IMG 4112 2(ASI) Corciano. Imprenditori di successo si nasce o si diventa? Può un imprenditore divenire il primo intralcio della propria azienda? Alla prima domanda è difficile dare una risposta, visti i numerosi esempi che confermano l’una o l’altra ipotesi.


Alla seconda domanda, invece, la risposta è sì. Un imprenditore può diventare il freno della propria impresa, quando preso dall’ansia e dalla paura innesca un meccanismo ossessivo di controllo attivando “la ruota del criceto”, ovvero dando il via a un meccanismo che a fronte di un enorme assorbimento di energia produce un risultato inferiore allo sforzo fatto.
Si può invertire questo girare a vuoto che ha ripercussioni negative sulla serenità dei rapporti, la salute delle persone coinvolte e mette a rischio la sopravvivenza stessa dell’azienda? Sì, si può fare uscire la propria azienda dal movimento senza avanzamento del criceto nella sua ruota.
Di questo si è parlato l’altro ieri alla Villa Pieve del Vescovo di Corciano in un convegno intitolato, appunto, “La ruota del criceto”.
Promosso da Aidp Umbria, l’Associazione italiana per la direzione del personale, in collaborazione con Lol (Leadership Organizational Learning), durante il convegno sono state date testimonianze di casi aziendali che si sono tradotti in soluzioni di successo applicando un metodo nato in Usa.

“Nel corso di questi lunghi anni di crisi molti imprenditori/manager/professionisti italiani si sono trovati a dover affrontare criticità mai conosciute prima, risolvere aspetti organizzativi, strategici, di mercato – spiega Gianni Cicogna, imprenditore nell’IT (Information Technology) e membro del Direttivo Aidp Umbria, che del convegno è stato il moderatore – scoprendo di aver bisogno di un processo che li aiuti a non guardare la vita dal buco della serratura ma li porti a spalancare la porta, ad aprirsi, passando per una accettazione di se stessi anche con le proprie fragilità”.
Dopo il periodo più lungo di recessione dal dopoguerra, è stato detto in sintesi, ci siamo resi conto che non si è trattato solo una crisi di mercato, ma è il mondo che sta cambiando, con una trasversalità e una velocità che non conoscevamo e che riguarda tutti. Una volta capito che il mondo non sarebbe tornato come prima, ognuno ha reagito a modo suo.

Gli imprenditori, sono passati repentinamente dall’essere persone di successo a vittime di una crisi che li ha visti spesso diventare più poveri dei propri dipendenti. Hanno conosciuto la paura, una disperazione che a volte li ha portati al suicidio.
Come hanno reagito? Secondo alcune testimonianze imprenditoriali nel settore trasporti e nella moda, sono corsi ad aumentare il controllo. E’ l’incubo che diventa ossessione al quale si conforma anche il personale dipendente dell’azienda, che così perde di vista il business. L’imprenditore diventa quindi il peggior nemico di se stesso, non trova più il modo di motivare i propri collaboratori ma anzi li spinge a un efficientismo esasperato che produce risultati negativi.
Tra gli intervenuti, Adriana Velazquez, presidente AIDP Umbria; Roberto De Bacco, direttore generale Lol; Filippo Vasta, amministratore unico di MbyM (Management by Methods).

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