san martino in campo(ASI) Perugia. C’è tutto l’orgoglio e la volontà di un paese di conoscere, difendere e tramandare storia, mestieri, usanze, tradizioni del territorio nel libro “Memorie di un paese: San Martino in Campo”. Lo ha sottolineato il presidente della Pro Loco della frazione perugina, Lucio Gallina, illustrando le finalità della pubblicazione realizzata dalla Pro Loco di San Martino in Campo e dal Centro socio-culturale “Il Gabbiano”, in collaborazione con l’Ecomuseo del Tevere, nell’incontro di presentazione che si è svolto nel Teatro dell’Oratorio, in una sala gremita. Il libro, di Barbara Ravizzone e a cura di Vitaliano Palomba, è edito dal Cesvol – Centro servizi per il volontariato Perugia e pubblicato nella serie “Cultura materiale e mestieri” tra le pubblicazioni dell’Ecomuseo del Tevere.

Inquadrate nel contesto storico e sociale, ripercorrendo le vicende salienti della vita del paese e del periodo che va dalla metà degli anni ’20 alla fine degli anni ’70 e ricordando le famiglie storiche e le loro attività, il volume raccoglie le testimonianze di alcuni anziani o persone ritenute portatrici di memorie interessanti per ricostruire parte della storia del paese. Sono stati intervistati Antonietta Baldi, Rodolfo Biagini, Vitaliano Biagini, Umberto Brozzetti, Luigi Cecchini, Antonio Gallina, Lucia Pampanelli, Gualtiero Peronelli, Francesca Sepicacchi, Rita Sepicacchi, Aldo Sirchio. Alessandro Vescovi, Umberto Vescovi. Due i temi su cui è stata incentrata la narrazione: il primo relativo alla famiglia mezzadrile e alla vita in campagna e il secondo sui mestieri del borgo, dal barbiere alla maestra, dal commerciante alla contabile prima della società che gestiva la miniera poi del Conservificio Drommi e della “Valigi”, tra le attività produttive più importanti del territorio e che determinarono un’accelerazione dello sviluppo locale, con significative trasformazioni della realtà economica e sociale.

“I veri autori – personaggi sono le tredici persone ai quali nel libro si lascia la parola e con la narrazione, che diventa corale, ci mostrano la loro storia e la loro cultura. Chi legge, ascolta le loro parole da cui si possono trarre anche molti insegnamenti, in particolare per le giovani generazioni”: ha detto Dino Renato Nardelli, dell’Isuc-Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea che è stato coinvolto nella parte iniziale del progetto ed ha attivato uno stage di due allora laureande in antropologia, Eleonora Spini e Roberta Brunacci, che hanno contribuito a realizzare le interviste, trascriverle e catalogarle.

“Abbiamo lasciato il più possibile le parole degli intervistati per trasmettere fedelmente questo canto, dolce, che ci viene dal passato. Una ricchezza immateriale per la quale siamo grati agli intervistati che hanno speso il loro tempo per raccontare di loro e della vita del paese, con la volontà di trasmettere agli altri spaccati ed esperienze della storia personale e collettiva”, ha rilevato Barbara Ravizzone, antropologa residente nel paese, che proprio sulla storia di San Martino in Campo ha realizzato la tesi di laurea e pubblicato un libro.

Dalla “dialettofila” Ombretta Ciurnelli, che ha collaborato con consigli sulla trascrizione del dialetto con cui sono espressi i tredici protagonisti, è venuto l’invito ad approfondire le conoscenze sul dialetto locale, per non disperdere con gli oggetti che non si usano più anche i loro nomi, anche attingendo alla documentazione esistente quali le lettere di un personaggio singolare di San Martino in Campo, quel Nazareno Squarta più noto con il soprannome di Menchino Sbrana, mezzadro, ma anche consigliere comunale e assessore supplente, perseguitato dal regime fascista ed esule in Francia a causa delle sue idee socialiste.

Il dialetto occupa infatti un posto importante nel libro “fino ad esserne quasi la cifra”, come ha rilevato Rita Imperatori che ha sottolineato come attraverso le testimonianze si realizzi “il miracolo di un ‘sonoro’ che accompagna e vivifica le immagini che ciascuno di noi custodisce nella memoria”, ringraziando “tutti coloro che si sono fatti custodi – gelosi e generosi insieme – delle memorie di un paese che sa di essere parte di un mondo più grande, spesso sofferente, che chiede a tutti di stringersi un po’ per garantire a chi arriva da lontano uno spazio per la memoria che porta con sé e alla cui conservazione ha diritto”.

Il lavoro per lo studio e la trasmissione della memoria locale di San Martino in Campo, proseguendo in un percorso avviato dal 2006-2007, non si arresterà. Il presidente dell’Ecomuseo del Tevere, Claudio Giacometti, ha espresso la volontà di realizzare un quaderno multimediale sul territorio, valorizzandone anche il patrimonio artistico, storico e ambientale, i prodotti tipici, tradizioni e manifestazioni.

Pro Loco di San Martino in Campo ed Ecomuseo del Tevere hanno dato intanto vita al Concorso nazionale di poesia “San Martino”; il 15 novembre prossimo, nella residenza d’epoca “Alla Posta dei Donini” a San Martino in Campo (alle ore 10), si terrà la cerimonia di premiazione dei vincitori della prima edizione.


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