Il procuratore generale di Perugia Fausto Cardella ha posto l’accento sul cyber bullismo
Insieme scuola, sport e istituzioni per aiutare i ragazzi a capire quanto è importante parlarne
(UNWEB) – Perugia, – Parlarne per combattere il fenomeno. In famiglia, a scuola, in ambito sportivo e anche con le forze dell’ordine. È l’invito e il consiglio che è stato rivolto agli studenti dell’Istituto tecnico tecnologico statale ‘Alessandro Volta’ di Perugia durante un convegno sul bullismo, venerdì 1 dicembre, nella sede della scuola, a cui hanno partecipato Domenico Ignozza, preside del Coni Umbria, e il procuratore generale della Repubblica di Perugia Fausto Cardella. Il secondo degli appuntamenti promossi nell’ambito della collaborazione tra l’istituto di Piscille e la Scuola regionale dello sport del Coni Umbria che ha avuto l’obiettivo di illustrare le caratteristiche del fenomeno, anche nella sua declinazione di cyber bullismo, e il ruolo delle istituzioni e delle agenzie educative nel contrastarlo. All’incontro, ad accompagnare gli studenti dell’indirizzo di Grafica e comunicazione con flessibilità sportiva, i professori Paola Maurizi e Mario Provvidenza, rispettivamente vicepreside e docente responsabile del progetto intrapreso con il Coni. Presenti inoltre il tenete colonnello Carlo Sfacteria e il maresciallo Claudio Zeni. “Il bullismo è un problema serio – ha spiegato Cardella – che c’è sempre stato e nei confronti del quale si stanno prendendo delle contromisure. Quello che mi sembra più preoccupante, ma è un segno dei tempi, è il cyber bullismo. Il fatto di servirsi della rete per questi atti di violenza, talvolta morale ma talvolta anche fisica, dà al fenomeno una diffusione e quindi una pericolosità grandissima. Ecco perché nei confronti di questa problematica” servono “– ha aggiunto Cardella – rimedi preventivi e informativi come quelli che stanno mettendo in atto le scuole e il Coni, che significa sport ad altissimo livello, quindi rispetto delle regole”. “Noi controlliamo i comportamenti dei ragazzi – ha spiegato la professoressa Maurizi –. La scuola ha un numero di studenti molto elevato e per questo abbiamo messo al primo posto, in collaborazione con le famiglie, il fatto che i ragazzi capiscano cosa significa essere corretti, rispettosi dell’altro e della diversità. Noi crediamo nello sport, è educativo, significa rispetto, amicizia, controllo del proprio corpo, del proprio comportamento. È fondamentale che ci sia questa collaborazione tra lo sport e il mondo della scuola perché le figure educative devono andare verso gli stessi obiettivi e questi momenti di incontro sono fondamentali”.
“Il fatto di rivolgerci oggi a giovani studenti che sono sicuramente atleti – ha aggiunto Ignozza – contribuirà in maniera profonda a fare in modo che il fenomeno del bullismo sia compreso e combattuto attraverso i valori che lo sport porta in sé. Questa collaborazione stretta tra la Scuola regionale dello sport del Coni e le scuole a vocazione sportiva credo continuerà perché i risultati che siamo ottenendo ci portano a sperare di poter ancora di più incidere nei valori dei nostri giovani”. “l ruolo delle forze dell’ordine – ha aggiunto il tenente colonnello Sfacteria – è duplice. Da una parte preventivo, e in questa occasione siamo in questa veste perché parliamo ai ragazzi, unitamente alle altre istituzioni, della cultura della vita, dello sport e di tutti gli accorgimenti per prevenire il fenomeno e conoscerlo meglio, perché molti magari sono vittime senza neanche rendersene conto. Dall’altra parte repressivo, per questo siamo sempre disponibili a recepire tutti i messaggi che ci arrivano dai ragazzi”.