PgNovara001p(ASI) Perugia. Tutti insieme, quatto gol sul groppone, dopo averne presi otto in tutto fin qui e nessuno in casa. Il Perugia esce dalla partita interna col Novara con un passivo pesante, anche se la prestazione non è stata altrettanto deficitaria, al netto di alcuni errori difensivi e di qualche atteggiamento troppo effimero in fase conclusiva.

Il Perugia incerottato, con il centrocampo in emergenza, ha le sue attenuanti e sarebbe un errore dare alla sconfitta odierna significati dirompenti. Certo, un’analisi s’impone, perché al cospetto di una squadra quadrata, organizzata, ricca di individualità, il Perugia si è smarrito sugli episodi, ha concesso troppo per esser perdonato dai cinici ragazzi piemontesi. I quali hanno ben preparato la partita, chiuso tutti gli spazi, anticipato le diagonali e le traiettorie del gioco perugino. Così, il Perugia ha dovuto faticare più del solito per sviluppare la trama del suo gioco, e spesso ha dovuto affidarsi a invenzioni dei suoi giocatori per superare la munita retroguardia novarese. Non a caso, ha segnato grazie ad un’accelerazione portentosa di Drole, mentre in tante altre circostanze (alla fine si conteranno 15 tiri verso la porta avversaria) i difensori ospiti sono riusciti a sporcare le conclusioni o a limitare gli spazi liberi. Insomma, l’organizzazione è stata la chiave di volta dell’incontro, insieme alle sviste difensive dei grifoni, che sul primo e sul terzo gol (quelli decisivi, perché hanno rispettivamente indirizzato e chiuso la partita) si son fatti una dormita collettiva. “È mancata la voglia di non prendere gol”, ha detto significativamente Del Prete in sala stampa. Cioè, oggi la ferocia difensiva, i raddoppi sugli attaccanti, non sono stati la caratteristica dei grifoni. “Troppi gli uno-contro-uno e i tiri facili concessi ai novaresi”, ha annotato Bisoli. E gli uomini di Baroni ne hanno approfittato al massimo, con percentuali da realizzati e da capogiro. Quelle che sono mancate ai grifoni, comunque in partita fino al terzo gol degli ospiti: segno che la differenza tra le due formazioni non è marcata come il punteggio direbbe. Da qui bisogna ripartire verso Bari, senza stravolgere certezze tattiche consolidate e riprendendo la concentrazione e la cattiveria interrotte oggi nei novanta minuti del Curi.

Daniele Orlandi .- Agenzia Stampa Italia


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