PISCINAFOTO(UNWEB) Assisi. L'amministrazione comunale di Assisi non ha mai dimenticato la piscina comunale, come non ha dimenticato lo Stadio degli Ulivi, la Rocca Maggiore, il Metastasio, il Parco Subasio e tutte le frazioni.


Anzi, ha commissionato uno studio tecnico strategico per la rifunzionalizzazione e la valorizzazione del complesso sportivo Stadio degli Ulivi e della piscina comunale. Oltre 70 pagine di progetto sono state redatte dall'architetto Stefano Stanghellini, che analizzano la situazione attuale, che come è noto, risale a quasi dieci anni fa, da quando cioè la piscina è stata chiusa.
Vari tentativi di ristrutturazione si sono succeduti negli anni, ma senza un approfondimento tecnico sul futuro del complesso che quando fu realizzato, negli anni '60 del secolo scorso, aveva una funzione ben precisa ed era inserito in un contesto che rispondeva perfettamente alle esigenze della popolazione dell'epoca.
Ora prima di decidere le prospettive del complesso e in particolare della piscina comunale, l'amministrazione ha optato per uno studio dettagliato che sviscerasse tutti gli aspetti e affrontasse tutte le problematiche connesse, dal contesto di riferimento alle prospettive di valorizzazione, all'analisi della domanda e offerta di attività e servizi alle potenzialità di sviluppo.
Lo studio è propedeutico all'elaborazione delle procedure ed è stato finanziato con i proventi dell'imposta di soggiorno proprio perchè la valorizzazione di quell'area potrà avere ricadute non solo sportive ma anche e soprattutto turistiche.
A tal proposito una precisazione è doverosa: l'amministrazione non ha mai sostenuto di finanziare i lavori con i soldi dell'imposta di soggiorno anche perchè non sarebbe assolutamente fattibile pensando alle ingenti risorse che occorrono.
Comunque, tornando al futuro della piscina comunale e quindi del complesso sportivo le strade individuate dal professor Stanghellini sono due. Una versione light che prevede la riattivazione dell'impianto natatorio e la demolizione delle strutture in cemento armato ormai fatiscenti e non recuperabili, l'ampliamento dell'offerta sportiva con dotazioni per attività all'aria aperta e indoor, con un costo di almeno un paio di milioni di euro. E poi ci sarebbe una versione più ambiziosa che prevede un consistente ampliamento dei servizi e delle strutture, l'innesto di attività che, oltre a quelle sportive con un'offerta più ampia perchè legata al parco Subasio, spaziano da quelle culturali-ricreative a quelle dell'ospitalità. Ovviamente tale ipotesi avrebbe un

costo di gran lunga superiore alla prima versione.
Secondo lo studio del professor Stanghellini, entrambi i progetti prefiggono di creare un contesto che favorisce l'integrazione e la coesione sociale anche grazie all'attivismo dell'associazionismo sportivo, culturale e ambientalista.
Ora questo studio è all'esame dell'amministrazione che deciderà il da farsi ma va specificato che in questi anni non si è stati con le mani in mano ma si sono instaurati rapporti con l'Istituto del credito sportivo, imprenditori e mondo dell'associazionismo. L'aspetto economico era già un fattore importante quando è stato assegnato lo studio, oggi dopo l'emergenza Covid lo è ancora di più.
Sui tempi non ci possono essere speculazioni politiche perchè quest'amministrazione il problema lo ha affrontato e cercherà di risolverlo in maniera sensata senza sprecare risorse per restituire alla città un bene che è di tutti.

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