voto rendiconto 2018(UMWEB) Perugia. L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato questa mattina il Rendiconto generale dell’amministrazione regionale per l’esercizio finanziario 2018. Dopo le relazioni di Andrea Smacchi (Pd) e Maria Grazia Carbonari (M5S), l’Aula ha espresso 12 sì (Pd, SeR, Misto ‘Articolo1’, Misto ‘Liberi e forti’) e 7  no (M5S, Forza Italia, FdI, Misto ‘Rp-Ic’, Misto ‘Umbria Next’, Misto ‘Fiorini per l’Umbria’).

LA RELAZIONE DI MAGGIORANZA
“Il Rendiconto della Regione per il 2018 – ha spiegato Smacchi - è stato segnato dalle misure di contenimento della spesa pubblica nazionale, che hanno comportato ulteriori tagli alle risorse regionali. Per l’Umbria il contributo alla manovra è di 45,13 milioni di euro in termini di saldo positivo. Il fondo nazionale trasporti 2018 è stato ridotto a meno di 100milioni, costringendo la Regione ad integrarlo con 5milioni all’anno. Una questione che affronteremo nell’ambito della discussione dell’assestamento di bilancio.

Ciò nonostante l’Umbria è riuscita a garantire il rispetto dei vincoli, grazie all’opera di razionalizzazione e contenimento della spesa. Non ci sono state anticipazioni di cassa, il bilancio della sanità è in equilibrio, è stato rispettato il pareggio di bilancio, si riscontra un elevato grado di capacità di incasso delle entrate e di contrasto all’evasione fiscale, i tempi di pagamento per acquisto di beni e servizi sono stati rispettati, è migliorata la gestione finanziaria con una conseguente riduzione dell’indebitamento regionale. 

Anche nel 2018 la gestione è stata ispirata al principio della prudenza. Gli accantonamenti hanno raggiunto i 118milioni: 54,5 per i debiti di dubbia esigibilità; 11,7 milioni per rischio soccombenza per la legge sui canoni idrici; 31,6 milioni al fondo rischi legali per ricorsi con rischi medio alti; 11,7 milioni per passività potenziali; 3milioni per perdite da società partecipate, 3,4 milioni per moratorie e manovre fiscali. 

Viene inoltre confermato il rating di lungo termine della Regione Umbria e sottolineata la buona gestione e trasparenza del bilancio, la spesa sanitaria sotto controllo, il basso livello di indebitamento, lo stretto controllo sui costi amministrativi dell’ente, l’invarianza della pressione fiscale. Il giudizio di parificazione della Corte dei Conti ha confermato i parametri positivi, mettendo in rilievo alcune questioni su: società partecipate, trasporti e sanità. In merito alle partecipate la Regione ha messo in evidenza le azioni poste in essere per superare le criticità; per quanto riguarda i trasporti, il trasferimento di 45 milioni di fondi nazionali è avvenuto con risorse aggiuntive rispetto alla quota del fondo trasporti. In tema di sanità la Corte ha ricordato che l’Umbria si è confermata nel 2018 tra le ‘Regioni benchmark’ in sanità (settore a cui viene destinato il 71 per cento del bilancio, che ammonta complessivamente a 3 miliardi di euro), con un alto modello organizzativo che ha permesso di unire una gestione economicamente sana con l’erogazione di servizi efficienti”.

