Simbolo Umbria per la Sanità Pubblica 2Il servizio sanitario nazionale è stato, ed è, un grande motore di giustizia, un vanto del sistema italia. Che ha consentito di aumentare le aspettative di vita degli italiani ai più alti livelli mondiali.


Non mancano difetti e disparità da colmare. Ma si tratta di un patrimonio da preservare e da potenziare. Sergio Mattarella presidente della Repubblica 31 dicembre 2018
PROLOGO
In vista delle prossime elezioni amministrative regionali la lista Umbria per la Sanità Pubblica e la Pace propone, questo documento, a tutti i cittadini per il rilancio del servizio sanitario regionale con tutti i suoi principi ispiratori: la gratuità, l'universalità di accesso e l'equità nell'erogazione delle prestazioni.
Il diritto alla salute è definito fondamentale nella Costituzione repubblicana e deve rappresentare per la nostra comunità regionale una priorità assoluta.
È da troppo tempo che si stanno accumulando una serie di problemi che appesantiscono il servizio sanitario nel suo funzionamento come il sottofinanziamento, l'arretrato nelle liste di attesa, il sovraccarico patito dai servizi di pronto soccorso, l'impoverimento dei servizi per la salute mentale e l'assurdo tetto finanziario per l'assunzione di nuovo personale. Come avvenuto nelle altre realtà italiane, dove ha governato il centrodestra, anche in Umbria con la privatizzazione gli amministratori demandano al mercato il ruolo di soggetto regolatore in sanità, rinunciando alla programmazione di servizi adeguati ai bisogni dei cittadini.
Non ci sono dubbi che i disservizi che si stanno vivendo in gran parte hanno radici proprio nella mancanza di una programmazione degna di questo nome; che si registra non solo negli investimenti di carattere strutturale ma anche nella gestione ordinata delle attività assistenziali.
Il percorso di rilancio e sviluppo che i sostenitori della lista propongono prevede un approccio di tipo sistemico alle varie tematiche che caratterizzano il servizio sanitario regionale ed in particolare:
• Riscoprire l'importanza della prevenzione primaria a partire dalla cura dell'ambiente, la sicurezza nel lavoro e la promozione di stili di vita salutari. Non si trascurano neanche quelle azioni trasversali utili all'affermazione dei determinanti di salute nelle politiche delle amministrazioni, non solo sanitarie, come gli Enti Locali;
• Analogamente andranno sostenute le iniziative di prevenzione secondaria come gli screening per le patologie oncologiche e delle altre condizioni morbose croniche in cui è importante procedere con le procedure della medicina d'iniziativa:

