(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità la “Proposta di programma regionale Fondo europeo di sviluppo regionale Fesr Umbria 2021-2027”. L’Aula ha anche approvato, sempre in modo unanime, un ordine del giorno inizialmente proposto dai gruppi di minoranza e poi condiviso da tutti i capigruppo che impegna la Giunta a “monitorare il quadro complessivo delle strategie messe in campo con i vari strumenti di programmazione regionale e nazionale, come concordato in fase di partecipazione del Fesr e Fse con le parti sociali, gli stakeholders territoriali e gli enti locali; aggiornare il Consiglio regionale sullo stato di avanzamento della programmazione per condividere una prospettiva coerente di sviluppo economico e sociale integrata della nostra regione”.

Il relatore di maggioranza, Daniele Nicchi (presidente Prima commissione), ha illustrato l’atto spiegando che “il Programma regionale Fesr 2021-2027 si inserisce nelle principali strategie europee e nazionali che individuano come temi principali la transizione green, la transizione digitale e la coesione economica e sociale. Il Programma si basa su una crescita sostenibile, inclusiva e diffusa, ponendo le seguenti sfide: attuare politiche volte a migliorare la capacità innovativa e competitiva, investendo maggiori risorse in ricerca e innovazione; dare attenzione alla crescita della produttività, concentrandosi sia sulla individuazione e rimozione dei fattori inibitori che sulla promozione dei fattori di miglioramento; puntare al riposizionamento del sistema produttivo su produzioni a più alto contenuto tecnologico e al ringiovanimento dei settori tradizionali attraverso la promozione a tutti i livelli della innovazione e all'internazionalizzazione; promuovere azioni che combinino l'economia con la qualità e la sostenibilità dell'ambiente; sostenere la cultura in un'ottica di innovazione e inclusione sociale; attuare strategie territoriali volte a sostenere i percorsi di inclusione sociale ed economica e di sostenibilità ambientale, favorendo il protagonismo delle aree interne e valorizzando l'identità delle aree urbane.

Le imprese sono la chiave per far ripartire lo sviluppo della regione, creando lavoro e ricchezza. Servono percorsi di innovazione e collaborazione con Università e centri di ricerca. È necessario far crescere la spesa privata in ricerca e sviluppo. Altra priorità riguarda il sostegno ai processi di internalizzazione d i penetrazione nei mercati esteri. L’Umbria del prossimo decennio punta ad essere una regione del benessere, intelligente, circolare e creativa”.

Il relatore di minoranza, Donatella Porzi (vice presidente Prima commissione) ha invece evidenziato che “i temi principali di questo atto sono gli stessi che abbiamo sempre inserito nella nostra programmazione. Manca invece la discontinuità rispetto al passato di cui tanto si è parlato. Non ci sono elementi rivolti all’innovazione del sistema produttivo. Non viene affrontato in maniera adeguata il nodo delle piccole e medie imprese. Vorremmo capire come la programmazione e i fondi del Pnrr potranno essere utilizzati in modo efficace. Evitiamo di sottrarre i fondi destinati alle imprese per finanziare opere pubbliche. Abbiamo depositato un ordine del giorno con i nostri contributi per integrare questo atto e agganciare la ripresa”.

GLI INTERVENTI

Andrea Fora (Patto civico): “valutiamo complessivamente positiva la programmazione tecnica di questo atto. Vorremmo dare un contributo, come minoranza, con un ordine del giorno il cui accoglimento permetterebbe una piena condivisione dell’atto proposto dalla Giunta”.

Valerio Mancini (Lega): “L’atto di indirizzo prevede impegni per la Giunta rispetto ad azioni che in realtà vengono già portate avanti. Inoltre vengono indicate procedure informative verso il Consiglio regionale che sono già regolamentate. Sembra sfuggire che tanti operatori e professionisti hanno difficoltà a coprire la quota di co-finanziamento. Ciò comporta che anche chi avrebbe diritto a risorse ci rinuncia non potendo compartecipare la spesa. Non parteciperò al voto sull’ordine del giorno”.

Simona Meloni (Pd): “Non è con le provocazioni in Aula che si può mettere in discussione l’ordine del giorno condiviso con gli altri capigruppo. Serve attenzione alle piccole e medie imprese. Il monitoraggio che la Giunta metterà in campo sarà utile e doveroso, soprattutto in questo momento”.

Donatella Tesei (presidente): “Tutto quanto è previsto in questo atto di indirizzo noi l’abbiamo già fatto, garantendo condivisione e partecipazione. Ci sono molti progetti che saranno realizzati con i fondi Pnrr e con fondi diversi. Questo atto di indirizzo rafforza quello che è già stato fatto e quello che questa Giunta ha attuato a tutti i livelli, anche rispetto alla programmazione. L’Aula oggi manifesta l’intenzione di sostenere il percorso già avviato”.

Fabio Paparelli (Pd): “L’ordine del giorno prevede impegni precisi, mirati alla stesura di un documento unitario sulla programmazione e al coinvolgimento dell’Assemblea legislativa nella sua redazione ed attuazione. L’atto di indirizzo non attesta quanto è stato già fatto ma richiede impegni ulteriori e differenti per il futuro”.

Paola Agabiti (assessore): “Stiamo vivendo un periodo storico particolare, segnato dalla pandemia e dalla guerra. Stiamo predisponendo una programmazione aperta e innovativa che ci permetterà di integrare i diversi fondi, compreso Pnrr. Siamo di fronte ad una programmazione rinnovata e condivisa con le parti sociali ed economiche. Tra 15 giorni approveremo l’assestamento di bilancio e ci renderemo conto che ci sono sostegni concreti alle imprese”.

Donatella Porzi (Pd): “Bisogna essere leali e responsabili. Il nostro ordine del giorno non è una road map che la minoranza impone. Non si può sempre rinviare alle precedenti Amministrazioni la responsabilità di tutti i debiti, come di quelli del trasporto pubblico, creato dai Comuni. Avete sottratto 8 milioni alle piccole e medie imprese per colmare i debiti della sanità. Questa programmazione è il frutto del lavoro svolto in Europa da tanti amministratori che credono in quel progetto. Nel fondo di coesione avete trovato 2mila progetti già avviati dagli amministratori che vi hanno preceduto”.


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