(UNWEB) Tra gli argomenti trattati ieri in Seconda Commissione, presieduta da Valerio Mancini, la situazione del ponte di Montemolino, situato tra il comune di Todi e quello di Monte Castello di Vibio. Per l’infrastruttura, messa in sicurezza nel 2012, sarebbe stato previsto un utilizzo di 10 anni, con scadenza dunque nel novembre 2022, mettendo a rischio il traffico veicolare. La questione è stata sollevata, in particolare, dal consigliere della Lega, Francesca Peppucci che in proposito aveva chiesto una audizione dei Sindaci interessati in Seconda Commissione.
Alla riunione pomeridiana della Commissione hanno così preso parte il sindaco di Montecastello di Vibio, Daniela Brugnossi e l’assessore del Comune di Todi, Elena Baglioni. Entrambe hanno sottolineato con forza la strategicità dell'infrastruttura la cui chiusura comporterebbe forti e negative ripercussioni sul territorio anche e soprattutto in termini economici, oltre ai fortissimi disagi con cui dovrebbero confrontarsi quotidianamente i cittadini residenti. Il Ponte rappresenterebbe anche un importante riferimento strutturale di protezione civile.
Il sindaco Brugnossi ha parlato di iniziative della stessa Amministrazione comunale che, oltre ad aver dato vita ad uno studio di fattibilità rispetto ad alcun ipotesi di intervento, si è rivolta anche direttamente al Ministero delle infrastrutture e trasporti per il reperimento delle risorse, sottolineando però che, per accedere ad alcune tipologie di fondi, è necessaria una più avanzata fase progettuale. Sulla stessa linea l’assessore Baglioni che ha rimarcato come il ponte di Montemolino rappresenti un collegamento essenziale di due province. Per questo ha chiesto di intervenire in fretta, anche per step, arrivando però, a breve, ad un intervento definitivo.
Il dirigente regionale Leonardo Naldini, presente alla riunione, dopo aver fatto una breve cronistoria dell’infrastruttura, ha detto che lo scorso 15 aprile si è svolta una Conferenza dei servizi istruttoria per un parere, da parte di tutti i soggetti interessati, rispetto alla soluzione migliore che porti alla riapertura totale del ponte. La Provincia di Perugia – ha detto - ha progettato tre soluzioni: il rifacimento e l’allargamento della infrastruttura attuale (costo circa 4 milioni di euro); un ponte a travata unica in acciaio (costo 7,8 milioni di euro); un nuovo ponte ad arco (costo 6,9 milioni di euro). L’indicazione emersa dalla Conferenza dei servizi sarebbe il ponte a travata unica in acciaio, che avrebbe anche il parere favorevole della Sovrintendenza. Il tema principale, però – ha ribadito Naldini – è quello del reperimento delle risorse e ad oggi, la somma necessaria, non è prevista nel bilancio regionale. Qualora non fosse raggiungibile il finanziamento per il progetto indicato – ha osservato Naldini – si potrebbe prevedere l’allargamento della infrastruttura attuale con un costo ridotto della metà, ma il problema potrebbe nascere dal parere della Sovrintendenza che escluderebbe questa tipologia di intervento. La Regione, come emerso dall’intervento del Dirigente, starebbe comunque concordando con la Provincia di Perugia un processo di ricertificazione, per un massimo di due anni, della struttura attuale.
Il presidente Mancini, dopo aver condiviso la proposta di Peppucci di dare vita ad una Risoluzione che possa contenere anche altre priorità infrastrutturali, ha annunciato a breve un sopralluogo sul ponte.