Libro processo di beatificazione di Santa Rita del 1626(UNWEB) Venerdì 17 maggio 2024 alle ore 16.00, presso la Sala Santa Chiara a Cascia, ci sarà la presentazione del volume “Il processo di beatificazione di Santa Rita del 1626”. L’opera è stata voluta dall’archidiocesi di Spoleto-Norcia, è stata stampata grazie al contributo del BIM (Bacino Imbrifero Montano) “Nera e Velino”, il curatore è Leonardo Lolli, è edita da “Il Formichiere” di Foligno e si compone di 286 pagine. Interverranno alla presentazione: l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo; il curatore dell’opera dott. Leonardo Lolli; il Prefetto del dicastero delle Cause dei Santi card. Marcello Semeraro.

Un’opera inedita. «Il processo di beatificazione di Santa Rita del 1626 – afferma il curatore Lolli – è conservato nell’archivio diocesano a Spoleto. Finora era stato studiato, soprattutto dai padri agostiniani, per ricostruire la vita di Santa Rita. Ma non era mai stato tradotto e trascritto integralmente. Quindi possiamo dire che si tratta di un’opera assolutamente inedita. Vi sono contenute una raccolta di testimonianze scritte a Cascia, che raccontano la fama di santità, le virtù e i miracoli di Santa Rita. Quest’opera ha l’obiettivo di far conoscere ancora meglio la biografia della Santa e di aumentarne la devozione». Da ricordare che il processo di beatificazione di Santa Rita fu celebrato dal vescovo di Spoleto Lorenzo Castrucci, su proposta di papa Urbano VIII che di Castrucci era stato predecessore nella cattedra episcopale spoletina. Fu poi lo stesso Urbano VIII ad ascrivere Rita nell’albo dei Beati.

Le parole dell’Arcivescovo. «La lettura delle pagine del libro – afferma l’arcivescovo mons. Renato Boccardo – suscita curiosità e stupore, e nel contempo dice come la testimonianza di una vita vissuta nella santità generi ammirazione, affidamento, gratitudine e anche desiderio di imitazione. Le deposizioni raccolte nel Processo possono suscitare anche in noi non solo il desiderio di meglio conoscere la vita di questa donna e la conferma della sua potente intercessione presso il cuore di Dio ma, soprattutto, la nostalgia di una vita santa, capace di produrre frutti di bene e di testimonianza di vita cristiana in questo mondo disorientato e inquieto».


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