molto più di un direttore. Sui programmi comunitari non ci sono passi avanti rispetto al 2019. Circa gli obiettivi strategici regionali, che sono il cuore del Defr, dove ci vorrebbero linee strategiche, troviamo solo quanto fatto nel 2020, un anno però con ospedali chiusi e una inesistente lotta alla povertà. In tema di sviluppo economico sono stati cambiati i nomi, dall’italiano all’inglese. Adesso abbiamo Smart attack, small, large e medium, ma di fatto date a fondo perduto alle grandi imprese e prestito agevolato alle piccole, il contrario di quello che andrebbe fatto. Sono state usate le risorse delle politiche del lavoro per pagare i sacrosanti straordinari agli operatori della sanità. In riferimento alle risorse del Pnrr, si legge a pagina 44 che “è chiaro che il governo destina risorse attraverso grandi progetti di respiro nazionale e bandi rivolti ad aziende di stato, con incerta assegnazione a soggetti diretti e poco probabile riparto dei fondi su base regionale. Indipendentemente dall’esito del confronto, il Pnrr in alcun modo può essere assimilato un fondo cui attingere, ma un piano nazionale. Per quanto esposto si tratta di interventi nazionali. Il Pnrr Umbria è una fake, non c’è niente di concreto. Emerge la visione dei rapporti che avete col governo di centrodestra, rapporti personali, relazionali, vedi sulla vicenda Ast. Per quanto riguarda le infrastrutture, progetti nazionali, il risparmio di 10 minuti sulla tratta Pg-Roma non sembra poi un gran risultato, la montagna ha partorito un topolino. Su Umbria mobilità ricordo che l’interpello all’Agenzia delle entrate era già stato fatto da noi prima di questa Giunta, con esito positivo. Infine, nella parte del Defr dedicata a analisi e strategie avremmo dovuto avere indirizzi molto concreti ma, a pagina 124 si legge di un rafforzamento degli interventi a sostegno della crescita per assicurare all’Umbria i benefici, di ripresa in atto a livello europeo, ma sono parole comprese in qualsiasi Defr di ogni regione, non c’è nulla di concreto. Con questo governo emerge la prassi di appropriarsi dei risultati altrui e dare le colpe agli altri. Se i regali di Natale saranno sostanziosi, il merito sarà della Giunta Tesei, se invece poca cosa sarà colpa degli amministratori del passato”.