(ASI) – Perugia - "La legge 80 del 23 maggio 2014 ha ridotto la cedolare secca al 10 per cento nei comuni ad alta densità abitativa che, in Umbria, al momento, sono quelli di Perugia, Città di Castello, Corciano, Foligno, Gubbio, Spoleto, Todi, Umbertide, Amelia, Narni, Orvieto e Terni.
Contestualmente, ha esteso il beneficio della cedolare secca anche ai contratti di locazione stipulati nei comuni per i quali sia stato deliberato, negli ultimi cinque anni precedenti la data di entrata in vigore della legge, lo stato di emergenza a seguito del verificarsi degli eventi calamitosi". A fare il punto sulla norma Giacomo Iucci, segretario provinciale dell'Associazione piccoli proprietari immobiliari (Asppi) di Perugia. "La legge - spiega ancora Iucci -, inoltre, dispone che entro trenta giorni dalla data della sua entrata in vigore, il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) aggiorni l'elenco dei comuni ad alta tensione abitativa. A oggi nulla è stato disposto in proposito". "Dall'emanazione della legge 80 - ha commentato Iucci -, il primo impegno dell'Asppi Perugia è stato quello di ricercare, con tutte le altre associazioni coinvolte, la necessaria convergenza e condivisione rispetto alla individuazione di quali comuni umbri, oggetto di eventi calamitosi, avessero diritto alla applicazione della cedolare secca al 10 per cento. Seppure convinti, da subito, che la facoltà di applicare la cedolare al 10 per cento dovesse essere estesa a tutti i comuni dell'Umbria, ci siamo scontrati con diverse e contrastanti interpretazioni. È per questa ragione che abbiamo accolto con favore la recente deliberazione della Regione Umbria che ha ribadito la possibilità di applicare la cedolare secca al 10 per cento in tutti i comuni dell'Umbria. Ma l'atto regionale, in sostanza, non dispone niente di nuovo, per la semplice ragione che lo stato di calamità è decretato dal governo, ribadisce che esistono diverse disposizioni e dà atto che quella più favorevole per i cittadini umbri è la delibera del Consiglio dei Ministri del 6 luglio 2012 che dichiara lo stato di emergenza nell'intero territorio regionale. Altre associazioni coinvolte sembrerebbe che vogliano prendere in considerazione la delibera, sempre del Consiglio dei Ministri, del 31 gennaio 2013 che dichiara lo stato di calamità in 58 comuni umbri. Francamente, fatichiamo a comprendere questa ultima interpretazione".
"La speranza - ha concluso Iucci - è che, chiarito il nodo che non esistono atti nascosti, di destra o di sinistra, ma semplicemente disposizioni diverse emanate dal governo italiano, si possa incominciare a definire, con tutte le associazioni della proprietà edilizia e dell'inquilinato, le modalità per l'estensione della cedolare secca in tutti i comuni dell'Umbria".