Va rimesso ordine nella programmazione territoriale alla luce del recente DM 77/22 che presenta nelle proposte di recepimento diverse lacune; la principale delle quali è rappresentata dalla assenza di una progettualità specifica di servizio che mette al centro il lavoro di equipe. Sono state proposte nuove figure come l'infermiere di comunità di cui non si percepisce quale sia l'ipotesi di reale utilizzo che, invece, potrebbe risultare prezioso in chiave epidemiologica per la gestione della salute nei territori focalizzando i bisogni espressi dalla comunità.
• La salute mentale ed i consultori sono servizi che necessitano di un recupero di centralità; preso atto della marginalizzazione che hanno subito in questi ultimi anni da una amministrazione scarsamente sensibile a queste tematiche.
• Le persone con disabilità dovranno trovare dei servizi aperti a maggiori livelli di inclusione sociale che tengano conto nella loro soggettività e della volontà di autonomia che i singoli individui esprimono;
• Va riconfermato con forza l'attuale assetto dei servizi territoriali su 12 distretti e relative zone sociali, in quanto il DM 77/22 non impone stravolgimenti all'assetto attuale che da tempo è funzionante in Umbria;
• Per la rete ospedaliera andranno affrontate delle razionalizzazioni che ridefiniscano le mission delle aziende ospedaliere dei dipartimenti di primo livello, salvaguardando il loro ruolo di ospedali per l'acuzie e per l'emergenza. Per gli ospedali di base, invece, andrebbe studiato un modello innovativo che li inserisca maggiormente nella rete territoriale a supporto della domanda di cronicità emergente e in stretta connessione con le attività di medicina di iniziativa. I dati disponibili indicano che il ruolo eventuale nelle attività di acuzie di questi presidi debba essere valutato caso per caso.
Va assolutamente ridefinito il rapporto con l'istituzione universitaria in quanto gli atti adottati nel corso di questa legislatura risultano molto contraddittori e soprattutto confondenti nei rispettivi ruoli che necessitano invece una maggiore chiarezza e reciproche assunzioni di responsabilità.
IL MANIFESTO PER RILANCIARE LA SANITÀ PUBBLICA IN UMBRIA
1. Le politiche seguite dalle forze di destra non hanno fatto mistero, anche nei loro programmi elettorali, della volontà di cedere al privato quote sempre maggiori dell'assistenza sanitaria pubblica, trasferendo anche le risorse finanziarie per acquisire questi servizi una volta esternalizzati. Sostanzialmente le destre puntano ad un depauperamento della capacità produttiva delle aziende sanitarie pubbliche relegandole al ruolo di semplice acquirente di prestazioni sanitarie. Questo approccio è molto pericoloso in quanto le attività sanitarie non saranno più soggette al controllo democratico come avviene adesso. Le istanze di partecipazione dei cittadini e delle loro rappresentanze istituzionali come i Comuni verranno fortemente limitate. Il privato non tende a rendere conto a terzi del proprio operato.
2. Una proposta che nasce all'interno della lista è quella di costituire un nucleo di persone esperte in materia sanitaria, reclutato in maniera volontaria, che ricorrendo anche agli strumenti che la normativa sul terzo settore consente, in tema di co- programmazione di co-progettazione, per supportare l'azione di controllo di competenza delle Conferenze dei Sindaci. Queste ultime soffrono di una evidente asimmetria di competenze con la controparte che è l'azienda sanitaria. Questo soggetto di cui si propone l'attivazione, invece, potrebbe esercitare un ruolo di mediatore culturale, senza oneri aggiuntivi, a sostegno delle funzioni di controllo e valutazione del soddisfacimento dei bisogni della popolazione a favore dei rappresentanti istituzionali dei cittadini.
3. La lista si prefigge inoltre di promuovere iniziative volte a sostenere l'approccio sistemico alle tematiche della sanità pubblica e quindi non intende trascurare le esigenze dell'ambiente, dei luoghi di lavoro, dell'agricoltura e dello smaltimento dei rifiuti, al fine di contribuire alla realizzazione di sinergie utili ad un ordinato sviluppo economico, senza depauperamenti del territorio e a beneficio della salute di tutti i cittadini.
4. Nonostante la sbandierata volontà del Governo nazionale di non far pagare nuove tasse agli italiani i dati forniti dalle assicurazioni indicano una crescente e inaccettabile "tassazione aggiuntiva" correlata all'andamento dei contratti di polizza, che tra individuali e collettivi sfiorano i 4 miliardi. Per non parlare della spesa diretta dei cittadini che ha raggiunto i 46 miliardi. Tutto ciò perché chi governa non riesce a garantire il diritto alla salute che in passato è stato soddisfatto solo con la fiscalità generale. Chi non può permettersi il lusso di curarsi pagando, è costretto a rinunciare alle cure o a indebitarsi ulteriormente incrementando il livello di povertà della popolazione. Alla luce di queste considerazioni la sanità cessa di essere volano di sviluppo per l'economia ma diventa amplificatore di povertà. La concezione liberista porta non solo alla mercificazione della salute ma danneggia anche l'individuo che viene degradato al rango di consumatore, anziché titolare di un diritto.
5. Insieme alla Sanità Pubblica l'altro aspetto identitario della Lista è dato dall'impegno per la Pace. Tutti i candidati, pertanto, lavoreranno per affermare, in tutte le sedi possibili, l'importanza della Pace come condizione, in assenza della quale non avrebbe senso parlare né di salute né di sanità. È bene ricordare che tutti coloro che decidono di fare le guerre non scendono in campo personalmente ma la delegano ad altri trascurando il dolore e la sofferenza di chi invece la subisce. II valore della vita deve essere uguale per tutti.

Così, in una nota, Umbria per la Sanità Pubblica e la Pace


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