(ASI-UNWEB)  Perugia — Con l’ultima delibera della Giunta regionale, l’Umbria vive uno dei momenti più critici della sua storia infrastrutturale: il nuovo tracciato dell’Alta Velocità non passerà per il cuore della regione, ma si fermerà a Rigutino, a ridosso di Arezzo. Una decisione che alimenta polemiche e malcontento, soprattutto nel capoluogo umbro, escluso dalle grandi direttrici ferroviarie.

Secondo quanto emerso, l’accordo con la Toscana — da sempre sostenitrice della soluzione aretina — ha prevalso, lasciando l’Umbria senza una stazione dedicata alla rete ad alta velocità. Per molti, si tratta di una “resa senza condizioni” che penalizza fortemente Perugia e, di riflesso, l’intera regione.

Critiche accese si levano contro la Giunta umbra, accusata di non aver difeso gli interessi territoriali e di aver ceduto senza opposizione a una scelta che, secondo i detrattori, relega la Regione ai margini dello sviluppo. “Non è solo una stazione a mancare — si legge in un commento politico — è una visione, una volontà politica, una difesa concreta degli interessi umbri.”

Mentre la Toscana incassa il risultato, l’Umbria resta priva di una voce forte e di una guida capace di garantire infrastrutture al passo con il resto del Paese. Il timore è che, senza un cambio di rotta, la Regione continui a rincorrere il progresso, sempre in ritardo, sempre più lontana dal centro nevralgico delle grandi reti nazionali. Così dichiara in un post sul suo profilo social l'europarlamentare di FDI, Marco Squarta.

 

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