(UNWEB) “Serve una presa in carico decisiva da parte delle Istituzioni, in primis della Regione proprietaria delle concessioni, per la tutela del gruppo ‘Acque minerali d’Italia, che impiega complessivamente 350 persone, di cui 85 nel solo stabilimento di Sangemini. Il gruppo controlla storici marchi come Sangemini, Fabia e Amerino, che rappresentano una fetta importante dell’economia dell’Umbria”. Lo chiedono i consiglieri regionali del Partito democratico Tommaso Bori e Fabio Paparelli, spiegando che “il gruppo ha recentemente chiesto il concordato, che andrà a perfezionarsi da ottobre, mettendo a rischio investimenti ed occupazione, nel silenzio assordante della Regione, che deve, al contrario, metterci la faccia e svolgere un ruolo attivo per il rilancio del sito produttivo di Sangemini”.