20150411 164216(ASI) Perugia. Come sarebbe il mondo senza poter udire le risate dei bambini, il fragore di un mare in tempesta o le soavi melodie della musica classica? Difficile immaginarlo.

Eppure troppo spesso la società si dimentica che esistono persone che vivono in questo mondo difficile anche solo da immaginare. Persone che per troppo tempo la società ha tentato di nascondere e di sfruttarne l'oggettiva difficoltà della loro condizione. Stiamo parlando degli affetti da disabilità uditiva, meglio noti come sordi. Non è passato infatti molto tempo da quando venivano indicati e trattati come affetti da malattie mentali e quindi segregati dalla società che precludeva loro qualsiasi possibilità di espressione o affermazione. Eppure di fronte alle lacune procedurali e organizzative presenti in Italia, in molti si sono posti la domanda se queste persone non siano ancora oggi trattate alla stregua di cittadini di "serie B".
Tra coloro che si sono posti questa domanda, pretendendo di trovare però anche la corretta soluzione, una delle voci più importanti è stata quella dei volontari della Protezione Civile. Data la prerogativa essenziale della Protezione Civile di poter informare i cittadini prima, durante, e dopo lo svolgersi di calamità naturali, o provocate dall'uomo, i volontari hanno invocato la necessità di saper riconoscere tale tipo di disabilità e quindi gestire semplici forme di contatto onde riuscire a garantire un aiuto immediato alle persone sorde. L'oggettiva urgenza dell'istituzione di progetti volti all'abbattimento delle barriere comunicative con le persone affette da sordità, si è già palesata durante le calamità naturali che recentemente hanno investito il paese, come ad esempio il devastante sisma dell'Aquila, o le alluvioni in Toscana. La risposta a queste problematiche è stata presentata ieri presso la sede dell'ENS (Ente Nazionale Sordi) a Perugia, dal Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile di Bastia Umbra, dal Gruppo Comunale di Protezione Civile Perusia di Perugia,dall'ENS sezione di Perugia e dall'Associazione Interpreti di Lingua dei Segni Italiana.
Con il progetto "La Protezione Civile lascia un segno", sono stati organizzati corsi atti alla formazione del personale volontario per la comprensione e l'uso della lingua dei segni. Gli stessi hanno inoltre svolto nel corso del pomeriggio una serie di esercitazioni volte a simulare l'evacuazione di edifici a rischio e la creazione di un campo base per gli sfollati. Ma il progetto non prevede solo la formazione del personale della Protezione Civile. Nel corso della presentazione, gli esponenti dei principali promotori del progetto hanno esposto la loro intenzione di coinvolgere attivamente anche i portatori di disabilità uditiva, i quali non saranno solo i semplici beneficiari di questa iniziativa. Saranno protagonisti al pari dei volontari della Protezioni Civile coinvolti mediante un nuovo tipo di concezione comunicativa che mira a far si che entrambe le parti siano equamente coinvolte al fine di abbattere le barriere comunicative.
Per Roberto Raspa, del Gruppo Protezione Civile di Bastia Umbra, si tratta di un iniziativa che "va a colmare un vuoto". Di fatto permetterà di ridurre il rischio di isolamento o ritardi nelle comunicazioni con le persone affette da sordità in situazioni di vitale importanza. Anche secondo Donatella Cimbali, responsabile del Gruppo Protezione Civile Perusia di Perugia, l'accento va posto sulle attuali difficoltà cui va incontro il personale volontario in caso di emergenza. "Durante il sisma dell'Aquila la disattivazione dei servizi elettrici provocò l'isolamento di numerosi portatori di sordità che, privati degli apparati che normalmente consentono loro una corretta interazione con il mondo circostante, si sono trovati soli nel momento del maggior bisogno. Se pensiamo che in Italia pochissimi sono gli interpreti qualificati Lis (Lingua italiana dei segni), la necessità che i nostri operatori siano preparati in caso di emergenza diventa palese"- ha precisato Donatella Cimbali in riferimento al fatto che attualmente la Protezione Civile non prevede alcun tipo di attività formativa per il personale, volta a garantirne le possibilità di interazioni con soggetti affetti da sordità.
Per Clarissa Bartolini, presidente dell'Ens di Perugia, trattasi di "un progetto molto importante per i sordi poiché integra contemporaneamente allo stesso modo udenti e sordi e che fornisce "utili strumenti in caso di emergenza in riferimento ad esempio al risaputo rischio sismico della zona di Perugia". "Spero che questo progetto proceda. Che vada avanti e che venga preso a modello in tutta la regione" – ha dichiarato la Dot.ssa Bartolini.
Con l'eccezione di Marco Squarta (Fdi) e di Lorenzo Mattioni (vice presidente del "Movimento per Perugia"), agli incontri tenutisi nella giornata di ieri, abbastanza sentita è stata l'assenza dei rappresentanti delle istituzioni e della politica locali. "Come movimento ci siamo già in passato occupati delle precarie condizioni in cui versa lo stabile sede dell'ENS di Perugia dove addirittura le persone sorde dell'ente devono pagare un affitto al comune di Perugia. Essendo questa una manifestazione molto importante per le persone affette da sordità, ci aspettavamo almeno la presenza istituzionale di un qualsiasi rappresentante del comune."- ha dichiarato Mattioni a margine dell'incontro.

Cenusa Alexandru Rares – Agenzia Stampa Italia

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