(UNWEB) “Le conseguenze della mala gestio e del buco creato dal duo Tesei-Coletto al bilancio della sanità umbra non si stanno facendo attendere. Dopo aver stipulato nei mesi scorsi un accordo sindacale e aver promesso incentivi per il personale, la Giunta fa retromarcia e opera un taglio al fondo integrativo dei lavoratori del comparto per oltre 3 milioni di euro. Chi ha sbagliato ne tragga le conseguenze”. Così i consiglieri regionali del Gruppo Pd, secondo i quali “nonostante gli sforzi messi in campo dal personale sanitario, a lungo impegnato nella gestione dell’emergenza Covid-19, i primi a subire gli effetti dei conti in rosso sarebbero proprio loro, privati degli incentivi e dei riconoscimenti economici integrativi conquistati a fatica”.
Per gli esponenti Dem, “è la dimostrazione palese che la destra non sa cosa sia il monitoraggio della spesa e la conoscenza delle norme. Riteniamo questa ipotesi del tutto inaccettabile, tanto più ancor prima che siano state messe in campo una serie azioni di riorganizzazione e di revisione della spesa, da incentrare, a nostro avviso, su un serio monitoraggio dei conti a partire da quelli relativi alla spesa farmaceutica, con una lotta agli sprechi e alle diseconomie, così come con azioni prevenzione della mobilità passiva che in questi anni di pandemia è aumentata enormemente, insieme al ricorso al privato. Ciò causa di tre fattori principali che hanno impedito cure ottimali, ovvero non aver separato i percorsi all’interno degli ospedali, non aver accolto le nostre proposte sull’ex Milizia a Terni, sull’utilizzo degli ospedali di Narni ed Amelia, sull’ospedale di Spoleto e sul mancato potenziamento di quello di Orvieto, ma soprattutto non aver provveduto alle assunzioni del personale necessario”.
“A partire da questa situazione, che si somma agli altri gravi problemi che affliggono la sanità umbra – continuano i consiglieri del Partito democratico -, riteniamo doveroso chiedere un incontro a tutti i sindacati della sanità per discutere quali azioni è più giusto intraprendere per scongiurare questi tagli e rilanciare la sanità pubblica. Crediamo che in questa fase sia prioritario indagare a tutti i livelli quali siano le vere cause del buco di bilancio, a partire dai 79 milioni di spese che il Ministero pare non voglia riconoscere, in quanto non riconducibili all’emergenza sanitaria e che sembrano essere l’elemento più importante da chiarire. Inoltre – aggiungono -, in questi due anni non sono stati potenziati gli ospedali né è stata aggiornata la rete dei presidi di medicina territoriale”.
“Non sono state nemmeno spese le decine di milioni di euro messe a disposizione dal Governo giallo-rosso, per cui le persone più fragili o non si sono curate o, chi ha potuto, si è rivolto al privato o si è recato fuori regione aumentando così la mobilità passiva. Serve dunque ripartire da qui – concludono - facendo la dovuta chiarezza, per evitare il definitivo sconquasso della sanità umbra e non solo dei suoi conti”.