(UNWEB) - Perugia, – "Non si può più rimanere indifferenti". Le parole della Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, della Presidente dell'Assemblea Legislativa Sarah Bistocchi e dell'Assessore alla Pace Fabio Barcaioli non sono uno slogan ma la scelta di rompere il silenzio sulla strage quotidiana nella Striscia di Gaza.
A partire da oggi, lunedì 26 maggio, le due Presidenti e l'Assessore hanno deciso di aderire allo sciopero della fame promosso dalla Rete di Trieste degli amministratori locali per Gaza, un'iniziativa civile, non violenta, che attraversa l'Italia per chiedere alla politica nazionale e internazionale di fermarsi e finalmente condannare con forza l'orrore che si consuma ogni giorno sotto gli occhi del mondo.
Per la Presidente della Regione Stefania Proietti "occorrono gesti nuovi e per prima cosa occorre farsi prossimi a chi soffre. Le immagini che arrivano da Gaza non possono più essere tollerate come notizie ordinarie, abbiamo il dovere di non voltarci dall'altra parte. L'Umbria – terra di Francesco e di Benedetto, di dialogo e di pace – non può tacere di fronte a tanto male, dobbiamo rilanciare il messaggio più autentico e più nostro, quello di stare dalla parte degli ultimi, degli oppressi, dei bambini a cui la guerra sta rubando l'infanzia".
"In tempi in cui il rischio dell'assuefazione e dell'indifferenza è altissimo, - aggiunge la Presidente - gesti come questo rimettono al centro l'umanità. E oggi, l'Umbria ha scelto, ha scelto di parlare altrimenti il silenzio diventa complicità, connivenza, e di chiedere a gran voce e con fermezza la pace. Una decisione la nostra che vuole essere responsabilità e testimonianza per dire al popolo palestinese che non ci siamo dimenticati, anzi ci vogliamo dire basta alle atrocità e alle barbarie che si stanno consumando senza alcuna pietà".
"Ho dato subito la mia adesione allo sciopero della fame – spiega la Presidente dell'Assemblea legislativa Sarah Bistocchi - lanciato dalla Rete di Trieste e dal Movimento europeo di azione non violenta. Non è più accettabile quello che sta accadendo in queste ore e in questi giorni a Gaza, dove muore un bambino ogni 45 minuti, sotto le bombe, tra le macerie, senza cibo e senza medicinali. Le Istituzioni non possono non prendere posizione e non mettere in campo azioni, anche simboliche come questa: solo nell'ultima settimana gli ospedali sono stati attaccati 28 volte e 400mila palestinesi hanno perso l'accesso all'assistenza medica".
"È assolutamente imprescindibile dispiegare il massimo impegno, - conclude la Presidente Bistocchi - affinché si arrivi allo stop al genocidio e alla violazione del diritto umanitario da parte del Governo di Netanyahu, al riconoscimento dello Stato di Palestina e perché due popoli possano vivere in due Stati, in sicurezza e in pace".
Secondo l'Assessore alla pace Fabio Barcaioli "lo sciopero della fame è il gesto non violento per eccellenza. Non ferisce né urla, ma resiste. Non impone, si offre. Chi sceglie di rinunciare al cibo per dare voce a chi non ne ha compie la forma più autentica di pace, una pace vissuta nel corpo, nella carne e nella sottrazione. Aderisco a questa forma di protesta perché ritengo che le parole, da sole, non siano più sufficienti. Di fronte alla devastazione di Gaza, alla distruzione sistematica della vita e all'infanzia ridotta a ombra, la pace deve tradursi in azione e presenza. Nessun gesto è più radicale di privarsi volontariamente del necessario per sostenere un'idea diversa di mondo. Non siamo a Gaza, ma da qui possiamo togliere qualcosa a noi stessi per affermare che nessuna morte è lontana e che nessuna bambina o bambino può essere sacrificato all'oblio. Il digiuno di protesta è la pace che si fa corpo e resistenza, la voce che non si spegne davanti all'ingiustizia, è l'impegno a non restare spettatori passivi".