LA RELAZIONE DI MINORANZA
“Dopo 4 anni – ha detto Maria Grazia CARBONARI (M5S) – rileviamo che la mancanza di trasparenza è una costante di queste relazioni: quattro anni fa la presidente Marini fece riferimento ad una ‘Casa di vetro’ di cui né io né la Corte dei conti riusciamo a  percepire. Il controllo dei consiglieri sugli atti della Giunta è davvero residuale. Quanto alla solidità dei bilanci, ci sono diversi elementi da rilevare: l’accantonamento di risorse ritenuto ‘eccessivo’ si è invece rivelato corretto ed anzi necessario a coprire i rischi. Andrebbero anzi analizzati uno per uno i contenziosi aperti che potrebbero essere legati a leggerezze nell’affrontare alcune materie. La Corte ha rilevato che debiti e crediti tra partecipate e Regioni non coincidono. Sull’effettivo indebitamento, negli ultimi 5 anni esso è aumentati in modo esponenziale, così come i costi relativi agli interessi. Sulle entrate: la principale deriva dalla tassa automobilistica mentre Irap e addizionale Irpef sono solo una piccola parte. Ciò significa che le imprese umbre hanno qualche problema e quindi sarebbe opportuno affrontare la questione, a cui si legano le tematiche dell’occupazione. Sull’organizzazione dell’Amministrazione regionale, permane lo squilibrio tra il numero delle posizioni organizzative e il totale dei dipendenti. Andrebbero poi approfonditi i criteri meritocratici alla base dell’attribuzione delle posizioni organizzative. Manca una vera rotazione tra le persone che ricoprono questi ruoli, evitando che esse mantengano sempre gli stessi rapporti con gli stessi soggetti. All’inizio della legislatura avevo chiesto che venisse attuata la rotazione dei dirigenti ma l’assessore Bartolini rispose che non era una misura da inserire nel piano anticorruzione. La Corte dei conti ha ritenuto eccessivi i costi della politica, degli uffici di supporto e degli incarichi esterni, che la scelta fiduciaria non può giustificare. Sui controlli interni, alla Corte non è stata trasmessa la relazione su quelli effettuati nel 2018. Sulla sanità, che assorbe l’80 percento del bilancio, dovremmo chiederci come si assegnano i servizi, se ci sono gare oppure si procede con le proroghe di anno in anno. Nel 2018 è stato rilevato l’ennesimo sforamento della spesa farmaceutica e per il lavoro a tempo determinato, le tempistiche anomale per l’assegnazione degli obiettivi ai dirigenti. 

Per il trasporto su gomma, la Regione indica in 21 milioni i crediti vantati al 31 dicembre dalle tre società di gestione dei servizi TPL su gomma, per il pagamento dei quali non vi è disponibilità sui fondi in precedenza stanziati. Neppure sui fondi utilizzati per l’anno 2019 sono reperibili le risorse necessarie per soddisfare i crediti delle aziende, che sono aumentati di 13 milioni di euro. La Regione rileva un ridotto importo delle risorse programmata per lo svolgimento della gara per l’affidamento del servizio su gomma, quantificato in circa 40 milioni di euro: ciò comporterà necessariamente la riduzione di un terzo del servizio attualmente assicurato, con la probabile incapacità di assicurare nel concreto i servizi minimi e un forte impatto negativo sui livelli occupazionali. 

A proposito dei fondi europei: sono due anni che cerco di approfondire chi sono i beneficiari dei fondi del Psr, ma mi viene detto che ciò non è possibile nonostante ciò avvenga normalmente nelle Marche. La programmazione dei corsi di formazione sembra orientata al business delle agenzie di formazione, senza porsi degli obiettivi concreti e senza controllare l’effettiva creazione di nuova occupazione. Nella prossima legislatura andrà creata una sottocommissione per il monitoraggio dell’utilizzo dei fondi europei”.

GLI INTERVENTI
Claudio RICCI (Misto-Rp/Ic): “SI TRATTA DI UN ATTO TECNICO CHE VOTERÒ NEGATIVAMENTE.  NECESSITÀ DI MIGLIORARE IL QUADRO GESTIONALE. Si tratta di un atto tecnico che voterò negativamente. Nel giudizio di parificazione della Corte dei conti emerge un elemento chiaro, che anticipa sostanzialmente quanto emergerà dopo l’approvazione del rendiconto da parte di quest’Aula: necessità di migliorare il quadro gestionale. Emerge l’invito al contenimento della spesa, al risparmio ed al rigore. Emerge un forte indirizzo per il riordino delle Società partecipate prevedendo indicatori specifici per misurare la loro efficacia ed efficienza. Bisogna sempre più guardare al risparmio ed al contenimento della spesa per liberare risorse da utilizzare per il sostegno alle famiglie e per la riduzione dell’Irap. Ho sempre guardato con grande attenzione al parametro della componente libera in parte corrente del bilancio, perché misura quante risorse rimangono e su cui vanno prese decisioni per il loro impiego. Va fatta molta attenzione rispetto agli strumenti derivati. L’obiettivo deve essere una ristrutturazione del debito o la sua estinzione, o comunque mettere in sicurezza questa delicata posta di bilancio. Le posizioni organizzative vanno inserite dove servono realmente, con obiettivi chiari”. 

