(UNWEB) "Nel leggere le dichiarazioni della Presidente della Regione Umbria in merito alla programmazione delle risorse destinate alle persone con disabilità, ci chiediamo: come sta andando avanti, concretamente, l'attuazione del Progetto di Vita in Umbria se ancora regna la confusione fra operatori e famiglie?". Chiedono Donatella Tesei, Consigliere Regionale Lega e Paola Fioroni, Responsabile Dipartimento Disabilità della Lega.
"Perché le risorse economiche non sono tutto - proseguono - Il Progetto di Vita, previsto dal Decreto Legislativo 62/2024 e ancor prima dall'art. 14 della Legge 328/2000, non si misura solo in termini di fondi, ma rappresenta un cambio di paradigma, un metodo di lavoro e una visione nuova: quella che pone la persona al centro, con i suoi desideri, le sue aspirazioni e i suoi obiettivi, costruendo attorno a lei i sostegni necessari - sanitari, sociali, educativi, lavorativi, abitativi e relazionali. Aumentare i fondi soltanto accennando al progetto di vita e' un metodo emergenziale e furbo dal punto di vista politico, ma il cambio di passo dove è?
Parlare di Progetto di Vita significa abbandonare la logica dei bandi e dei contributi frammentati e costruire percorsi personalizzati e partecipati, che durino nel tempo e rendano effettivo il diritto all'autodeterminazione - affermano Tesei e Fioroni - La Vita Indipendente, in questo senso, non è semplicemente una misura da rifinanziare, ma un diritto sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che riguarda ogni aspetto della vita: la possibilità di scegliere dove e con chi vivere, lavorare, studiare, amare, partecipare. È certamente positivo che la Regione preveda un incremento di risorse, anche europee, ora anche più facili da avere senza cofinanziamento, ma non basta aumentare i fondi se non si cambia il metodo. Il metodo della riforma si fonda sulla coprogrammazione e coprogettazione, che non significa convocare un tavolo per comunicare decisioni già prese, ma costruire insieme – istituzioni, famiglie, associazioni, terzo settore e persone con disabilità – le politiche e le azioni che incidono realmente sulla vita quotidiana.
Senza un sistema realmente integrato, senza équipe multidisciplinari formate, senza la partecipazione attiva e consapevole delle persone, le disuguaglianze resteranno, e molte continueranno a sentirsi escluse o discriminate. Il vero obiettivo oggi non può essere solo "intercettare fondi", ma trasformare i principi della riforma in realtà, assicurando a ciascuna persona con disabilità il diritto di costruire e vivere il proprio progetto di vita, qui e ora, in Umbria. A pochi giorni dall'anniversario della Carta di Solfagnano - concludono - ci chiediamo se siano state davvero comprese le basi che con fatica sono state gettate nella scorsa Legislatura o se continueranno a gettare fumo negli occhi delle persone per farle scordare dei loro diritti"



