(UNWEB) Nel corso del question time odierno, i consiglieri regionali della Lega Valerio Mancini, Stefano Pastorelli, Eugenio Rondini, Daniele Nicchi, Francesca Peppucci, Daniele Carissimi e Paola Fioroni hanno interrogato l’assessore Luca Coletto per sapere quali misure intende adottare la Giunta “per risolvere il problema della carenza di medici di medicina generale nei piccoli comuni e nelle zone marginali del territorio”.
Illustrando l’atto in Aula il primo firmatario Valerio Mancini ha spiegato che “la carenza di medici di famiglia determina notevoli disagi per i cittadini umbri, ed in particolare per quelli residenti nei piccoli comuni o nelle zone marginali del territorio regionale. Ma i cittadini non possono essere privati di un servizio sanitario essenziale, tanto più in questo momento in cui la pandemia non ha ancora terminato i suoi effetti. Non dobbiamo dimenticare che la popolazione maggiormente colpita dalla carenza di tale presidio sanitario è quella anziana, che costituisce la maggioranza della popolazione nei piccoli comuni, e che è anche quella che ha maggiori difficoltà di spostamento e di utilizzo delle nuove tecnologie”.
L’assessore Luca Coletto ha risposto che “la procedura di assegnazione di zona carente prevede che entro la fine di marzo di ogni anno vengano pubblicati gli ambiti vacanti, per la cui copertura possono candidarsi medici che abbiano certi requisiti. Ogni medico di medicina generale può acquisire fino a circa 1500 pazienti. Ad oggi alla Regione non sono pervenute segnalazioni di disagi o di carenza di medici di medicina generale. In una regione come l’Umbria risulta difficile concentrare i medici di medicina generale nelle case della salute. Serve un accordo territoriale che preveda anche una messa in rete con gli ambulatori, anche nelle zone più lontane dai centri abitati, per rendere un servizio adeguato a tutti i cittadini. Va rinviato tutto al nuovo Piano socio sanitario, dove ci saranno misure anche per la gestione dei medici di medicina generale nei territori disagiati”.
Mancini ha replicato spiegando che “anche in Valtiberina ci sono situazione di disagio. I medici tendono a prendere pazienti in territori agevoli, preferendoli a quelli delle aree marginali. Bisogna far capire che la prevenzione è la migliore forma di risparmio sanitario. Una attenta cura domiciliare dei pazienti consente di ridurre la spesa e lo stress del sistema sanitario. La gestione delle liste e del turn-over dei medici di medicina generale è risultata inadeguata. È ora di superare il numero chiuso in medicina, visto che il covid ci ha dimostrato quanto ci servono le professioni mediche”.