Confartiginato FotoPresentazione di Licia Redolfi Osservatori in rete Ufficio Studi Confartigianato, 14 luglio 2025

Report predisposto da Ufficio Studi in collaborazione con Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia, Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna e Ufficio Studi Confartigianato Vicenza

Gli ultimi dati disponibili sull’occupazione indicano che al I trimestre 2025 il tasso di occupazione in Umbria si attesta al 68,1% superando di 5,6 punti percentuali quello medio nazionale, pari al 62,5%. In un anno il tasso cresce di 1,1 punti, lievemente meglio rispetto al +0,9% del tasso nazionale ed in accelerazione rispetto alla dinamica registrata nell’anno 2024.

Nel trimestre in esame gli occupati aumentano in Umbria del 2,5% superando di 0,7 punti il +1,8% degli occupati in Italia. A sostenere la crescita è soprattutto la componente femminile che segna un +4,6%, spinta doppia rispetto al +2,1% rilevato a livello nazionale, mentre la componente maschile si ferma a +0,8% mostrandosi inoltre meno dinamica rispetto al +1,7% dell’occupazione maschile nazionale. Per quanto riguarda la posizione lavorativa, fa da traino il 4,6% degli indipendenti, in controtendenza rispetto al calo nazionale dello 0,4%, ed i dipendenti si fermano a +1,8% andando peggio rispetto alla media nazionale di +2,4%.

La domanda di lavoro prevista dalle imprese private con dipendenti di industria e servizi per il trimestre estivo di giugno-agosto 2025 risulta in salita in Umbria del 4,8% rispetto allo stesso periodo del 2024 (+16.220 entrate di lavoratori) trainato dal +8,1% delle Micro e piccole imprese fino a 49 dipendenti (meglio del +7,2% delle MPI in Italia): le MPI nel trimestre in esame rappresentano il 69,5% delle entrate previste in regione superando il 64,5% rilevato in Italia. Nel mese di giugno 2025 si rileva però una forte criticità sul fronte della difficoltà di reperimento che interessa in Umbria il 55,8% delle entrate previste: si tratta del valore più alto tra le regioni che supera di ben 10,4 punti percentuali la media nazionale di 45,4%. In un anno la difficoltà di reperimento in regione è stabile (-0,1 punti percentuali) mentre migliora in Italia (-2,2 punti percentuali).

Le turbolenze che caratterizzano l’attuale periodo si stanno riverberando anche sulle esportazioni del made in Italy nel suo complesso. I dati al I trimestre 2025 mostrano però che le esportazioni di prodotti manifatturieri dell’Umbria cresce del 5,9% superando di 2,9 punti il +3,0% del totale made in Italy: si tratta del quinto maggior aumento tra le regioni. La crescita umbra è trainata dalle esportazioni dei settori di MPI - alimentari, legno, mobili, moda, prodotti in metallo e altre manifatture, soprattutto gioielleria ed occhialeria - che segnano un +9,2% in controtendenza rispetto al -1,3% rilevato a livello nazionale: si tratta del quinto maggior aumento tra le regioni e del secondo tra quelle principali regioni (quota di oltre l’1% dell’export nazionale dei settori).

Approfondendo l’analisi a livello di mercati, crescono le vendite di prodotti delle imprese umbre sui mercati critici di Germania e USA. Nel dettaglio, le esportazioni in Germania aumentano del 14,0% (2° aumento tra principali regioni e 5° tra tutte le regioni), a fronte di una media Italia di +5,3%, e quelle negli USA toccano il +21,4% (5° aumento tra principali regioni e 5° tra tutte le regioni) quasi doppiando il +11,6% dell’Italia, dato che risente dell’anticipazione di acquisti da parte delle aziende statunitensi precedenti all’applicazione dei dazi.

Nel 2024 in Umbria il 25,4% delle imprese private con dipendenti di industria e servizi ha fatto investimenti in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale, quota leggermente più alta della media del 24,7% e superiore rispetto a quella osservata l’anno precedente. Per valorizzare gli investimenti in questo campo, il 28,2% delle imprese umbre che ha effettuato formazione ha scelto di trattare temi dell’ambito della transizione green e della sostenibilità ambientale (vs 30,6% Italia).

Si attesta a 62,4% la quota di imprese umbre che ha fatto investimenti in almeno un ambito digitale, cioè adozione delle tecnologie digitali, integrazione delle stesse nell’ambito del proprio modello organizzativo e sviluppo di nuove soluzioni di business basate sul digitale (vs 66,8% Italia). Importante anche in questo caso la formazione: il 31,3% delle imprese umbre che ha investito in digitale ha fatto formazione per il personale già presente in impresa per adeguare le competenze a nuovi tecnologie e/o modelli organizzativi e di business (vs 32,2% Italia). Entrambe le transizioni per essere supportate necessitano di competenze che attualmente, complice anche le problematiche demografiche, le imprese faticano a trovare: le entrate per cui è necessaria l’attitudine al risparmio energetico sono difficili da reperire nel 57,0% dei casi (il 4° valore più alto tra le regioni), quota superiore rispetto alla media nazionale di 49,5%, ed è difficile da trovare il 63,6% delle entrate per cui sono richieste elevate competenze digitali avanzate, cioè applicare tecnologie digitali per innovare e automatizzare i processi, quota (3° più alta tra le regioni) che anche in questo caso risulta superiore rispetto alla media nazionale di 53,5%.

Le recenti dinamiche poco vivaci degli investimenti a livello nazionale hanno risentito delle incertezze correlate alla difficile situazione geopolitica e del mercato del credito poco favorevole a seguito della crescita del costo del credito innescata dalla stretta monetaria attuata nell’Eurozona per contrastare l’alta inflazione. La situazione è ora in miglioramento e l’allentamento della stretta monetaria sta iniziando a farsi sentire positivamente sia livello e costo dello stock di credito concesso alle imprese, ma la situazione resta critica. I prestiti alle imprese a marzo 2025 restano, infatti, in calo del 3,5% in Umbria, una flessione più che doppia rispetto alla media di -1,5% nazionale e soffrono maggiormente le piccole imprese che segnano un calo del 6,3%, in lieve miglioramento rispetto al - 6,8% del IV trimestre 2024, ma più marcato rispetto al -5,8% rilevato per le piccole imprese in Italia a marzo 2025 (era -6,8% nel trimestre precedente). Per quanto riguarda il costo del credito, a marzo 2025 le imprese in Umbria pagano un tasso effettivo di 5,9% di poco superiore alla media nazionale di 5,7%, ma per le piccole imprese il tasso sale al 9,8% con un divario di ben 420 punti base rispetto al 5,6% pagato dalle restanti imprese in regione.

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