Da sinistra Michele Fioroni Miriam Sartini e Federico Sisti min(UNWEB) Grande interesse per l'incontro "L'economia umbra e i bilanci delle imprese", svoltosi questa mattina a Perugia presso il Centro Servizi G. Alessi, organizzato dalla Camera di Commercio dell'Umbria in collaborazione con la filiale di Perugia della Banca d'Italia e con la partecipazione dell'Istituto Tagliacarne. Presente per la Regione l'assessore Michele Fioroni. Presi in considerazione cinque parametri chiave per: economia generale, comparti manifatturiero, commercio ed edilizia e per i tre settori con più addetti del manifatturiero (metalli, abbigliamento e industrie alimentari). Pubblico numeroso e attento che, dopo le relazioni, ha fatto domande ed effettuato interventi. Le conclusioni sono state tirate dal Presidente della Camera di Commercio dell'Umbria, Giorgio Mencaroni.

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In uno scenario italiano in chiaroscuro (il Pil è cresciuto del 6,6% nel 2021 e si avvia chiudere il 2022 con +3,7%, ma nel 2021 solo 26 province su 107, tra cui le due province umbre, avevano superato i livelli pre-Covid, mostrando quindi un tasso di concentrazione della ripresa piuttosto elevato, mentre l'impatto della crisi energetica è più forte in Italia rispetto agli altri partner europei, con un peso dei costi energetici sull'economia che nel 20220 sono al 10% rispetto al 7% della Germania e al 4% della Francia) l'Umbria mostra un andamento più sul chiaro che sullo scuro, anche se ci sono alcuni strutturali elementi di fragilità.

Uno scenario tracciato dall'Istituto Tagliacarne che trova conferma nell'approfondita analisi realizzata dalla Camera di Commercio dell'Umbria sui bilanci aggregati 2019-2021 delle imprese regionali che operano in forma di società di capitali (S.p.A., S.r.l. e società cooperative), confrontati con quelli di Marche, Abruzzo e Toscana. Bilanci dai quali ad esempio emerge che il valore della produzione per impresa in Umbria non solo ha avuto nel triennio un andamento migliore (+16,1%) rispetto alle tre regioni di confronto, ma presenta in cifra assoluta un valore di gran lunga più elevato delle altre tre regioni. E il valore aggiunto per impresa, benché nel triennio sia cresciuto meno di quello delle tre regioni di confronto, ha messo comunque a segno +6,9%, superando di oltre il 16% il valore pre-Covid e risultando in valore assoluto il più alto tra le quattro realtà regionali considerate. Come anche l'occupazione delle imprese umbre è andata meglio delle altre regioni. Il fatto è che, quando invece si vanno a vedere andamento del valore aggiunto e redditività per impresa (Roe), l'Umbria in genere sta sotto l'andamento medio. Insomma, bene su andamento del fatturato e su numero di addetti, ma tanto sforzo produce molto meno in termini di valore aggiunto e margini di redditività per azienda. Il che vuol dire meno spazio per gli investimenti futuri finanziati con le risorse proprie dell'azienda e posti di lavoro non ben remunerati.

La scaletta dell'incontro "L'economia umbra e i bilanci delle imprese"

È emerso dall'evento di questa mattina, dal titolo "L'economia umbra e i bilanci delle imprese", svoltosi questa mattina a Perugia presso il Centro Servizi G. Alessi, organizzato dalla Camera di Commercio dell'Umbria in collaborazione con la filiale di Perugia della Banca d'Italia e con la partecipazione dell'Istituto Tagliacarne. Un incontro in cui è stata presentata una mole considerevole di dati, elaborando cifre e grafici grazie all'enorme banca dati camerale, con l'aggiunta degli elementi elaborati dalla filiale di Perugia della Banca d'Italia e, per il quadro nazionale, dal Tagliacarne. I lavori sono stati aperti dall'introduzione di Federico Sisti, Segretario Generale della Camera di Commercio, che ha anche tenuto un fil rouge tra i vari interventi e relazioni. Quindi ha parlato la Direttrice di Banca d'Italia filiale di Perugia, Miriam Sartini, che ha svolto un quadro sull'attento monitoraggio che Bankitalia svolge sull'economia regionale. Ha fatto seguito l'intervento dell'Assessore regionale Michele Fioroni. Gaetano Fausto Esposito, Direttore Generale del Centro Studi Tagliacarne, ha quindi illustrato il report dell'Istituto di ricerca e subito dopo il Professor Luca Ferrucci, Ordinario nel Dipartimento di economia - Università degli Studi di Perugia, ha presentato l'indagine della Camera di Commercio dell'Umbria sui bilanci delle imprese, a cui sotto la direzione di Ferrucci hanno collaborato Giuseppe Castellini e Andrea Massarelli. Quindi Paolo Guaitini (Nucleo per la ricerca economica della Banca d'Italia di Perugia) ha illustrato il report di Bankitalia sul credito in Umbria. Sono seguiti gli interventi del pubblico, coordinati da Castellini. Le conclusioni le ha tirate il Presidente della Camera di Commercio dell'Umbria, Giorgio Mencaroni.

L'indagine della Camera di Commercio dell'Umbria sui bilanci delle imprese di capitali e delle cooperative.

Economia umbra in generale

Oltre al valore del valore della produzione e del valore aggiunto in generale, di cui si è già detto, va evidenziato che il Roe (Return on equity) per impresa (return on equity, in sostanza il profitto ottenuto dai soci di un'impresa), che nel 2019 era superiore a quello delle altre regioni, nel 2021 in Umbria è invece inferiore. E anche l'andamento 2019-2021 non è andato bene (peggio fanno tuttavia le Marche), tanto che nel 2021 il Roe per impresa in Umbria è sotto del 13,2% a quello esistente nel 2019. Più in dettaglio, in Umbria il profitto per impresa ottenuto dai soci o azionisti delle società è calato rispetto al 2019, nelle Marche è sceso ancora di più, mentre è cresciuto in Toscana e Abruzzo. Notevole la crescita degli addetti nelle imprese dell'Umbria che marca il risultato più elevato tra le 4 regioni.

Sul fronte degli investimenti per impresa, è da considerare che l'Umbria viene subito dopo la Toscana, lasciando alle spalle Marche e Abruzzo.

Settore Manifatturiero

Il comparto manifatturiero umbro mostra, in termini di valore della produzione per impresa, una buona crescita nel triennio 2019-2021 (+13,3%) ed è da notare che il valore assoluto della produzione per impresa è decisamente il più elevato tra le regioni di confronto, con la Toscana al secondo posto. (... continua nel Comunicato Stampa)


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