278135564 287972026849610 4242740543767475920 n(UNWEB) “Scongiurare la possibilità che in tema di inquinamento gli allevamenti vengano equiparati al settore industriale”. È quanto dichiara il consigliere regionale Francesca Peppucci (Lega Umbria), annunciando la presentazione di un atto in Assemblea Legislativa per “sollecitare la Giunta ad attivarsi anche tramite confronto con il Governo”.

“Una scelta insensata ed inaccettabile quella della Commissione Europea - spiega Peppucci - soprattutto in un momento di forte crisi dovuto all’aumento dei prezzi delle materie prime e dagli altissimi costi energetici causati dal conflitto tra Russia e Ucraina. La Commissione Europea ha reso nota la volontà di rivedere la normativa che impone agli impianti industriali maggiormente inquinanti di dotarsi di specifiche autorizzazioni ambientali. In particolare, la proposta di direttiva prevede una serie di pesanti oneri burocratici a quasi tutti gli allevamenti dei settori suinicolo, avicolo e bovino, che vengono considerati alla stregua di stabilimenti industriali e che dovranno sottostare a rigide norme in materia di controlli ed autorizzazione, con livelli di burocrazia e costi insostenibili”.

“Invece di lavorare per un’autonomia alimentare – prosegue Peppucci - la Commissione europea va nella direzione opposta, introducendo nuovi ostacoli per gli agricoltori già in forte difficoltà. Ritengo doveroso lavorare per la riduzione delle emissioni, ma in un momento di criticità dovuto alla pandemia e alla guerra, le priorità dovrebbero essere ben altre e la risposta non può essere la burocrazia. L’attuazione di tale Direttiva comporterebbe non solo la chiusura di numerosi allevamenti, componente fondamentale anche per il tessuto economico umbro, ma anche una inevitabile importazione di carne da paesi extraeuropei che non risponde agli stessi standard di sicurezza ambientale e alimentare, nonché ad un’apertura reale alla carne sintetica”.

“Una scelta – conclude Peppucci - che andrebbe a colpire gli allevatori, tra cui quelli umbri, che già si trovano a lavorare al di sotto dei costi di produzione, ma anche il consumatore finale in termini di autosufficienza e sicurezza alimentare. Porterò la questione in Consiglio regionale perché è necessaria una revisione della proposta nei prossimi passaggi legislativi, con l’auspicio che ci sia attenzione e confronto sul tema in tutti i livelli istituzionali”.


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