Melasecche090221(UNWEB) –Perugia– “Sorprende dover leggere le affermazioni di qualche consigliere regionale che, senza la minima analisi e riscontro, cavalca, per motivi facilmente comprensibili, le infondate polemiche di alcuni sindacati degli inquilini in merito all’introduzione dell’ISEE quale metodo per il calcolo degli affitti degli alloggi Ater”. È quanto afferma l’assessore alle Politiche della casa della Regione Umbria, Enrico Melasecche.

“Continuo a ricordare, purtroppo senza molti risultati – aggiunge -, che la normativa nazionale contempla l’ISEE quale principale indicatore della situazione patrimoniale e reddituale degli italiani e che fin dal 2013, quindi non certo con provvedimento di questa Giunta regionale, sia stata prevista la correlazione del canone di locazione al parametro ISEE, valido anche per reddito di cittadinanza e molte altre misure di sostegno alle fasce di popolazione più deboli”.

“Sia per la legislazione nazionale che per quella regionale – ribadisce -, il calcolo correlato con i parametri ISEE costituisce un adempimento obbligatorio, non discrezionale, onde evitare rilievi da parte della magistratura, contabile e non, e soprattutto per tutelare i diritti dei residenti umbri. Tutti comprendono come il perimetro di legittimità non possa essere derogato ed è anche scorretto diffondere dati errati in danno dei fruitori degli alloggi popolari”.

“I dati di bilancio di ATER Umbria – sottolinea l’assessore -, desunti quindi da documenti ufficiali redatti e controllati dagli uffici, valutati da un Collegio dei Revisori dei Conti, adottati dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente e infine approvati dalla Giunta regionale, riportano come il totale degli affitti 2020 (post ISEE) sia inferiore di oltre 1 milione di euro rispetto a quello del 2019 (ante ISEE) con un 9% circa in meno, dato questo che smentisce strumentalizzazioni fuorvianti, di chi dichiara che l’attuale regolamento abbia come obiettivo quello di arricchire l’ATER”.

“Il tutto è molto grave – evidenzia - in quanto è volto a creare disorientamento proprio in una fascia più fragile della popolazione. Non solo, questa diminuzione percentuale è ancor più significativa per le famiglie numerose appartenenti alle fasce più deboli, quella definita di Protezione Sociale, dove la contrazione percentuale arriva a doppia cifra. È vero, come dice il SUNIA che nel 2019 l’affitto medio era pari a 58 euro circa, ma lo stesso sindacato omette di sottolineare come per la stessa categoria, l’affitto fosse sceso a circa 54 euro. Noi cerchiamo quindi di tutelare con i fatti, in un momento come quello dell’attuale emergenza pandemica, le fasce più deboli, non con numeri campati in aria che non trovano riscontro”.

“Questo è stato ed è possibile grazie proprio all’ISEE – tiene a precisare l’assessore Melasecche - in quanto molti nuclei che hanno visto la riduzione del reddito a causa della crisi economica connessa con la pandemia hanno potuto immediatamente ottenere la riduzione del canone, mentre con il vecchio metodo di calcolo basato sui redditi IRPEF avrebbero dovuto attendere almeno due anni”.

“Qualche mese fa – ricorda - il SUNIA parlava di aumenti per il 2020 del 26,5% (falso), oggi anche il Movimento 5 Stelle sostiene che da gennaio 2022 l’affitto arriverà a 180 euro. Vorrei rassicurare tutti: il Regolamento n. 7/2019, da noi rimodulato – rileva Melasecche -, rappresenta uno degli strumenti con cui la Regione vuole tutelare i cittadini umbri le cui condizioni socioeconomiche sono tali da non consentire l’accesso al canone concordato o al libero mercato. Perfettibile? Tutto lo è! Ma nel 2022 non ci saranno di certo gli aumenti insostenibili sbandierati solo per creare panico sei mesi prima”.

“Continueremo ad affinare i meccanismi del regolamento, che è ancora nella sua fase sperimentale e che sta dando buoni risultati – prosegue -, assicurando al contempo un atteggiamento rigoroso in tutti quei casi in cui, proprio grazie ai controlli dell’ISEE, si sono evidenziate proprietà o saldi di conti corrente che mal si conciliano con canoni pari al 20% ed ancor meno di quelli di mercato propri delle fasce sociali da tutelare, perché sia chiaro, come siamo contrari a dare il reddito di cittadinanza a chi non ne ha bisogno, così siamo contrari a che tutti gli umbri paghino un alloggio a canone ridottissimo a chi ha patrimoni mobiliari o immobiliari che gli consentano di usufruire di un appartamento pubblico a poche decine di euro in più”.

“Forse l’intento di critica strumentalmente è proprio quello di far saltare il bilancio dell’ATER – dice l’assessore -, analogamente a quello dei trasporti che imbarcava acqua dappertutto, con prestazioni talvolta indecenti, quando invece deve rimanere solido a tutela di una politica della casa moderna e consapevole, proprio a difesa di ha più bisogno”.

“In questi mesi estivi – annuncia - continuerà il confronto continuo fra Regione ed ATER per poi convocare ancora una volta i sindacati al fine di valutare insieme possibili rimodulazioni, analoghe a quelle già introdotte a favore degli inquilini, proprio in questo periodo sperimentale di vigenza del regolamento. Ci auguriamo – conclude Melasecche - che non si abbia la pretesa di imporre al tavolo posizioni illegittime e pregiudizievoli della stabilità dell’ATER perché non potremmo assecondarle in quanto perniciose per i nostri inquilini e per l’intera comunità regionale nel cui interesse il mio Assessorato, il Servizio Politiche per la Casa e l’ATER stanno lavorando con molta serietà e grande professionalità”.


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