Valerio MANCINI (Lega): “SI TRATTA DI UN BILANCIO CHE EVIDENZIA GRANDI FALLE. I DATI CHE EMERGONO DA QUESTO DOCUMENTO SONO PREOCCUPANTI. Il giudizio di parificazione della Corte dei conti ha impressionato la collettività regionale nel suo aspetto produttivo e sociale. L’Umbria soffre una crisi occupazionale, ma anche di identità determinata anche da recenti fatti di cronaca e giudiziari che hanno interessato parte dell’Esecutivo. I dati che emergono da questo documento sono preoccupanti, soprattutto nell’ambito del trasporto pubblico dove sono state tagliate decine di corse degli autobus. Oggi la Regione pensa soltanto a dare incarichi, poltrone, affidi. È impressionate oggi leggere ‘premi ai direttori regionali’, quadri di comando dei vari assessorati che hanno portato questa regione, insieme alla politica sbagliata della sinistra, al ventesimo posto in molte classifiche, iniziando da quella economica, occupazionale, ma anche a livello sociale. I premi vengono inoltre riconosciuti nel momento in cui vengono determinati gli obiettivi: alla fine dell’anno in corso. E questa non è una cosa normale. I costi della politica sono stati giudicati eccessivi. Su 1200 dipendenti il 27 per cento ricopre una posizione organizzativa. Per amministrare una Regione servono idee chiare”.       

Silvano ROMETTI (Socialisti): “CHI VINCERÀ LE ELEZIONI EREDITA UN ENTE SOLIDO. INVARIATA LA PRESSIONE FISCALE,  ACCANTONAMENTI ELEVATISSIMI, SANITÀ IN ORDINE, OTTIMO RATING. Si può discutere sulla condizione socioeconomica, sul forte impatto della crisi, sulle condizioni in cui versa il mondo dell’impresa, ma di sicuro la Regione è un ente solido, non come vediamo in certi Comuni dove invece i conti non sono tenuti in ordine. In Umbria non è aumentata la pressione fiscale, vi sono accantonamenti elevatissimi, la sanità è in ordine e vanta un ottimo rating. Giusto parlare delle posizioni organizzative che sono troppe, ma ricordiamoci che prima erano anche di più. Ci sono poi diritti acquisiti incancellabili, quindi i percorsi devono essere graduali, bisognerà continuare a lavorare in questa direzione ma ci siamo già incamminati. Trasporti: le corse vengono tagliate, negli ultimi anni il fondo nazionale da 6 miliardi è adesso sceso a 5, l’Iva sul trasporto adesso la pagano le Regioni, altri dieci milioni in meno, il contratto nazionale di lavoro va onorato sempre attingendo da quei fondi e fortuna che l’azienda Tpl l’ha presa lo Stato, altrimenti le aziende del trasporto avrebbero chiuso tutte. Nel bilancio dunque ci sono cose da migliorare ma siamo di fronte a un ente che ha un bilancio molto rigido, è fondamentale il miliardo e mezzo di risorse comunitarie. Tutta la finanza pubblica è in queste condizioni, ma la solidità non è opinabile, è certificata dal rendiconto”.

Emanuele FIORINI (Gruppo misto Fiorini per l’Umbria): “SPRECO DI SOLDI, RISORSE CHE ANDAVANO GESTITE DIVERSAMENTE. ANCHE SULLA SANITÀ UNA GESTIONE VERGOGNOSA. Non ripeterò quanto già detto da altri colleghi, ma il trasporto pubblico in Umbria si trova in una situazione drammatica, chi vincerà le elezioni non si troverà in una situazione facile. Parliamo anche degli sprechi della Regione, come nel tratto ferroviario Terni-Perugia, dove doveva nascere la metropolitana di superficie, con 35 milioni investiti, ma la metropolitana non c’è e non c’è nemmeno più il treno. Spreco di soldi, risorse che andavano gestite diversamente. Anche sulla sanità una gestione vergognosa. 50mila famiglie povere, mettere in campo strategie per loro, azioni forti per aiutare i più deboli e soprattutto occorre creare lavoro. Chi governerà la Regione ci dovrà mettere grande volontà e puntare a cambiare, creando posti di lavoro perché la disoccupazione giovanile è troppo alta, il che evidenzia che non è stata una buona gestione”.

