(UMWEB) Perugia. “La pace è come un edificio, che va costruito dalle fondamenta, solide e affidabili. E queste fondamenta sono rappresentate dalla formazione, ma anche dalle Istituzioni locali che si muovono e devono contribuire alla diffusione di valori di concordia e collaborazione”. Così la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi, che ieri ha partecipato ad Assisi all’apertura della Summer School “Building future on peace”, organizzato dall’Istituto Giuseppe Toniolo di Assisi, dall’Azione cattolica italiana, dalla Caritas, dal Focsiv e da Missio.
“La pace – ha spiegato Porzi – è costantemente in cima all’agenda delle nostre Istituzioni. Come Assemblea legislativa e come Calre vorrei citare la Dichiarazione approvata a Ventotene, nel corso della seconda riunione del Comitato Permanente della Conferenza delle Assemblee legislative d’Europa. Un documento nel quale ribadiamo alcuni punti fondanti: il coinvolgimento di tutte le realtà che concorrono a diffondere equità sociale e pacificazione; la necessità di una pacificazione sociale che parta dal basso, da quelle associazioni, organizzazioni e movimenti che allo stesso tempo accolgono, condensano e ripercuotono nello spazio pubblico lo spirito europeo; l’uomo è cittadino e figura di pace che contribuisce alla difesa della democrazia; lo spirito europeo e comunitario raccoglie l’eredità dei padri fondatori d’Europa dopo gli anni di conflitto”.
“Una piattaforma di alto respiro – prosegue Donatella Porzi – che abbiamo discusso e che si richiama chiaramente anche ad un altro elemento imprescindibile in questa discussione: l’Enciclica ‘Pacem in terris’ di Papa Giovanni XXIII. Un documento, questo, che andrebbe riscoperto e riletto da ognuno di noi e che ribadisce quello che può apparire un assioma, ma che in realtà non lo è: ‘In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili e inalienabili’. Tutto ciò è e sarà possibile solo se tutti noi contribuiremo all’affermazione e alla costruzione di una coscienza collettiva, capace di mobilitazioni nelle piazze, come nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle comunità ecclesiali. Solo questo movimento dal basso saprà anche andare a incidere su elementi come i tantissimi conflitti dimenticati. La pace non è una questione che appartiene solo ai capi di Stato ma è di tutti noi”.