Luca BARBERINI (PD): “È STATO FATTO UNO SFORZO PER NON LASCIARE DEBITI ALLE GENERAZIONI FUTURE, che NON SONO STATE AUMENTATE LE TASSE, COME IN NESSUNA ALTRA REGIONE È ACCADUTO. Atto tecnico che viene invece utilizzato nella discussione odierna come campagna elettorale, così si annunciano straordinarie iniziative che cambieranno il corso della Regione grazie a chi verrà dopo. Ma si sparano balle colossali, invece il rendiconto della Regione Umbria dimostra che è stato fatto uno sforzo per non lasciare debiti alle generazioni future, che non sono state aumentate le tasse, come in nessuna altra regione è accaduto. Nel documento ci sono fondi per i rischi accantonati a tutela delle scelte fatte, ma qui oggi sembra che questa sia una criticità di bilancio, mentre invece ci sono 30milioni di accantonamenti di cui risorse utilizzate solo per 161mila euro. Non aumentando le tasse non togliamo risorse al sistema produttivo e ai cittadini, allo scopo di garantire prosperità e sviluppo. No incrementi nella fiscalità ma semplificazione e riduzione. Questo è ciò che si evince dal rendiconto. Stupefacente poi che si critichi l’equilibrio dei conti in sanità come se non fosse un dato positivo ma ci fosse sotto chissà quale magagna. Andate a dirlo ai cittadini delle regioni italiane dove non si possono fare assunzioni nemmeno per supplire al turn over, oppure si aumenta l’Irap per compensare il deficit degli anni precedenti. Da noi non c’è deficit da ripianare e c’è invece un sistema sanitario di alto livello, come viene certificato dallo stesso governo attuale, certamente non vicino al Pd. Ci riconoscono qualità nei servizi assistenziali. Non lasciamo alle future generazioni debiti e inefficienze. Ed è anche la prima volta che una PA paga in tempi strettissimi e garantisce liquidità ed efficienza al sistema economico regionale. Queste sono le certezze che emergono dal rendiconto”.

Gianfranco CHIACCHIERONI (Pd): “Dobbiamo interrogarci sulla situazione della Fcu. Durante questa legislatura sono stati prodotti atti concreti, con interventi di ristrutturazione  e messa in sicurezza. Il tratto Città di Castello – Ponte San Giovanni ha subito un ripristino completo. Dopo anni sono iniziati i lavori del raddoppio dei binari tra Ponte San Giovanni e S.Anna (Perugia). È stato modificato il piano regolatore di Terni per poter adeguare il tratto Terni-Cesi-San Gemini. L’intera Fcu è passata a Rfi, questo ha determinato la classificazione del tratto Terni – Ponte San Giovanni come di ‘interesse nazionale’. Il ministro delle infrastrutture, Toninelli, è stata da poco qui a Perugia. In quella occasione è stata affrontata la questione del trasferimento dei fondi nazionali a Rfi per poter intervenire sulla linea. Quindi è inutile venire qui a polemizzare: il Ministero deve trasferire risorse a Rfi per rendere la ex Fcu una ferrovia di interesse nazionale”.

Fabio PAPARELLI (presidente della Giunta): “Per chiudere questa discussione bastano le quattro righe con cui la Corte dei conti ha parificato il nostro bilancio. Alcuni consiglieri hanno preso delle singole righe per dimostrare le proprie tesi. Ma la regione Umbria, da quando esiste, ha sempre ottenuto il giudizio di parifica, a differenze di altre Regioni. Leggendo la sintesi del rendiconto si capisce quali sono le linee guida seguite, quanto sono positivi tutti gli indicatori, quanto alcune critiche siano prive di fondamento. Abbiamo ridotto l’indebitamento dell’Amministrazione ossia gli interessi sui mutui contratti per gli investimenti. Tutto ciò con una gestione finanziaria ispirata alla prudenza, con 118milioni di euro di accantonamenti, di cui otterranno benefici coloro che governeranno la Regione nella prossima legislatura. Il rating di lungo termine della regione è stato confermato, attribuendoci un rating intrinseco superiore a quello dello Stato. Tutto ciò è stato realizzato senza utilizzare la leva fiscale ed anzi diminuendo molte imposte e tasse di concessione.
Consiglio ad alcuni consiglieri di analizzare meglio la situazione dell’economia umbra e quanto viene fatto dal Governo nazionale. Sui trasporti, i 46milioni che il Governo del Rio ci ha messo a disposizione non hanno inciso sulla capacità di fare investimenti. Se realizzeremo l’Agenzia unica del trasporto potremo recuperare una quota di Iva che ci metterà al riparo dalla necessità di tagli estivi. Su Agea e sul Piano di sviluppo rurale, tutti i provvedimenti sono pubblicati sul sito della Regione. I nominativi dei beneficiari devono essere pubblicati da Agea, non dalla Regione. L’Agenzia forestale regionale aveva tre dirigenti a tempo determinato, che sono stati confermati. Ne è stato aggiunto uno. Quindi sono 4 in tutto per 700 dipendenti. A fine anno andranno in pensione diversi direttori, la nuova maggioranza potrà quindi dimostrare come razionalizzare il personale. In generale ci sarà stata qualche posizione organizzativa di troppo che abbiamo iniziato a ridurre”.


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